Insegnare le autonomie passaggio dopo passaggio

Sono tante le variabili da adottare per insegnare le diverse autonomie ai ragazzi o bambini autistici. Esiste una costante che permane, per quanto mi riguarda, in tutte queste variabili ed è la strategia visiva: immagini concrete da mostrare al bambino. 

In passato vi ho parlato del concatenamento retrogrado oppure anterogrado, che non sono altro che strategie d’insegnamento che spezzettano le azioni. Le separi, una ad una, e le insegni una alla volta. Nel caso del concatenamento anterogrado le insegni dall’inizio alla fine, nel caso del concatenamento retrogrado le insegni partendo dalla fine. Ad esempio:

INSEGNARE A LAVARE LE MANI:

Le azioni per lavarsi le mani sono varie:

Aprire il rubinetto (“Ares, apri il rubinetto”) Ares apre, io dico “bravo Ares” (nel caso ce ne sia bisogno lo premio con oggetti, cibo o solletico). Se Ares non apre il rubinetto lo aiuto fisicamente, portando le sue mani verso il rubinetto e aprendolo. Ripeto poi la richiesta fin quando non mi accerto che l’abbia imparata. L’aiuto poi lo sfumo fino a farlo scomparire.

  • Bagnare le mani
  • Prendere la saponetta oppure versare una piccola quantità di sapone liquido nelle mani
  • Strofinare le mani facendo un po’ di schiuma
  • Sciacquare le mani
  • Asciugare le mani 

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Ognuna di queste azioni le ho insegnate separatamente. Una ad una. Aggiungendo ogni giorno un’azione in più fino ad insegnare tutta la sequenza. E’ più semplice insegnare un’azione alla volta piuttosto che una sequenza complessa di azioni. In un secondo, terzo o quarto momento, e cioè con calma, ho reso più sofisticate queste azioni: ad esempio, all’inizio Ares si lavava soltanto il palmo delle mani, con il tempo gli ho insegnato anche a lavarsi il dorso delle mani. Ma all’inizio mi sono concentrata soltanto sulla sequenza semplice di azioni che finivano con l’asciugarsi le mani.

Ovviamente insegno sempre un’autonomia alla volta, attacco cartelli ovunque nel posto di casa più indicato, e coinvolgo tutta la famiglia. Attenzione, è essenziale! Non posso insegnare ad Ares a lavare le mani e poi arriva il nonno e gliele lava. NO! NO!. Tutti devono essere informati del fatto che Ares sta imparando ad acquisire una certa abilità, e di conseguenza tutti (docenti, zii, nonni, sorella, ecc,) si comportano di conseguenza.

Oramai le azioni che compie Ares sono abbastanza meccaniche e lui fa un po’ come gli pare rispetto alla sequenza iniziale (a volte si bagna le mani prima del sapone, a volte no, insomma l’ha personalizzata), ma ognuna delle abilità che lui ha imparato sono state insegnate così.

 

LAVARSI I  DENTI.  Probabile sequenza:
1. Prendi lo spazzolino.
2. Bagna lo spazzolino.
3. Togli il cappuccio dal tubetto.
4. Metti il dentifricio sullo spazzolino.
5. Spazzola la fila inferiore dei denti.
6. Spazzola la fila superiore dei denti.
7. Sputa.
8. Sciacqua lo spazzolino.
9. Riponi lo spazzolino nel portaspazzolini.
10. Afferra la tazza.
11. Riempi la tazza d’acqua.
12. Sciacqua i denti con acqua.
13. Sputa.
14. Riponi la tazza nel porta tazza.
15. Asciuga la bocca con l’asciugamano.
16. Riavvita il cappuccio sul dentifricio.
17. Riponi il dentifricio.

Per i denti ho usato il concatenamento retrogrado, quindi ho insegnato ad Ares dalla fine della sequenza. 

  • Prima gli lavavo i denti io fino all’ultima azione che doveva compiere lui: riporre lo spazzolino. E lo premiavo.
  • In seguito gli lasciavo anche l’azione di avvitare il cappuccio del dentifricio
  • Poi si deve asciugare la bocca lui, più avvitare il dentifricio, più riporre  il  dentifricio. E via dicendo

La sequenza che vedete sopra, all’indietro e poi premiavo.

Se necessario usate le immagini del bambino stesso che si lava i denti. Alcuni genitori usano anche dei video brevi, max 3 minuti, da far vedere al bambino.

 

CUCINARE:

Possibile sequenza:IMG_20170704_1603160

Ovviamente questo qui sopra è più un promemoria. La sequenza vera e propria dovrebbe essere ancora più dettagliata, in modo di insegnare ogni passaggio in maniera indipendente, oppure spezzettate come credete voi. Ad esempio io ho insegnato ad Ares a prendere la pentola e versarci l’acqua in una sola azione.  Poi piano piano ho aggiunto le altre azioni con calma, nell’arco di due settimane circa.

In generale, cari genitori, la linea d’insegnamento è sempre la stessa:  dividere ogni grande azione in piccoli mini obiettivi. Questa divisione va studiata, scritta, collaudata ed infine proposta al bambino, correggendola man mano che la realizzate  insieme a vostro figlio. Tutti i video di Ares mentre cucina la pasta al pomodoro li trovate  QUI.

STENDERE I PANNI:

  • Uscire di casa
  • Premere il tasto dell’ascensore
  • entrare
  • chiudere l’ascensore
  • risalire fino al terrazzo
  • poggiare il contenitore con i vestiti
  • aprire la porta del terrazzo
  • stendere ogni panno usando sempre le mollette
  • chiudere la porta del terrazzo
  • scendere un piano
  • chiamare l’ascensore (che poi nella sequenza devo scrivere premere il tasto per far arrivare l’ascensore), altrimenti Ares, che prende tutto alla lettera, lo chiama davvero: “ascensoreeeeeeeeeeeeee”.
  • uscire dall’ascensore ed suonare la porta di casa.

In questa lunga sequenza non compare il lavoro maggiore che ho dovuto fare con Ares, che è quello di riuscire a sostare nel terrazzo, perchè Ares ha paura degli spazi che lui considera poco stabili: aerei, terrazzi, ponti, o simili. Per cui come vedete, ogni sequenza va personalizzata secondo le caratteristiche di vostro figlio o figlia.

L’importante è dividere tutto in steps, insegnarli separatamente, premiare se si realizza l’azione, aiutare sempre se non si realizza e premiare dopo, non perdere la pazienza, non dire mai frasi del tipo: “ma cosa stai facendo”? “ma ti avevo detto di fare così”?, “no, Ares, non è così”. Bensì aiutare fisicamente, usando il minor numero di parole possibili, e nel caso dobbiate parlare che siano parole semplici e dirette.

In questo video vedete soltanto una parte della realizzazione della sequenza. In realtà la sequenza comincia quando Ares prende i panni a casa ed esce verso il terrazzo

IMPARARE A STIRARE

La sequenza che ho usato per stirare è questa:

  • prendere l’asse di stiro e aprirlo (soltanto in quest’azione mi sono messa 3 giorni)
  • prendere il ferro da stiro e poggiarlo senza attaccarlo alla corrente
  • prendere l’acqua demineralizzata
  • aprire il buchetto dell’acqua e riempire il ferro
  • attaccare il ferro alla corrente
  • prendere la federa  e stenderla con le mani
  • prendere il ferro e cominciare a stirare contando fino a dieci
  • poggiare il ferro
  • piegare la  federa
  • stirare di  nuovo contando fino a dieci
  • poggiare il ferro
  • se necessario ripiegare 
  • ristirare contando fino a dieci
  • poggiare il ferro da stiro
  • mettere la federa stirata sopra  il tavolo, ecc.

“Ares, prendi l’asse da stiro”, Ares va nello stanzino e prende l’asse e lo porta dove di solito si stira”. -“Bravo Ares, dammi il cinque”, e lo premio con il solletico. Se non lo fa lo aiuto fisicamente, o con un gesto della mano.

Se vedo che Ares è particolarmente attento, qualche volta ho aggiunto in una sola giornata due azioni, non solo nella competenza STIRARE, ma anche in CUCINARE, VESTIRSI ecc. Mai più di un’azione, altrimenti s’innervosisce e si arrabbia.

Per ora ho trovato efficace con Ares la tecnica di contare per stirare, perchè mentre insegnavo l’abilità mi sono resa conto che cominciava a stirare un capo e non capiva quando era realmente stirato, allora ho stabilito il numero 10 come tempistica e poi piega il panno. Nel caso delle magliette gli ho insegnato che se ci sono scritte non deve stirare le scritte, giacchè spesso il ferro caldo si attacca alle scritte, quindi nel dubbio, meglio che non le stiri proprio. Tanto non deve essere perfetto il suo stiraggio, ma approssimativo, che ci importa!

Per SPAZZARE invece ho cominciato dall’ultima azione: 

  • “Ares, metti la spazzatura nel raccoglitore” (ho colto un giorno in cui era particolarmente attento a me, che spazzavo tanti pezzetti piccoli di carta bianca che lui aveva strappato). Gli piaceva vedere come indirizzavo tutti quei pezzetti di carta verso una direzione e allora ho colto il momento.
  • Via via ho aggiunto un’azione: una spazzolata oggi, una domani, premiando sempre. Così via fin quando un giorno gli ho detto :”Ares spazza”. Ares va nello stanzino, prende l’occorrente, e comincia a spazzare ovviamente nel solito posto dove gli ho insegnato a spazzare la prima volta.
  • In un secondo momento ho aggiunto altre stanze di casa. 
  • In alcuni casi ho dovuto insegnare per imitazione (spazzare sotto la cucina ad esempio), quindi io con una scopa, lui con un’altra e gli facevo vedere come si spazza sotto la cucina, o sotto il letto.

    RINFORZI USATI:

  • Dinamici (passeggiate ad esempio andare al Pantheon)
  • Tangibili  (il tablet ad esempio) 
  • Sociali  (quelli che Ares gradisce di più): solletico, giocare a scappare per casa, “bravissimo”
  • Commestibili:  pizzette piccole rosse  (le adora)

AIUTI USATI:

  • verbali (parole semplici, essenziali, evitando linguaggio figurato o sinonimi
  • gestuale: indicare con il dito
  • fisico: il grado maggiore di aiuto costituito dall’aiuto fisico, accompagno Ares con la sua la mano nell’esecuzione del compito. (IL GESTO DEVE ESSERE INCORAGGIANTE CHIARO E NON COSTRITTIVO)
  • imitazione (senza  parlare), vedo  che Ares sbaglia un gesto, e gli mostro come farlo  bene, poi sfumo  l’aiuto.

Se cominciate ad aiutare con aiuti fisici, cercate di passare poi ad aiuti verbali, gestuali, fino a far scomparire l’aiuto.