L’obiettivo di TUTTO il nostro insegnamento è creare abilità che siano socialmente significative. Vogliamo insegnare competenze funzionali, importanti e utili. Affinché ciò avvenga, nostro figlio oppure nostro allievo, deve dimostrare quelle abilità in situazioni diverse, con persone diverse e inoltre, tutte le abilità imparate devono perdurare nel tempo.
Ad esempio, se sto insegnando la parola mela e uso questa figura per la parola target “mela”, questa è la mela che mio figlio riconoscerà automaticamente.
È questa l’unica mela che esiste nel mondo? No. Ecco perché abbiamo bisogno di generalizzare le abilità che insegniamo sia in classe che a casa. In realtà, nel nostro quotidiano, ci sono molte mele in molte forme, colori, ecc. Ci sono mele vere, mele dei cartoni animati, meli. Ci sono davvero tanti tipi di mele e se i nostri figli sono in grado di riconoscere soltanto una mela rossa solitaria, sanno davvero cos’è una mela?.
La generalizzazione delle competenze è una componente importante di qualsiasi tecnica d’insegnamento diretto, in questo caso parliamo della terapia A.B.A. Fondamentalmente, ogni volta che insegniamo ai nostri figli un nuovo concetto, dobbiamo dar loro l’opportunità di applicare questo nuovo apprendimento in più contesti. Alcune generalizzazioni possono verificarsi da sole senza pianificazione, ma la ricerca ha dimostrato che quando si pianifica la generalizzazione è molto più efficace (Stokes e Baer, 1977).
I bambini autistici spesso hanno difficoltà a “generalizzare” le abilità. Il modo migliore per garantire la generalizzazione quando si insegna a un bambino una nuova abilità è quella di costruire la generalizzazione nei programmi di insegnamento. La maggior parte dei bambini non ha la capacità, almeno inizialmente, di apprendere una nuova abilità e dimostrare automaticamente la generalizzazione. Spesso il modo in cui assicuriamo che ciò accada è quello di insegnare nuove abilità in nuovi ambienti, con una varietà di persone, con vari toni di voce, utilizzando più materiali (se i materiali sono coinvolti), oltre a più risposte (corrette) ( se appropriato), ecc. fin dall’inizio dell’insegnamento dell’abilità.
Ad esempio: se decidi di insegnare a tuo figlio a dire “sto bene” quando altri gli chiedono “come stai”, devi mettere in conto che una persona potrebbe non sapere che tuo figlio risponde “sto bene” soltanto alla domanda specifica “come stai”. E potrebbe chiedergli: “come va?”, ecc. E’ bene, quindi, prevenire i modi diversi con cui potrebbe avvenire la generalizzazione per garantirne il successo.
Se puoi insegnare a un bambino o uno studente a dire “Ciao” a te, ma poi non saluta mai coetanei o adulti sconosciuti, allora che senso ha? In che modo l’abilità di dire “Ciao” è di beneficio a quel bambino? L’insegnamento di un bambino autistico non dovrebbe mai cadere nel vuoto. Le abilità apprese dovrebbero essere applicate intenzionalmente attraverso diverse impostazioni e individui, per aiutare il bambino ad interagire in modo significativo con il proprio ambiente.
Ciò che può accadere in un programma ABA è che l’istruttore o il terapeuta non si ricordi di pianificare la generalizzazione. Quando insegni a un bambino autistico, è indispensabile aiutarlo a generalizzare l’argomento che ha appreso. Se a un bambino viene insegnato a dire la parola “mamma” perché un terapeuta mostra una foto di sua madre, ciò non significa che il bambino dirà “mamma” quando sua madre entrerà nella stanza. Il motivo per cui di solito c’è un fallimento nell’insegnare un’abilità è la mancanza di generalizzazione.
Insegnare necessita lavoro, pianificazione e lungimiranza. Sarebbe piuttosto difficile pianificare correttamente la generalizzazione senza un chiaro obiettivo finale. Alcuni insegnanti o terapisti ABA spesso realizzano obiettivi a lungo termine e a breve termine, ma senza un obiettivo finale. Un obiettivo finale risponde alla domanda ” Cosa voglio ottenere realmente quando il bambino padroneggia questa abilità “. Un obiettivo a lungo termine potrebbe essere quello di far sì che un bambino riesca a sedersi tranquillamente alla scrivania durante le transizioni, invece di disturbare i coetanei, camminare per la classe o dedicarsi alle stereotipie. Un obiettivo finale sarebbe molto più ampio di quello, ad esempio aspettarsi che il bambino scelga un’attività appropriata da intraprendere durante i periodi di inattività o le transizioni senza l’assistenza di un adulto. Ad esempio, scrivere frasi in un diario, leggere tranquillamente o disegnare un’immagine.
Qualsiasi abilità che insegni a un bambino autistico dovrebbe essere fatta con un obiettivo finale in mente.
Per capire se tuo figlio o tuo allievo ha bisogno di più o meno generalizzazione, dovresti chiederti: se tolgo me, che gli ho insegnato a fare questo o quello e inserisco un’altra persona, l’apprendimento ne soffrirebbe? Se cambi il rinforzo, l’apprendimento ne soffre? Se ti trasferisci in una nuova classe / ambientazione, casa, l’apprendimento ne soffre? Se cambi la tua formulazione (“Vieni qui” invece di “Ares, stai vicino a me”) l’apprendimento ne soffre? Se la risposta è SI, è probabile che non ci sia abbastanza generalizzazione delle competenze.
Cooper, Heron e Heward hanno alcuni suggerimenti e consigli utilissimi per applicare la generalizzazione. Queste strategie sarebbero efficaci sia in un contesto scolastico che in qualsiasi seduta ABA di qualità (ho implementato molte di queste strategie nel corso degli anni, e sono ottime per promuovere la generalizzazione):
- Insegnare con più istruzioni: È molto comune nei bambini autistici non capire automaticamente più istruzioni che intendono significare la stessa cosa. Si consiglia di iniziare con l’insegnamento di un modo, quindi insegnarne un altro, mentre si usa ancora il modo vecchio occasionalmente. Continua con l’integrazione di nuove istruzioni quando quelle precedenti sono oramai imparate. Alla fine, quando sei certo che il bambino padroneggia più modi, puoi insegnare altre istruzioni. Es. “Vieni al tavolo” e “Vieni qui”.
- Utilizzare 1 o più insegnanti (questo è il motivo per cui la maggior parte dei programmi ABA utilizza 2-3 terapisti per caso). La generalizzazione tra le persone sarà più semplice se un bambino ha più insegnanti diversi anziché uno solo. Es. Non cedere al piagnucolare dovrebbe essere praticato da tutti gli individui in contatto con il bambino.
- Insegnare molti esempi: Uno dei modi più affidabili per raggiungere la generalizzazione è insegnare molti esempi diversi. Questo può essere fatto attraverso persone, impostazioni, oggetti, comportamenti o qualsiasi altro aspetto rilevante. Es. Insegnare la parola “tazza” con una varietà di tipi di tazze.
- Scegli comportamenti “funzionali”: Insegnare comportamenti che possano essere utili al bambino nella vita di tutti i giorni. Il cambiamento di comportamento dovrebbe implicare che il bambino sia in grado di ottenere indipendentemente il rinforzo dal proprio ambiente. Insegna abilità che migliorino la vita del bambino, come ad esempio insegnare a richiedere le cose che vuole, piuttosto che insegnare altre abilità che non sono utili.
- Insegna da una varietà di posizioni (ti siedi sempre accanto al bambino? Scambiatevi!).
- Regolarmente e costantemente tira fuori il vecchio materiale e fai ricapitolazioni, assicurati che il bambino esegua senza problemi quell’abilità.
- Utilizza un programma intermittente di rinforzo (iniziare a ridurre il programma di rinforzo in modo che il bambino non sia sicuro esattamente di quando gli verranno consegnati i rinforzi).
- Chiedi ad altre persone di aiutarti a rafforzare i comportamenti mirati.
- L’apprendimento avviene 24 ore al giorno: La generalizzazione non dovrebbe avvenire solo durante i periodi programmati, ma anche nel loro ambiente naturale poiché ogni momento in cui il bambino è sveglio è un’altra opportunità per imparare qualcosa. Es: se il bambino vuole qualcosa cogli l’occasione per applicare gli argomenti che sai ha imparato.
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