Bambino molto aggressivo e autolesionista. Come gestirlo in classe e a casa

 

 

Ricevo molti messaggi privati e tante mail. Leggete questa:

“Ciao Barbara, sono l’insegnante di un bambino di 7 anni, autistico e che parla pochissimo. E’ molto aggressivo e tutti i giorni mi prende a calci e pugni a scuola, a me e ai compagni. Mi ha tolto già due ciocche di capelli facendomi uscire il sangue. Spesso si picchia da solo o colpisce la testa contro il muro. Vuole sempre mangiare, non sopporta che io tossisca, non riesco a stare con nessun bambino della classe perchè viene e lo colpisce. I genitori non sono tanto collaborativi e non so proprio cosa fare. Hai qualche consiglio?”

In primis quando un bambino è eccessivamente lesivo per se e per gli altri, la prima cosa da fare, durante la crisi, i calci e i pugni, è contenerlo, evitando che possa raggiungere oggetti che possano fare del male a lui e agli altri. E’ chiaro che se si tratta di un bambino piccolo è molto efficace il contenimento. Quando invece si tratta di un adolescente o di un adulto è bene farsi aiutare da altre persone.niño_agresion

La tappa successiva è quella di osservare il comportamento e valutarlo:

– Annotare il comportamento eccessivo
– Annotare cosa accade immediatamente dopo
– Annotare cosa accade immediatamente prima
– Specificare contesti, intensità, durata del comportamento problematico

Dalla valutazione del comportamento, degli antecedenti e delle conseguenze che seguono, dobbiamo:
– Individuare la funzione: capire perché il comportamento si manifesta

Una volta individuata la funzione è possibile manipolare gli antecedenti come primo intervento.
Uno stimolo antecedente è una condizione ambientale o un cambiamento di stimoli che avviene immediatamente prima del comportamento problema.
Il modo migliore per affrontare comportamenti negativi è sempre quello di riuscire a prevenirli e gestirli tempestivamente prima che divengano effettivamente problematici.

Cosa posso fare per evitare che il comportamento si manifesti?

Modificare gli antecedenti e insegnare un comportamento che vada a sostituire quello problematico rispettandone la funzione. Come? Inserendo il rinforzo Differenziale: insegnare comportamenti alternativi.

Si utilizza per insegnare comportamenti sostitutivi a quello non appropriato attraverso il rinforzo della non emissione del comportamento inadeguato e il rinforzo di comportamenti adeguati.71611ad7475baf892cc1
Rinforzo il comportamento adeguato emesso in altro momento e non rinforzo il comportamento eccessivo nel momento in cui si manifesta.
Posso decidere di rinforzare un qualsiasi comportamento alternativo a quello non appropriato oppure un comportamento specifico sostitutivo.
Il comportamento alternativo, sostitutivo, va insegnato in altro momento.
Utilità del rinforzo differenziale: dare importanza ai comportamenti ai quali di solito non si dà importanza.
Valorizza sempre  i comportamenti non problema.

La conseguenza futura per il comportamento, con un rinforzo positivo o negativo è un aumento del comportamento stesso. Ad esempio: la maestra propone un esercizio di matematica. L’allievo comincia a piangere. La maestra sostituisce l’esercizio con uno già conosciuto dall’allievo. 

Così facendo, l’allievo impara che se piange gli fanno fare quell’esercizio che gli piace tanto (o che sa fare a memoria), abbiamo quindi rinforzato un comportamento negativo, e possiamo essere sicuri che l’allievo lo rifarà.

Evitare di rinforzare il comportamento eccessivo

Non sempre è possibile prevenire un comportamento problema.
Un comportamento eccessivo si riduce se la conseguenza lo inibisce.
Bisogna quindi imparare ad estinguere un comportamento non appropriato

L’estinzione

Un comportamento aumenta se è seguito da un rinforzo.
Al contrario, se il rinforzo viene costantemente sottratto, andrà scomparendo.

Un esempio: Maria non vuole finire la scheda e getta per terra il pennarello.
L’operatore senza dire nulla prende un altro pennarello e la porta a completare il compito.

ATTENZIONE: Una volta che si decide di estinguere un comportamento è necessario agresividad-ninos-600x402essere costanti perché un solo cedimento comprometterebbe l’efficacia della strategia. Tutte le persone coinvolte e presenti anche occasionalmente (assistenti, insegnanti, parenti) devono essere informati rispetto alla risposta da dare ai comportamenti.

ATTENZIONE: Quando si utilizza l’estinzione, si va sempre incontro ad un primo momento di aumento vertiginoso del comportamento, definito Extinction burst (picco dell’estinzione)

L’estinzione è un mezzo più potente se viene affiancato a quello del Rinforzo Differenziale.
Oltre a mettere fine ad un comportamento inappropriato, insegniamo quale sia quello appropriato e lo rinforziamo.

L’aggressività involontaria. Manifestazione di un malessere.

Alla base delle crisi di rabbia più frequenti nei bambini autistici, potrebbe esserci la difficoltà di comunicazione, con conseguente frustrazione e successiva scarsa gestione delle emozioni. Le ragioni per le quali un bambino autistico ha degli scatti d’ira possono essere diverse: vuole sempre mangiare (quasi in maniera ossessiva). Non sopporta la negazione, non tollera i rumori forti, oppure in molti casi, il bambino soffre di qualche malessere fisico che lo costringe ad esprimersi con l’autolesionismo, oppure con l’aggressività.

Il Dr. Kurt Woeller che è da oltre 10 anni uno specialista in interventi biomedici per l’autismo, pratica  in California e si occupa di autismo, ADD, ADHD, e altri disordini correlati. Il Dr Woeller ritiene che non tutti i problemi comportamentali sono relativi a squilibri psichiatrici, ma che l’aggressività può essere anche influenzata da problemi biomedici ha stilato  un elenco di cose da considerare quando si tratta di comportamenti aggressivi oppure autolesionistici:Remedios-naturales-para-el-dolor-de-barriga-en-niños-e1479485345889-700x452

Comportamento continuo – l’aggressività o l’autolesionismo sono continui. In molti soggetti questo può indicare dolore, fisico o emotivo, come per esempio il dolore dovuto a stitichezza o crampi intestinali, infezioni come sinusiti, mal di testa o mal di denti. Ho visto bambini che avevano comportamenti aggressivi dovuti chiaramente al non star bene. Alcuni soggetti si mordono o sbattono la testa per riuscire ad affrontare proprio il dolore. Possono considerarsi trattamenti e valutazioni che ne tengano conto e cerchino di individuare possibili problemi medici che potrebbero essere la causa non riconosciuta dei comportamenti violenti che vediamo.
Un anno fa, per esempio, ho visto un bambino che sbatteva costantemente la testa e si colpiva sulla bocca. Dopo diversi farmaci e visite con tutti i tipi di esperti, si era giunti alla conclusione che questa condizione fosse solo parte del suo autismo. Il bambino fu poi finalmente portato da un dentista che trovò che aveva una grossa carie. Una volta curata questa, il comportamento autolesionistico si risolse.

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Comportamento intermittente – una aggressività intermittente può molte volte essere associate con sensibilità alimentari o a coloranti e aromatizzanti. Per esempio, il mais o  suoi derivati, come lo sciroppo di mais, possono causare in alcuni bambini comportamenti aggressivi. Questo avviene piuttosto comunemente, e può essere purtroppo  ignorato completamente per molti anni. Molte volte può essere utile a individuare questa causa così comune una semplice prova di eliminazione di cibi allergenici come glutine, caseina, mais, riso, agrumi e altro per 1 o 2 mesi, reintroducendoli poi lentamente uno alla volta per cercare di individuare l’alimento che dà fastidio.

Comportamento legato alla situazione – questo tipo di aggressività viene vista in una situazione particolare, come a scuola, in una nuova classe o per una situazione che dà agitazione. Alcuni bambini  non accettano che gli venga detto  ‘no’ e reagiscono con questo tipo di comportamenti, oppure il fattore scatenante può essere una situazione che crea ansia, come un posto affollato o un ristorante. La sensibilità ai rumori è un problema per le persone autistiche e i posti affollati possono essere troppo stressanti per il loro cervello, causando irritabilità e tensione.

Ora vediamo questo esempio, simile a quello della mail sopra: Luca. Un bimbo di 5 anni, molto vivace, si muove in continuazione, non si concentra mai su un gioco solo, non ti guarda e non parla. Sono pochi i materiali che attirano la sua attenzione. Vocalizza in maniera autodiretta quindi emette suoni, ma poche volte con intento comunicativo. Si picchia spesso e picchia spesso gli altri, soprattutto quando gli viene negata qualcosa.

Escluse dunque le possibilità di un malessere fisico in Luca, possiamo concentrarci sul lavoro per promuovere la comunicazione e non sul linguaggio, ma la comunicazione che viene ancor prima del linguaggio, potrebbe essere di aiuto.

Come fare?

Ci sono alcuni aspetti fondamentali che il bambino dovrebbe capire prima di acquisire la comunicazione e questi sono alcuni:

  1. Desiderare di comunicare: se il bambino non capisce che l’atto della comunicazione lo porterà a qualcosa, rimane sulle sue e non se ne accorge nemmeno che un compagno gli è vicino. Spesso commettiamo l’errore, noi adulti, di anticipare troppo velocemente quello che il bambino vuole senza aspettare che egli desideri di comunicarcelo
  2. Avere qualcosa su cui comunicare: Se il bambino non ha qualcosa da comunicare non comunicherà. Quindi l’ideale sarebbe fornire al bambini oggetti di comunicazione che lo inducano a comunicare. Qualcosa che sia dell’interesse del bambino. E una volta che la comunicazione è avviata si può procedere all’arricchimento del linguaggio
  3. Per un bambino che non è verbale, parlare potrebbe non essere il sistema preferito per comunicare. Diverse ricerche hanno dimostrato che i bambini con autismo spesso preferiscono forme alternative di comunicazione come il linguaggio dei segni, i gesti, le immagini, i pictogrammi…Una volta che l’insegnante ha capito cosa sa fare il bambino, si può procedere all’uso di queste alternative di comunicazione, inserendole in maniera molto graduale.
  4. Lo sguardo: il contatto visivo è fondamentale per trasmettere un’esperienza. Esiste un esercizio A.B.A. che consiste nel prendere  un tubo di carta, come quelli che rimangono dell’asciugatutto e farvi guardare il bambino dentro mentre voi guardate dall’altra parte . Inizialmente rinforzate con frasi o cibo; qualunque cosa il vostro studente faccia per avere il rinforzo , siate sicuri di rinforzare solo quando sta guardando dal tubo.
  5. Rendete l’ambiente adatto alla comunicazione: modificate sempre la posizione degli 61QO+stQ-NL._SX466_oggetti, rendete inaccessibili ma ben visibili gli oggetti che più piacciono al bambino, fate finta di esservi dimenticati di alcuni oggetti, violate la funzione degli oggetti. I bambini comunicano di più davanti ad eventi destabilizzanti, inattesi. Se trattenete e non condividete gli oggetti, che sapete desidera di più il bambino, aumenta senza dubbio il tentativo di comunicare e se lo lasciate in attesa di un oggetto che lui vuole, potrebbe richiederlo ancora. 

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Fonti: Dott.ssa Lara Reale. Pedagogista e consulente scolastica per l’Autismo. Master ABA di II livello. Docente nel corso di Specializzazione per Insegnanti di Sostegno 
dell’Università Cattolica