Autismo. Come lavorare sulla desensibilizzazione

 

La desensibilizzazione sistematica è un tipo di terapia comportamentale che può essere utilizzata per aiutare i bambini o gli adulti autistici a superare con successo fobie ed altri disturbi d’ansia . Si basa sulle tecniche comportamentali dell’Applied Behaviour Analysise nel programma Lovaas.

Le procedure di desensibilizzazione possono essere utilizzate per trattare l’ipersensibilità agli stimoli uditivi come suoni di aspirapolvere, frullatore, lo sciacquone del bagno ed altri suoni specifici di animali, provenienti da giocattoli musicali.

Con Ares ho usato spesso questa tecnica, ad esempio quando si rifiutava di entrare nella palestra della scuola dovuto all’acustica e ai rumori troppo forti al suo interno. Alla fine, ovviamente, ci siamo riusciti. Prima ci è rimasto 4 secondi, poi 10, poi 1 minuto, fin quando è riuscito a rimanere il tempo necessario. In questo video avevo appena saputo che era rimasto pochissimo tempo in palestra. 

Mentre in queste immagini, oramai, faceva gli esercizi senza difficoltà:

La lista delle fobie o delle ristrettezze dei bambini autistici potrebbe essere davvero lunga: tagliarsi i capelli, tagliarsi le unghie, mettere cerotti, la selettività alimentare. Oppure paura dei cani, degli uccelli, di uscire per strada. ecc. Tutte queste attività quotidiane possono provocare crisi e rabbia nei bambini. Con la desensibilizzazione sistematica o l’esposizione graduata, si espone il bambino a piccole quantità della situazione avversa fino a quando non è così calmo da fare un piccolo passo in più verso l’accettazione della fobia ed è allora che riceverà un rinforzo (commestibile, attività preferita, elogi, ecc.).

A seconda del bambino, questa procedura può richiedere diversi giorni o mesi per essere completata, poiché ogni passo deve essere monitorato, anche attraverso più prove in un giorno o in più giorni prima di passare al passaggio successivo. Una volta che la procedura di desensibilizzazione è completa, è importante continuare con il completamento del compito in modo che non si subisca una regressione.

COSA REGALARE AD UN BAMBINO/RAGAZZO CON AUTISMO? ECCO ALCUNE IDEE

Un esempio di desensibilizzazione sarebbe l’introduzione di nuovi alimenti in un bambino autistico, che ha problemi con l’odore, il gusto e la consistenza di determinati cibi. La sua introduzione graduale può aiutare il bambino a diventare desensibilizzato all’odore, all’aspetto e alla consistenza di un cibo non familiare. Il primo passo sarebbe provare un alimento che abbia le migliori possibilità di adattarsi alle preferenze di tuo figlio. Potrebbe sedersi a tavola, per diverse sere, con vicino un piatto, che contiene l’alimento che volete introdurre.  Gradualmente, nelle successive cene, si può collocare sul piatto del bambino, ma senza alcuna aspettativa, l’alimento che volete. Successivamente, la famiglia può provare davanti al bambino il nuovo cibo e commentare quanto sia buono. Fin quando il bambino lo mangia. QUI spiego meglio questo processo, che ho anche usato con mio figlio Ares per introdurre carota, zucchina, ecc. Mi ci sono voluti diversi mesi.

PROCEDURA CLINICA DI DESENSIBILIZZAZIONE

Le fobie specifiche sono una classe di malattie mentali spesso trattate attraverso il processo cognitivo-comportamentale della desensibilizzazione sistematica. Quando gli individui hanno paure irrazionali di un oggetto, oppure dell’altezza, dei cani, serpenti o degli spazi chiusi, tendono ad evitarlo. Poiché la fuga dall’oggetto fobico riduce la loro ansia, il comportamento dell’individuo, per ridurre la paura, viene rafforzato attraverso il rinforzo negativo: e cioè, quello di fuggire.

L’obiettivo della desensibilizzazione è quello di superare lo schema di evitamento esponendo gradualmente la persona all’oggetto fobico fino a quando non sarà in grado di tollerarlo. In un primo momento sarà difficile per l’individuo affrontare la paura, ma gradualmente la maggior parte supererà questa paura. 

Esempio di desensibilizzazione per il taglio di capelli:

Passaggio 1. il bambino accetta di toccare le forbici oppure la macchinetta per tagliare i capelli 

Passaggio 2. Il bambino accetta di toccare la macchinetta (nel caso sia una macchinetta) 2 secondi prima che venga spenta

Passaggio 3. Il bambino accetta di toccare la macchinetta 5 secondi prima che venga spenta

Passaggio 3. Il bambino indossa il mantello protettivo e si siede sulla sedia

Passaggio 4. Si simula il taglio con le forbici o la macchinetta, senza accenderla, allungando gradualmente la durata

Passaggio 5. Si può simulare il taglio su una bambola, ad esempio, e il bambino vede come cadono i capelli della bambola sulle spalle

Passaggio 6. Taglio completo dei capelli

Potete aumentare il numero delle azioni precedenti sulla base della tolleranza del bambino. A volte, ripeto, la procedura può durare diverse settimane.

INSEGNARE LE AUTONOMIE POTENZIANDO LA MOTRICITÀ

Qui invece Ares i fa la barba da solo, che è l’altro fronte sul quale abbiamo lavorato: da una parte l’autonomia sul farsi la barba da solo e dall’altra andare dal barbiere a tagliarsi i capelli. Ci siamo trovati bene con QUESTA macchinetta: 

 

Per tagliare le unghie, ad esempio, ho iniziato un lungo processo graduale di avvicinamento al tagliaunghie. In principio ho semplicemente preteso che Ares lo toccasse e poi gli ho chiesto di accettare che appoggiasse il tagliaunghie sulle sue unghie. A questi passaggi, che possono durare settimane, sempre premiando il bambino, seguiranno altri passaggi fino a quando il bambino non accetterà il taglio completo delle unghie:

Con pazienza e caparbietà, come sempre, i risultati arrivano:

Anche per stendere i panni ho usato la tecnica della desensibilizzazione. Non tanto per l’azione di stendere in se (e della quale parlo QUI) bensì per scongiurare la sua paura dell’altezza, giacchè a casa mia, si stende nel quinto piano, e Ares aveva paura di salire le scale fino al terrazzo. Un passo alla volta, ma alla fine anche qui ci sono riuscita:

Negli Stati Uniti, circa due anni fa, è stato condotto uno studio su diversi bambini autistici che dovevano fare delle cure dentali, e tramite la desensibilizzazione, la maggior parte di loro sono riusciti ad effettuare tutte le cure previste. La notizia potete leggerla QUI.

ESERCIZI PER POTENZIARE LE ABILITÀ FINO E GROSSO-MOTORIE

In questo video invece, vi faccio vedere come ho iniziato la desensibilizzazione di Ares per il pianto dei neonati. Nel video lo vedrete in una veste insolita perchè lo conoscete mite e disciplinato durante gli esercizi didattici. Mentre invece qui, oltre ad aggredirmi (sapevo che non sarebbe stato semplice, quindi ero preparata a tutto), Ares dimostra che i rumori improvvisi sono da sempre il suo punto più debole. Infatti quando è in giro con me oppure con l’Assistente, bisogna sempre fare attenzione a non capitare vicino al luogo dove piange un bimbo, perchè Ares (anche se non ha mai fatto nulla) si avvicina sempre minaccioso e allo stesso tempo visibilmente disturbato da un rumore che, è chiaro, gli provoca tanto fastidio.
Dietro consiglio del mio supervisore ho cominciato la desensibilizzazione che consiste nel disturbare un momento piacevole di Ares (in questo caso mentre rotola il suo nastro in totale relax) con il pianto registrato di un neonato, prima per pochi secondi e poi aumentando il tempo. E’ chiaro che all’inizio non reagisce bene, ma l’obiettivo è proprio quello di abituarlo a rumori che possono accadere nella vita quotidiana e che lui deve sopportare come fanno tutti gli altri. In una prima fase mi aggredisce. In un secondo momento di disturbo (visto che non mollo) decide di contare, come gli ho insegnato io, prima fino a 5, e poi fino a 10, indicandomi quando devo smettere con la registrazione del pianto. E quindi dimostrando disponibilità nei confronti del rumore, una quasi tendenza ad accettarlo. Disponibilità che poi premio con le sue pizzette delle 16. Il lavoro ovviamente non finisce qui e il video l’ho ridotto parecchio ma è stato fatto nell’arco della giornata. Si andrà avanti a piccoli passi fin quando Ares non si cura proprio del pianto. Iniziando sempre a volume basso e pochi secondi e pian piano aumentando sia il volume, sia il tempo di esposizione. L’obiettivo NON è quello di fargli sopportare, in un ambiente naturale, il pianto di un neonato all’infinito, perchè nemmeno noi riusciamo a sopportarlo, ma quello di fargli accettare un disagio, un imprevisto, senza che ciò provochi in lui ansia o nervosismo. Nella realtà io cercherò sempre di evitare luoghi pubblici dove ci siano rumori forti, ma se devo esserci per forza, Ares sarà in grado di restare insieme a me. Ognuna di queste piccole conquiste aggiunge un tassello in più alla qualità della nostra vita. Nella misura in cui riusciamo a vivere serenamente ogni situazione, soprattutto esterna, la nostra vita tende ad essere migliore e di conseguenza viviamo meglio tutti: noi e la persona autistica.

La desensibilizzazione è spesso, una procedura lunga ed estenuante, ma i risultati sono duraturi, Vale davvero la pena provare!

GIOCHI DI LOGICA

 

5 commenti

  1. Giuseppe

    In verità mi è sembrato abbastanza scontato.
    In medina tradizionale si chiama tecnica di desensibilizzazione a piccole dosi fino ad indurre una paralisi di un comportamento reattivo immunitario.
    Comunque sono d’accordo che può aiutare quei genitori che spesso sono a loro volta avviliti e sfiduciati per il comportamento del loro figliolo che determina sempre più un allontanamento dalla società nel quotidiano.
    Dovrebbe far maturare nei genitori che non è nell’allontanamento dai luoghi e dalle circostanze di crisi la soluzione,anzi l’esatto opposto,è proprio nel dare a piccole dosi l’elemento di disturbo che si aiuta il proprio figlio.