Già in passato ho trattato questo argomento che davvero mi sta a cuore.
Conosco ragazzi autistici che hanno quasi 20 anni e ancora frequentano il secondo anno del Liceo. E ho anche sentito parlare di altri che rimangono persino due anni in più dopo la fine della scuola secondaria di primo grado. SBAGLIATO no, SBAGLIATISSIMO!
Sempre sia chiaro che il mio è un parere del tutto personale, e che sono consapevole della difficoltà di milioni di famiglie, che, abbandonate dallo Stato, non sanno come districarsi con le attività quotidiane del proprio figlio. Pomeriggi interi a guardare la TV, a sostare sul divano, a urlare dentro casa, senza un minimo aiuto di nessuno, senza un amico che ti porga una mano, senza una ASL che ti assista correttamente… lo so, lo capisco.
Ma la soluzione, credetemi, non è lasciare i nostri ragazzi, ad oltranza, insieme ai ragazzi più piccoli. Non giova ai nostri figli e neanche ai loro compagni. Ad ogni modo…
Cosa dice la legge?
- Nel passaggio dalla scuola dell’infanzia alla primaria non c’è problema di valutazione; una vecchia circolare (C.M. n° 335/75) consentiva il trattenimento in scuola dell’infanzia, sentiti gli esperti; ma tale norma è stata abrogata dalla l. n° 53/03 che ha fissato in modo inderogabile l’inizio dell’obbligo scolastico per tutti al compimento dei sei anni di età.
- Per gli alunni di scuola primaria, il problema è quasi inesistente, dal momento che sono stati aboliti gli esami di licenza elementare e dove per bocciare occorre l’unanimità dei docenti della classe; basta quindi che uno solo sia contrario, compreso il dirigente scolastico, e la bocciatura è impossibile.
- Per gli alunni con disabilità di scuola secondaria di primo grado è ancora in vigore l’art. 14 comma 1 lettera c) della l. n° 104/92 che consente, per il raggiungimento dell’obbligo scolastico sino al 18° anno di età, sino ad una terza ripetenza (quindi quarta frequenza della stessa classe). Però tale norma aveva un senso quando non si poteva andare alle scuole superiori senza diploma di licenza media. Ormai essa è resa inutile dall’art. 11 comma 11 dell’O.M. n° 90/01 che consente per tali alunni l’iscrizione alle scuole superiori col semplice attestato certificante i crediti formativi maturati.
- Per gli alunni con disabilità di scuola secondaria di secondo grado, secondo l’articolo 14 comma 1 lettera c della legge 104/92, permette fino a 3 ripetenze della stessa classe per il raggiungimento del 18° anno di età per l’obbligo scolastico. La normativa è cambiata, da quando è possibile accedere alla scuola secondaria di secondo grado, per gli alunni con disabilità, senza essere in possesso del diploma di scuola media ma solo grazie ad un certificato che attesti i crediti formativi maturati.
Per gli alunni che seguono un PEI differenziato la ripetenza quindi, non ha valore, dal momento che il PEI differenziato non deve raggiungere gli obiettivi dei programmi statali, ma quelli specifici stabiliti singolarmente per quel determinato alunno.
La legge quindi vieta la bocciatura, nel caso il disabile abbia un PEI personalizzato, in qualsiasi ordine di studio, e poi, soprattutto alle superiori, dopo i 18 anni, come ben sapete, i nostri figli non sono più autistici per lo Stato, di conseguenza perdono automaticamente il docente di sostegno, l’assistenza specialistica, e la scuola, già provata da tagli, riduzioni e poca o scarsa preparazione, la si ritrova in seria difficoltà per gestire il disabile.
E’ importante infine che, in seno a tale gruppo misto, vi sia uno scambio tra i docenti di informazioni, esperienze e strategie per garantire la continuità del progetto inclusivo.
Mio parere personale
Secondo me dobbiamo concentrare le nostre energie in lotte diverse. Piuttosto che ambire a che nostro figlio rimanga a scuola, lottiamo per far si che venga preso in carico dallo Stato dopo la scuola dell’obbligo. Lottiamo con lo scopo che si creino strutture in grado di fornire ai nostri ragazzi gli strumenti necessari affinchè un giorno possano vivere “da soli” durante la nostra vecchiaia o dopo la nostra morte.
Alziamo la voce per evitare che ci capitino soprusi e ingiustizie, com’è capitato a Daniela Laguardia, maltrattata in una struttura di Legnano e trasformata da fanciulla allegra e serena a donna cupa ed introversa.
Nella misura in cui continueremo a perdere energie nelle banalità: dicasi fare causa per avere un Diploma, dicasi fare causa perchè nostro figlio acceda all’università, dicasi prendercela con la scuola perchè non ha bocciato per l’ennesima volta nostro figlio… continueremo a travisare il problema.
Quello che ci serve è qualcuno che dopo la scuola dell’obbligo (mettiamocelo in testa), ci prenda per mano e ci rassicuri portando i nostri ragazzi in una struttura bella, accogliente, immersa nel verde, con sale per relax, luce soffusa, che abbia un personale sano di mente, professionale, gentile… no, non è un sogno… lottiamo per questo! Si può!
Per informazioni riguardo questo argomento
Avvocato Salvatore Nocera
Responsabile dell’area Normativo-Giuridica dell’Osservatorio dell’AIPD sull’integrazione scolastica
Viale delle Milizie, 106
00192 Roma
06/3723909
06/3722510
Email:osservscuola.legale@aipd.it
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