Piano di gestione della crisi a scuola. Cosa fare e cosa non fare per tutelare se stessi e gli altri

 

 

In caso di crisi del disabile a scuola quali sono gli accorgimenti da tenere per non ledere la dignità dell’alunno, per non recare nessun danno a persone o cose e per non incorrere in nessun reato? Sapete cos’è un Piano di Gestione della crisi? E un Verbale della crisi? L’avete mai fatto? Quando e come usare il contenimento fisico? 

Ecco, ho partecipato l’altro ieri ad un corso sulla gestione della crisi a scuola, lezione della Dottoressa Rita Centra, psicologa clinica, e mi preme davvero condividere con voi tutto quello che ho imparato.

Nel corso si è parlato della crisi in generale: delle tappe della crisi, di come accorgersi, della necessità dell’analisi funzionale, ecc. ma io voglio soffermarmi, in questo articolo, su cosa fare DURANTE la crisi, su come deve comportarsi un docente alle prese con la violenta crisi di un suo allievo, e su quali prassi seguire per non incorrere in nessun reato, ma, soprattutto, come fare per non ledere la dignità del bambino o adolescente e per non creare danni a persone o cose.

Si sono citati, inoltre, molti passaggi di un testo che dovete approfondire, creato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca, Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, Ufficio III, che trovate per intero QUI e che cito anche a fine articolo.

Leggete, per favore, fino in fondo.

Che cos’è un Piano di Prevenzione e di Gestione delle crisi comportamentali a scuola?

Il Piano è uno strumento fondamentale per consentire alle scuole di affrontare le situazioni di crisi comportamentale in modo specifico, organizzato, competente; in altri Paesi la stesura di tale documento è obbligatoria da tempo.

Un Piano è sostanzialmente costituito da due distinti documenti:
a) Il Piano Generale, che riguarda le linee direttrici dell’azione della scuola
b) Il Piano Individuale, che si riferisce a ciascun singolo allievo che manifesti crisi comportamentali

Ciascun Piano comprende due linee di azione:
– I percorsi per prevenire le crisi comportamentali, o per ridurle di intensità e di frequenza (che è un lavoro didattico che riguarda sia i gruppi classe sia gli
alunni che presentano le crisi) Obiettivo: comprendere e insegnare
– Le modalità di intervento nel momento in cui una crisi comportamentale si
manifesta (chi fa, che cosa, come) Obiettivo: De-escalation e contenimento
della crisi; debriefing pedagogico dopo la crisi.

Al manifestarsi di crisi comportamentali, si deve stringere una stretta alleanza tra scuola, sanità, servizi sociali, famiglie (sia quella dell’alunno che manifesta le crisi sia quelle degli altri alunni) e realtà del territorio, al fine di delineare interventi al più possibile specifici, competenti, coesi, coordinati, coerenti, costanti, tenaci e fermi.

IL LAVORO DELLA SCUOLA RISPETTO ALLE CRISI COMPORTAMENTALI
NON INIZIA QUANDO LA CRISI SI MANIFESTA, MA MOLTO PRIMA

Un Piano di Prevenzione e di Gestione delle crisi comportamentali a scuola può costituire:
a) nelle sue linee generali,
– una parte del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) della scuola, quindi del
Rapporto di Autovalutazione (RAV) e del Piano di Miglioramento (PDM)
– una parte rilevante del Patto di corresponsabilità educativa, nel quale vanno inseriti
specifici accordi scuola/famiglia; prevedendo, dopo serie di incontri dedicati al tema,
anche incontri con specialisti, formatori, Unità Operative di Neuropsichiatria per l’Infanzia (UONPIA), ecc.
– un tema prioritario nel piano di formazione del personale scolastico di cui alla Legge
107/2015
– un tema prioritario nella formazione dei Dirigenti Scolastici (anche in relazione agli aspetti giuridici e dei profili di responsabilità)
– un tema prioritario per la contrattazione integrativa di istituto
– un tema prioritario nei rapporti con le UONPIA e i Servizi Sociali.

b) nelle sue applicazioni sul singolo alunno
– una parte del PEI o del PDP in cui si individuano, sia i percorsi per la prevenzione, sia quelli per la gestione delle crisi

c) nella programmazione della classe
– un percorso di consapevolezza in ordine sia alla prevenzione delle crisi sia alle modalità di comportamento durante le crisi
– individuazione di modalità di organizzazione della classe e di metodi di insegnamento che consentano a tutti gli alunni di sviluppare identità positive, convincimento delle proprie capacità, senso di significatività per gli altri, abilità comunicative e relazionali, capacità scolastiche, sviluppo dei talenti individuali, capacità di lavorare in gruppo, solidarietà, empatia.

2. Il Piano nel quadro dei documenti scolastici
Le azioni generali che la scuola mette in atto sia per prevenire sia per gestire le crisi comportamentali possono trovare adeguata collocazione nel PTOF, comprendendovi:
o La formazione specifica del personale (docente e ATA) nel quadro della formazione di
cui alla Legge 107/2015, quindi: inserimento del percorso di formazione nel piano di
ambito, in quello della scuola e in quello dei singoli docenti
o La formazione delle famiglie, tramite collaborazioni con le UONPIA, con i servizi
sociali, con le associazioni delle famiglie, con le Università, con esperti nel campo;
o Gli incontri con gli allievi (se in età adeguata) paralleli a quelli con le famiglie e sugli stessi argomenti
o La definizione di cosa si intende per crisi comportamentale e quali sono le situazioni in cui tali crisi si manifestano più facilmente (in collaborazione con UONPIA)
o L’indicazione delle azioni che il personale scolastico deve compiere (e quali deve evitare) al momento in cui si presenti una crisi comportamentale rilevante
o Come deve essere gestita la classe durante e dopo la crisi
o Chi deve fare che cosa al momento in cui si manifesta una crisi comportamentale (in parallelo alla gestione delle situazioni di crisi create da altre cause)
o Come deve essere redatto il rapporto sulla crisi (tramite form preimpostato) ed entro quanto tempo, rapporto da allegare al registro e da inviare al Dirigente Scolastico
o Come devono essere informate le famiglie ed eventualmente i curanti o i servizi sociali
o In quali casi è necessario chiamare il 118 e come
o Le linee generali della prevenzione: analisi funzionale del comportamento esplosivo e successive elaborazioni
o La gamma degli strumenti pedagogico-didattici a disposizione dei docenti per prevenire le crisi comportamentali
o Descrizione, in linea generale, delle situazioni che richiedono la segnalazione alla Procura dei Minori da parte del Dirigente Scolastico
o Descrizione, in linea generale, delle situazioni che richiedono la segnalazione ai Servizi Sociali da parte del Dirigente Scolastico
o L’obbligo da parte dei docenti di elaborare e di attuare il piano didattico per la prevenzione e la gestione delle crisi comportamentali, quando necessario e nel più breve tempo possibile (anche con formulazioni provvisorie e da sottoporre a verifica attuativa) o l’identificazione sul territorio dei possibili supporti per la scuola e per la famiglia (referenti del servizio sanitario, dei servizi sociali, enti no-profit, università, …) o In caso di alunni certificati che fruiscano di personale educativo-assistenziale, nel PTOF sono indicati gli accordi con il Comune (che farà eventualmente da tramite con le Cooperative appaltanti) per la condivisione della formazione da parte di tale personale.
Di conseguenza, nel RAV potranno essere valutati gli effettivi livelli di attuazione dei singoli punti previsti nel PTOF e nel PDM gli impegni della scuola per portare ad attuazione o per migliorare l’efficacia degli aspetti non ancora debitamente concretizzati.

Il Patto di corresponsabilità educativa dovrebbe comprendere gli accordi tra scuola, famiglia ed allievi (se di età adeguata) su:
– Impegno delle parti a collaborare alla stesura e all’attuazione del Piano di prevenzione e di gestione delle crisi comportamentali per gli allievi che ne abbiano necessità
– Impegno a comunicare in modo proattivo, senza fomentare tensioni, senza lasciare spazio a colpevolizzazioni e recriminazioni
– Impegno degli adulti a non disconfermare in alcun caso gli altri adulti davanti all’alunno (né la famiglia verso la scuola né la scuola verso la famiglia)
– Impegno degli adulti a non definire mai in modo negativo l’alunno problematico.

3. Quando è consigliabile predisporre il Piano?
Il Piano generale andrebbe predisposto da ogni scuola se vi sono alunni con crisi comportamentali, al fine di predisporre gli interventi necessari a sostenere i Piani individuali; se non vi sono alunni di questo tipo, per essere pronta all’occorrenza.
Il Piano individuale si rende necessario:
– prima dell’ingresso di un nuovo alunno di cui la scuola precedente o la famiglia segnali che ha avuto in passato crisi comportamentali
– al momento in cui un alunno manifesta la prima crisi a scuola.

4. Perché è utile predisporre il Piano?
Predisporre il Piano generale e quello Individuale è utile per non lasciare i singoli alunni e insegnanti in balìa degli accadimenti e, soprattutto, per mettere in sicurezza le persone e le cose.
Le crisi comportamentali:
– comportano alti livelli di rischio per le persone e le cose
– dimostrano e determinano grande sofferenza
– generano profondo turbamento nella vita scolastica, quindi richiedono uno specifico intervento pedagogico-didattico e una precisa struttura organizzativa dentro la scuola, nei rapporti con le famiglie (sia dell’alunno problematico sia degli altri alunni), con i curanti, con i servizi sociali, ecc.
Questi aspetti possono essere definiti e valutati nella loro efficacia soltanto se si redigono documenti specifici in cui vengono definiti i compiti di ciascuno, le modalità di comportamento, la documentazione degli eventi, ecc.
In caso di incidenti gravi alla scuola si richiede di dimostrare di aver fatto tutto ciò che era possibile per mettere in sicurezza le persone e le cose. 

5. È obbligatorio il consenso della famiglia alla stesura del Piano individuale?
È sempre necessario che le famiglie siano pienamente coinvolte, soprattutto in queste fasi di estrema delicatezza e ad alto rischio.
Quindi la scuola dovrebbe fare ogni sforzo per convincere le famiglie della necessità della stesura del Piano individuale, richiedendo ed ottenendone la collaborazione e la condivisione.
Se tuttavia si riscontrassero situazioni in cui le famiglie negano l’evidenza della gravità del comportamento dei figli, anche di fronte a documentazioni inoppugnabili, la scuola è chiamata a procedere d’ufficio, in quanto non può venire meno al proprio dovere di garantire la sicurezza nei locali e nei tempi scolastici, sia per gli altri alunni sia per il personale scolastico stesso.

Non essendo, la crisi, un comportamento volontario, la colpevolizzazione dell’alunno non serve a nulla, anzi rischia di generare ulteriore aggressività e senso di inadeguatezza, oltre che riprovazione sociale. Anche le punizioni spesso sono inefficaci, anzi, finiscono per genere una escalation che si conclude comunque con la sconfitta del mondo adulto, che ovviamente non può superare i limiti del rispetto e della legittimità.
Il più delle volte non serve neppure chiedere “Perché ti comporti così?”. Infatti se l’alunno fosse in grado di ragionare e colloquiare e fosse pienamente consapevole dei propri sentimenti e sapesse gestirli, allora non ci sarebbero crisi comportamentali.
Il colloquio con l’alunno deve sempre rimanere aperto (alle condizioni per lui possibili), ma si devono individuare e utilizzare canali e livelli comunicativi diversi.
Mai coinvolgere altri alunni nella gestione diretta della crisi comportamentale nel momento in cui esplode.
Insegnare agli altri alunni ad allontanarsi e a mettersi in sicurezza, eventualmente chiamando altri docenti in aiuto, ma senza movimenti scomposti, senza urlare, senza isterismi.
Il contenimento di una crisi comportamentale riguarda esclusivamente gli adulti, possibilmente formati.

11. Come si registra una crisi comportamentale
Il linguaggio che descrive cosa fa il ragazzo durante una crisi, deve essere specifico, analitico e non deve contenere espressioni “giudicanti” (aggressivo, non cooperante, violento, maleducato, …).
Se l’alunno urla, calcia, morde, sputa, sono questi i termini che vanno usati.
Chi legge deve comprendere esattamente cosa fa l’alunno come se assistesse direttamente alla scena.
Il report scritto può servirsi di modelli già predisposti; tali modelli risultano molto facilitanti, in quanto possono prevedere la maggior parte dei comportamenti che si manifestano durante la crisi, in modo da poter, di volta in volta, evidenziare cosa è accaduto, in modo veloce e sintetico.
La costruzione di una documentazione quanto più possibile precisa e puntuale della crisi serve per poter effettuare una accurata analisi della situazione, al fine di comprendere cosa la determina e fornisce l’informazione da trasmettere alla famiglia e al Dirigente Scolastico (ed eventualmente ai curanti, ai servizi sociali, ecc.). Inoltre, questa documentazione diventa fondamentale in caso di conseguenze gravi, con coinvolgimento delle assicurazioni, del Pronto Soccorso, dell’autorità giudiziaria.
La scheda che segue è offerta ad esclusivo fine illustrativo. Le scuole potranno sviluppare propri modelli, anche più semplici ed essenziali di quelli qui presentati, ma tali da rispondere alle proprie effettive esigenze.

ISTITUZIONE SCOLASTICA:
PLESSO SCOLASTICO:
MODELLO A – VERBALE DI DESCRIZIONE DI UNA CRISI COMPORTAMENTALE
alunno: data: osservatore/osservatori
ORA DI INIZIO DELLA CRISI
ORA DI FINE DELLA CRISI
È STATA CHIAMATA LA FAMIGLIA?                                          SÌ NO
È STATO CHIAMATO IL 118?                                                      SÌ NO
Se è stato chiamato il 118 allegare modulo

di registrazione della segnalazione 
L’alunno è certificato Legge 104/92?                                        SÌ NO

Codici ICD10 del CIS
L’alunno assume farmaci particolari?                                      SÌ NO Se sì, dire quali
Se prende farmaci, sono stati segnalati
possibili effetti collaterali                                                          SÌ NO Se sì, dire quali
L’alunno soffre di particolari problemi
di salute (non rientranti nella categoria
precedente)?                                                                              SÌ NO Se sì, dire quali
Se ci sono problemi di salute, la scuola
è stata avvisata di particolari fragilità
derivanti dalla patologia?                                                            SÌ NO Se sì, dire quali
L’alunno ha segnalazioni psicologiche o
psichiatriche con richiesta dei curanti
di predisposizione di un PDP?                                                    SÌ NO Se sì, riportare                                                                                                                              problema segnalato
Se c’è una segnalazione, cosa indicano i
curanti per quanto riguarda il
comportamento dell’alunno?
L’alunno e/o la sua famiglia sono in
carico ai servizi sociali?                                                                 SÌ NO Se sì, riportare                                                                                                                             problema segnalato

I servizi sociali hanno segnalato alla
scuola problemi particolari riguardanti
il comportamento dell’alunno?                                                      SÌ NO Se sì, dire quali
Vi sono accordi pregressi tra scuola e:
– Famiglia
– Servizi sociali
– Curanti                                                                                               SÍ NO Se sì, dire quali

Descrizione del contesto in cui è avvenuta la crisi
Locali scolastici                                                       aula della propria classe corridoio bagno
                                                                                    palestra mensa Ingresso
                                                                                    scale Cortile o giardino Laboratorio di ….
                                                                                    bar Aule di altre classi Biblioteca
Attività scolastica in corso                                    Lezione frontale, intervallo, Educazione                                                                                            fisica
                                                                                    Spostamento tra ambienti
                                                                                     esercitazione Lavoro di gruppo
                                                                                     Lavoro individuale Compito in classe                                                                                               pranzo

Mezzo di trasporto scolastico                                Pul mino scolastico Pullman per gita …..

Contesto extrascolastico, ma                                   Visita didattica (dove e a fare cosa)
durante una attività
scolastica

Per strada durante uno
spostamento con la classe
Campo sportivo
teatro …..
Altri contesti
(descrivere)

Livello di intensità del comportamento:

comportamento          basso                 medio                alto          altissimo    durata min

Urla
Calcia
Morde se stesso
Morde gli altri

Salta
Strattona i
compagni
Tira pugni contro persone
Tira pugni contro oggetti
Si strappa i capelli
Strappa i capelli ad altri
Sbatte la testa contro il muro o
il pavimento o ad oggetti
Si strappa i vestiti
Strappa i vestiti ad altri
Si graffia
Graffia gli altri
Utilizza un linguaggio
volgare, lancia insulti
Minaccia gli altri
Minaccia di uccidersi
Distrugge oggetti
Lancia oggetti senza mirare a qualcuno
Lancia oggetti contro gli altri
Aggredisce sessualmente

Analisi delle condizioni fisiche dell’alunno durante e dopo la crisi
Descrizione Intensità                  bassissima     bassa      media      Alta     Altissima
Diventa rosso
Diventa pallido
Respira velocemente
Sbava
Vomita
Trema
Diminuisce il
livello di
coscienza (fino
allo svenimento)
Sanguina da
ferite autoinferte o
casuali
riporta lividi o
contusioni
……..

Analisi dei danni fisici e dei danni ad oggetti causati dalla crisi
Descrizione dei danni
quantificazione osservazioni
Al termine della crisi, l’alunno presenta lividi o ferite?      Se sì, dire quali
Sono state necessarie medicazioni effettuate a scuola?
Sono state necessarie medicazioni effettuate da
personale del 118 o del pronto soccorso?
L’alunno ha danni agli abiti?
Vi sono danni ad oggetti personali dell’alunno (occhiali, tablet, ….)
Ferite o contusioni riportate da docenti (specificare quali e subite da chi)

Ferite o contusioni riportate da allievi (specificare quali e subite da chi)
Ferite o contusioni riportate da altre persone presenti in
contesti extrascolastici
Le ferite hanno richiesto intervento sanitario? (pronto
soccorso, 118, medico di famiglia, ….)
Ci sono referti medici?
Rottura di vetri
Rottura di sedie
Rottura di tavoli
Rottura di armadi
Rottura di porte
Danni a dotazioni informatiche
Danneggiamento di libri della scuola
Danneggiamento di libri di altri alunni
Danni a capi di vestiario dell’alunno
Danni a capi di vestiario del personale scolastico
Danni a capi di vestiario di altri alunni
Danni a oggetti di terze persone estranee alla scuola

Descrizione di come è iniziata e di come si è conclusa la crisi
Ci sono stati segnali di
agitazione o di conflitto prima
che esplodesse la crisi?                                                  Se sì, descriverli
Nelle ore precedenti la crisi, ci
sono stati segnali di aumento
della tensione, dello stress,
rifiuto del lavoro, contrasti con
qualcuno?                                                                        Se sì, descrivere
Se c’è stato aumento di
tensione o di rabbia o
manifestazioni di insofferenza,
o aumento di stress, sono
state attuate procedure di
decompressione?                                                            Se sì, dire quali e con quale esito
La famiglia ha segnalato
aumento di tensione o crisi di
rabbia, o panico o altro?                                               Se sì, riportare cosa ha comunicato la                                                                                               famiglia
Cosa stava facendo
esattamente l’alunno nel
momento in cui è scattata la
crisi?
Cosa stavano facendo i
compagni?
Come si sono comportati i
compagni durante la crisi? Fare una descrizione specifica
Quali e quanti adulti sono
intervenuti durante la crisi?
Cosa ha fatto ciascuno di loro?
Chi ha parlato con il ragazzo?
Cosa gli è stato detto?
Quali indicazioni sono state
date ai compagni e da parte di
chi?
Qualcuno ha cercato di
fermare fisicamente l’alunno?                                            Se sì cosa ha fatto esattamente?
Qual è stato l’esito di questo
intervento?
Se nessuno ha cercato di
fermare fisicamente l’allievo,
dire perché
L’alunno è stato spostato in
altro luogo fisico durante o
dopo la crisi?

DATA DI COMPILAZIONE
FIRMA/FIRME
LA FAMIGLIA È STATA VERBALMENTE INFORMATA:
Durante la crisi
Subito dopo la crisi
Entro la fine della giornata scolastica
Chi ha contattato la famiglia?
SECONDO QUANTO DEFINITO DAL PIANO GENERALE, LA PRESENTE SCHEDA COMPILATA PER LE PARTI DI INTERESSE, ENTRO LE 24 ORE SUCCESSIVE ALLA CRISI, VIENE:
– Allegata al registro
– Inviata al Dirigente Scolastico secondo le modalità di trasmissione previste dal Piano
Generale
– Inviata alla famiglia secondo le modalità di trasmissione previste dal Piano Generale
DATA__________________
NOME E FIRMA LEGGIBILE DI CHI HA PROVVEDUTO AGLI ADEMPIMENTI SOPRA RIPORTATI

Una scheda schematica, predisposta dalla scuola ed utilizzata al bisogno:
a) consente di registrare in modo veloce gli accadimenti
b) può essere allegata al registro di classe come documentazione dell’accaduto
c) può essere la relazione al Dirigente Scolastico
d) può costituire la relazione alla famiglia ed eventualmente ai curanti o ai servizi sociali (se coinvolti nel caso) e) può costituire documento probante in caso di coinvolgimento delle forze dell’ordine.

Un verbale della crisi andrebbe archiviato per almeno 25 anni.

IMPORTANTE:

I principi della gestione della crisi sono:

  • Privilegiare l’interesse dell’utente
  • Preservare la sua dignità
  • Attuare un intervento ragionevole e proporzionato
  • Applicare la minima forza (ultima risorsa)
  • Evitare lesioni, dolore, sofferenza
  • Dimostrare sempre la necessità dell’intervento 

Mai rinchiudere a chiave un bambino o un ragazzo o adulto per contenere la crisi (si incorre nel reato di sequestro di persone)

Anche per interventi come il time out (punizione che consiste nel sedere la persona in una sedia da solo girando la testa verso il muro, o simile) serve il consenso del genitore.

Prima della crisi (appena si notano i segni premonitori):

  • pupille dilatate
  • pugni chiusi
  • respiro rapido
  • segnali d’ansia
  • poca collaborazione
  • ecolalie ripetitive
  • cammina a cerchio
  • Molto distratto
  • oppure altri segni che sapete voi, ogni bambino è diverso

Cosa fare:

  • Capire perchè
  • Riorganizzare l’ambiente
  • Chiedere conferma delle fonti di fastidio (es. ti da fastidio il rumore?)
  • Parlare con tono di voce lento e calmo
  • Rassicurare
  • Distrarre

Durante la crisi (fase di scalation). 

  • Urla
  • Prende Oggetti
  • Graffia
  • Colpisce
  • Si ferisce

Cosa fare:

  • Rendere l’ambiente sicuro
  • Mantenere la calma
  • Allontanare compagni di classe (in maniera silenziosa e tranquilla)
  • Mai coinvolgere compagni di classe nella gestione della crisi
  • Non assumere postura o tono della voce aggressivi
  • Avere le mani aperte, non tenere i pugni chiusi
  • Provare a distrarre
  • Il tono della voce è fondamentale. Mantenere sempre la voce bassa e calma
  • Evitare domande del tipo (perchè fai così, ecc)
  • Non dare comandi negativi (non correre, non urlare, ecc)
  • Dare istruzioni positive (invece di dire “non correre”, dire “cammina”
  • Evitare posizioni frontali o sfidanti, faccia a faccia
  • Fare un passo indietro e posizionarsi di lato alla persona con la crisi
  • Evitare il contenuto verbale (perchè soltanto il 7% di quello che dici viene percepito
  • Proporre delle scelte (vuoi uscire o restare qui?) 
  • Dare una via d’uscita dignitosa
  • Se è possibile favorire lo spostamento in campo neutro guidandolo dai gomiti (da dietro)
  • Intervento fisico (Per quanto riguarda l’intervento fisico le tecniche di contenimento non vanno fatte da chiunque ma soltanto da chi è formato ad usare in modo giusto le mani o il corpo)
  • Esistono diversi tipi di contenimento:
  1. Emotivo e relazionale (andrà tutto bene, ecc.)
  2. Contenimento ambientale (spostare)
  3. Contenimento fisico (Guida, Blocco, Contenimento, Disimpegno, parare i colpi)

Non è consentito:

  • la presa a “cestino” (incrociando da dietro le braccia della persona per bloccarla) perchè è una tecnica che comprime la cassa toracica.
  • Contenimento a posizione prona
  • Stare a cavalcioni sul dorso della persona
  • Contenimento da seduti
  • Pressione sul collo
  • Tecnica del naso (botta al naso o simile, anche con la mano aperta), possono andare frammenti di ossa nel cervello
  • Qualunque tecnica di contenimento non consentita dalla legge che possa creare slegamenti, fratture, lividi importanti, traumi.

Dopo la crisi (recupero)

  • la tensione si abbassa ma potrebbe riattivarsi
  • Si abbassa l’umore della persona che ha appena avuto la crisi (alcuni piangono)
  • Possono sentire sensi di colpa

Cosa fare:

  • Mantenere sempre la distanza di sicurezza
  • Riflettere sul perchè della crisi (di solito la persona tende ad essere più ricettiva in questa fase)
  • Provare a riparare il danno (se ha messo giù le sedie provare a sistemarle), ecc.
  • Fare quindi un verbale della crisi

Al posto del Piano di gestione della crisi (citato sopra) è possibile creare un Piano di Gestione del comportamento, il quale dovrebbe contenere:

  • Comportamenti problema
  • Fattori scatenanti
  • Notizie sulle condizioni mediche
  • Problemi sensoriali
  • Strategie di contenimento fisico (approvate)
  • Proporre il Piano in sede istituzionale
  • Farlo firmare da tutte le categorie

Un Piano di gestione del comportamento comprende:

  • Stato di calma (cosa fa durante questa fase)
  • Primi segni di agitazione (spiegare cosa la persona e cosa si fa per evitare la crisi)
  • Comportamento in stato di agitazione (spiegare concretamente cosa fa: se tira i capelli, se urla, se sputa, se colpisce ecc)  e cosa si attua in conseguenza di questi atteggiamenti.

Un esempio di Piano di comportamento lo trovate qui:

Esempio di Piano gestione comportamento

Approfondimenti in questi siti: Laboratorio di apprendimento (bisogna registrarsi per avere accesso ai documenti) All’interno ne trovate diversi, scritti anche dalla Dottssa Rita Centra, la quale ha tenuto il corso sulla gestione della crisi al quale ho partecipato. E trovate anche diversi corsi ai quali partecipare.

SUGGERIMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEL PIANO DI PREVENZIONE E DI GESTIONE DELLE CRISI COMPORTAMENTALI A SCUOLA