Secondo uno studio condotto su 55.000 bambini nel Nebraska, un bambino con qualsiasi tipo di disabilità intellettiva aveva quattro volte più probabilità di essere vittima di abusi sessuali rispetto a un bambino senza disabilità (Sullivan e Knutson, 2000).
I numeri in Italia
La violenza di genere contro donne disabili è un fenomeno che rischia di rimanere sommerso. Per cominciare a esplorarlo, nel 2017 Aias Bologna ha condotto una ricerca nell’ambito del progetto “Voci di donne”, da cui è emerso che il 54% delle rispondenti si è sentita discriminata in quanto donna con disabilità nell’accesso ai servizi, a causa di barriere sociali e nelle relazioni affettive. Oltre il 40% ha dichiarato di aver ricevuto un maltrattamento psicologico ed emotivo, oltre il 7% un abuso sessuale; il 23% ha denunciato negligenza o omissione da parte di chi dovrebbe prestarle cura.
“In caso di violenza le donne disabili possono avere un problema in più, il paradosso di doversi rivolgere al maltrattante”, ha osservato anche il disability manager del Comune di Bologna.
Secondo il sito disabili.com, altri inquietanti dati che raccontano le violenze e gli abusi subiti dalle ragazze e dalle donne con disabilità sono quelli che emergono dai questionari raccolti dall‘indagine VERA (Violence Emergence, Recognition and Awareness), un’iniziativa promossa da FISH e da Differenza Donna che intende approfondire e portare alla luce appunto il fenomeno della violenza sulle donne con disabilità, che sono, secondo ISTAT, circa 2 milioni.
Hanno finora risposto al questionario 450 donne e ragazze con diverse disabilità, di cui oltre il 60% con disabilità motoria, il 17,4% con disabilità plurima, il 12,3% con disabilità sensoriale e l’8,7% con disabilità intellettiva, relazionale, psichiatrica o dell’apprendimento. Il 31% delle donne con disabilità che hanno compilato il questionario ha dichiarato di avere subito una qualche forma di violenza. In particolare, circa il 10% delle donne con disabilità interpellate ha affermato di essere stata vittima di stupro nella propria vita.
Per avere un’idea di quanto il fenomeno sia diffuso nel territorio locale, il sito dei disabili si è rivolto al Centro Antiviolenza di Padova (Centro Veneto Progetti Donna) che ha fornito qualche dato: nel periodo 1 gennaio – 31 ottobre 2016 sono state accolte nel loro centro 10 donne con disabilità. Di queste, 4 avevano un’invalidità al 50%, 2 un’invalidità al 100%, e le altre, il cui grado di invalidità non era rilevato, avevano disabilità di vario tipo. Tutte queste donne sono state vittime di violenza psicologica e fisica.
È significativo che in una città come Padova (che conta poco più di duecentomila abitanti), in meno di un anno si siano recate ad un centro antiviolenza ben 10 donne con disabilità: segno che la violenza c’è e serpeggia anche e soprattutto a danno delle donne in condizione di maggiore debolezza. Sono state dieci, ma – vien da pensare – chissà se nel silenzio ce ne sono altre che si nascondono o non possono gridare la loro sofferenza. Altro dato importante, infatti, che viene dall’Istat, è che solo nel 10% dei casi la donna disabile denuncia.
Nel 2017 oltre due donne su tre di quelle che approdano allo sportello sulle discriminazioni multiple dell’associazione romana Differenza donna hanno un deficit intellettivo, una su quattro ha una disabilità fisica e una piccola fetta ha entrambi i tipi di problemi. Oltre il 65% arriva attraverso i servizi sociali e sanitari territoriali, il 30% vive in una struttura riabilitativa e più di nove su dieci hanno attivato un percorso legale contro chi gli ha inflitto violenza. E tra gli obiettivi raggiunti vi è anche la segnalazione e la conseguente chiusura, da parte delle forze dell’ordine, di una casa famiglia, dove una ragazza subiva maltrattamenti.
Parlare della sessualità con i propri figli
Anche se questo può essere un argomento difficile, le famiglie sono esortate ad affrontare i pericoli dell’abuso sessuale, parlandone con i propri figli e mettendogli a loro agio.
La sessualità per le persone autistiche rischia di essere ignorata fino a quando non diventa un problema. Un approccio migliore e diverso è quello di affrontare la sessualità con l’obiettivo di rendere la persona più sicura, più indipendente e più integrata nella propria comunità. Ciò può portare ad una qualità di vita di gran lunga più positiva.
I genitori possono sentirsi ansiosi di insegnare ai propri figli la sessualità, in particolare le persone autistiche. Alcuni genitori ritengono che sia meno importante insegnare ai giovani adulti autistici la sessualità, supponendo che sia improbabile che diventi parte della loro vita. Invece non è affatto così!
L’educazione alla sessualità da parte dei genitori è molto importante per le persone autistiche perché è meno probabile che loro apprendano dai coetanei, dai film o da altre fonti simili. Le persone autistiche devono conoscere la differenza tra comportamento appropriato e inappropriato e distinguere tra i vari tipi di relazioni sane.
Anche se il compito può sembrare impossibile, è meglio iniziare nel modo più semplice e diretto possibile, e soprattutto, è meglio iniziare quanto prima.
Concentrarsi sulle competenze di base della sicurezza dovrebbe essere considerato sia necessario che appropriato per le persone nello spettro autistico. Queste abilità includono:
- chiusura corretta delle porte del bagno
- comprendere la privacy personale e chi può e chi non può aiutarti in bagno o con le questioni riguardanti la cura personale
- identificazione delle parti del corpo usando la terminologia adulta (es. pene invece di uccello, patatina o simile)
- utilizzare i servizi igienici pubblici in modo indipendente
- la limitazione della nudità in bagno o in camera da letto
- la questione dello spazio personale, sia per se stessi che per gli altri
Come prevenire l’abuso sessuale
Alcuni suggerimenti utili per proteggere le persone dagli abusi sessuali sono:
- Insegna i nomi accurati delle parti del corpo.
- Evita di concentrarti esclusivamente sul “pericolo estraneo”. Ricorda che la maggior parte dei bambini viene abusata da qualcuno di loro conoscenza e fiducia.
- Insegna ai bambini la sicurezza del corpo e la differenza tra i tocchi “giusti” e quelli “non giusti”.
- Fai sapere al bambino che ha il diritto di prendere decisioni sul suo corpo. Insegnagli a dire “No” quando non vogliono essere toccati, anche se non si tratta di forme sessuali (ad esempio, rifiutando educatamente gli abbracci) ed educategli a dire “No” quando non vogliono essere toccati da altri.
- Assicurati che il bambino sappia che sia gli adulti che i bambini più grandi non hanno mai bisogno di aiuto con le loro parti private del corpo (es. per fare il bagno o andare in bagno).
- Insegnare ai bambini a prendersi cura delle proprie parti private (ad esempio, fare il bagno, asciugarsi dopo l’uso in bagno) in modo che non debbano fare affidamento su adulti o bambini più grandi per ricevere aiuto.
- Educa i bambini alla differenza tra i segreti buoni (come le feste a sorpresa – che vanno bene perché non sono tenute segrete per molto tempo) e i cattivi segreti (quelli che il bambino dovrebbe mantenere segreti per sempre, che non vanno bene).
- Fidati del tuo istinto! Se ti senti a disagio nel lasciare tuo figlio o figlia con qualcuno, non farlo. Se sei preoccupato per possibili abusi sessuali, fai domande.
- Il momento migliore per parlare con tuo figlio di abuso sessuale è ORA .
Segnali di pericolo di abuso sessuale
Genitori, badanti e amici possono proteggere i loro cari cogliendo determinati segnali che possono indicare vittimizzazione. È importante ricordare che ogni persona è diversa e può mostrare segni diversi. Riconoscere i possibili segni di abuso può aiutarti ad assistere la vittima nell’ottenere aiuto e a fermare gli abusi il prima possibile.
L’American Psychological Association descrive alcuni comportamenti comuni nei bambini che sono stati abusati:
- Aumento di incubi e / o altre difficoltà di sonno
- Scoppi d’ira
- Ansia
- Depressione
- Difficoltà a camminare o sedersi
- Comportamento ritirato
- Gravidanza o contrazione di una malattia venerea, soprattutto se di età inferiore ai 14 anni
- Propensione a scappare
- Rifiuto di partecipare alle attività quotidiane come la palestra o qualsiasi attività fisica
- Comportamenti regressivi a seconda della loro età (es. ritorno a succhiare il pollice o bagnare il letto)
- Riluttanza a essere lasciato solo con una persona o persone particolari
- Conoscenza, linguaggio e / o comportamenti sessuali inusuali e inappropriati per la loro età.
Se un bambino autistico viene abusato sessualmente, i tentativi del bambino per affrontare o dare un senso a quell’abuso possono portare ad un aumento dell’intensità e della frequenza dei comportamenti autolesionisti, aggressivi e comportamenti ripetitivi, oppure allo sviluppo di nuovi comportamenti che non erano presenti in precedenza.
Sfortunatamente, questi comportamenti possono essere interpretati erroneamente dagli altri come un semplice sintomo del loro autismo. Pertanto, il fatto che il bambino sia stato o continui a essere vittima di abusi sessuali può essere ignorato.
Ottenere aiuto
Scoprire che qualcuno vicino a te è vittima di abusi sessuali è devastante. Una volta che lo sai, il primo passo è riportare l’abuso.
- Se un bambino rivela un abuso, è fondamentale stare calmo, ascoltarlo attentamente e non incolpare MAI il bambino o il ragazzo/a.
- Ringrazia il bambino per avertelo detto e rassicuralo sul tuo sostegno.
- Chiedi aiuto immediatamente.
Se sai o sospetti che un bambino sia stato o sia vittima di abusi sessuali, chiama il numero verde di emergenza: 1522. È il numero della Rete Nazionale Antiviolenza per segnalare casi di discriminazione e violenza. Il servizio, multilingue ed attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, fornisce una prima risposta alle vittime e sostiene, altresì, l’emersione della domanda di aiuto, consentendo alle stesse un graduale avvicinamento ai servizi con l’assoluta garanzia dell’anonimato.
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