Autismo. Masturbazione compulsiva e inadeguata. Come e quando cominciare a prevenirla

 

 

Ho già trattato questo delicato argomento in altri articoli del mio Blog.

Questo primo articolo tratta la masturbazione e quest’altro invece parla della pubertà e degli atteggiamenti sessuali inappropriati.

Tuttavia, continuo a ricevere messaggi di mamme preoccupate per l’eccessiva e inappropriata tendenza a masturbarsi del proprio figlio, il che ci indica quanto questo tema sia fra i più difficili da affrontare per i genitori degli adolescenti autistici e soprattutto quanto sia diffuso.

Inoltre, la masturbazione rimane il tema più cercato nel mio Blog, me lo dicono le statistiche che quotidianamente mi informano sul flusso di persone che contattano il mio sito e sugli argomenti che ogni persona cerca.

Mi sono letta uno studio molto interessante (che trovate sotto) sullo sviluppo socio sessuale delle persone autistiche, il quale, in sintesi, dice quanto segue:

Quando si può parlare di masturbazione eccessiva:

E’ difficile giudicare la necessità sessuale degli altri. Molti di noi considerano i propri livelli di necessità e diamo per scontato che gli altri abbiano le stesse necessità.

E’ chiaro che molti adolescenti autistici hanno tendenze sessuali e a volte la esprimono solo attraverso la masturbazione, ma questo accade esattamente nella stessa maniera, nei ragazzi normo tipici.

La masturbazione può essere giudicata eccessiva quando l’individuo provoca piaghe nella regione genitale dovute allo sfregamento ripetuto o dove la necessità di masturbarsi preclude l’abilità dell’individuo di prendere parte alle attività di training o ricreative.

Il lavoro comportamentale dei gruppi di riabilitazione indicherà al ragazzo un orario in cui è libero di andare in camera o in bagno per masturbarsi. All’inizio la pratica potrebbe essere molto frequente. Piano piano però si useranno le attività preferite del ragazzo per allungare l’intervallo fra il momento in cui il ragazzo si masturba e il momento in cui lavora con lo staff nel training, diminuendo sempre di più il momento in cui il ragazzo va in camera.

Come educarli fin da piccoli e cosa possiamo fare ora:

Troppo spesso attendiamo che la persona autistica abbia passato la pubertà,  sia già un adolescente, sia diventata sessualmente matura ed abbia già un problema. Ignoriamo la sua sessualità fino a che non potrà essere più ignorata e diventerà causa di stress.

Se desideriamo insegnare agli adulti autistici come comportarsi da grandi, è necessario considerare come insegnarli a comportarsi da bambini. Se i bambini autistici hanno difficoltà nel fare cambiamenti cognitivi normalmente relativi al periodo dell’adolescenza, se soffrono di rigidità di pensiero, se non riescono a trovare supporto dai gruppi dei pari, se è probabile che rimangano dipendenti dalla famiglia, dovrebbero affrontare la fase della loro vita da adulti, con la comprensione e il comportamento che hanno acquisito da bambini.

L’infanzia è un periodo relativamente breve che occupa circa il 12/18% della nostra vita. Fornire una qualità di vita soltanto per i primi 10 anni, in cui è presente la confusione e la disabilità sociale che poi potrebbe durare per i successivi 70 anni, è ovviamente insensato.

A questo proposito ecco alcuni suggerimenti per lavorare PRIMA che avvengano i problemi più conclamati riguardo la sessualità nell’autismo:

  1. Contato fisico accettabile: questo tipo di lavoro dovrebbe essere fatto con il bambino prima della pubertà se il contatto fisico che il bambino ha è un modello accettabile da portare avanti nell’età adulta. Non c’è ragione di insegnare al bambino, da parte dei genitori e degli educatori, ad abbracciare e dare baci se poi hanno intenzione di vietarlo durante l’adolescenza. L’esempio del contatto fisico con le persone fuori dal contesto familiare dovrebbe essere cambiato. Una stretta di mano, una pacca sulle spalle, accompagnate da una calda lode verbale è più rilevante per la vita adulta in cui il bambino si ritroverà.
  2. Raggrupparsi per sesso: Insegnare al bambino a quale sesso appartiene, cercando, quando possibile, di raggrupparli nei giochi: ad esempio, i maschi davanti alla porta e le femmine davanti alla finestra, con il rinforzo adeguato ogni qualvolta lo farà in maniera corretta. L’obiettivo dovrebbe essere quello di insegnare al bambino ad identificare con successo maschi e femmine, ed a portarsi nel gruppo giusto, prima che la società cessi di vederli come bambini. I bambini autistici sono solitamente capaci di logica devastante. Sentendo che gli uomini indossano i pantaloni, una bambina autistica potrebbe guardarsi i jeans e decidere di essere un uomo. Non dobbiamo insistere nel fargli indossare un vestito ma smettere di offrirle descrizioni inadeguate e confuse di ciò che è maschio e di ciò che è femmina.
  3. Modestia: i bambini autistici non sono le persone migliori a cui permettere di girare nudi sulla sabbia durante l’estate. Hanno poche possibilità di comprendere le complesse regole sociali che usiamo per infrangere le nostre regole quotidiane ed è probabile che non comprendano perchè un po’ di peluria sul corpo o un accenno di seno significhino che d’ora in poi si deve stare coperti. Se insegniamo una gamma di comportamenti corretti al bambino autistico (sedere correttamente, imparare dove e quando toccare il proprio corpo o il corpo di altre persone, scegliere la toilet corretta e chiudere la porta) ci possiamo aspettare che detti comportamenti vengano portati all’età adulta, consentendo al ragazzo autistico di passare facilmente attraverso un periodo decisamente confuso.
  4. Etichettare le parti del corpo: spesso evitiamo di usare i nomi corretti o nominare gli organi sessuali del bambino, parliamo con eufemismi imbarazzanti e usiamo una serie di nomignoli strani. Sebbene possa sembrare imbarazzante parlare ad un ragazzino del suo pene e ad una ragazzina della sua vagina, dobbiamo ricordarci che l’imbarazzo è nostro. L’importanza di questo è ovvia. Gli individui autistici hanno difficoltà con i concetti. Usare una varietà di nomi per indicare le zone sessuali del corpo non può aiutarli a capire.

QUI trovate la fonte per approfondire

E’ essenziale insegnare ai nostri figli la nozione di pubblico e privato giacché si tratta di un concetto critico per i ragazzi autistici. Spetta ai genitori informare i loro figli su ciò che è appropriato fare o no in pubblico, per proteggere sia loro che i membri della società.

Il concetto di “privato” si può descrivere come il trovarsi da soli in un luogo dove nessun altro ti può vedere o interrompere. Per il ragazzo, è la sua camera da letto. Spesso il modo migliore per trasmettere il messaggio che solo la sua cameretta è privata, è usare una foto della sua camera. I genitori potrebbero descrivere un luogo “pubblico” come un luogo dove possono andare tutti e dove i loro figli non saranno da soli e altre persone potranno vederli. È sempre una buona idea fornire degli esempi con cui i ragazzi hanno familiarità o usare delle fotografie.

Gli approcci visivi, come le storie sociali, sono tendenzialmente molto efficaci con le persone autistiche, che spesso hanno un ritardo nello sviluppo delle capacità verbali e/o trovano difficile elaborare il linguaggio parlato. Le storie sociali possono aiutare i ragazzi autistici con difficoltà severe a comprendere le conseguenze delle loro azioni, così come i processi di pensiero e i sentimenti associati agli scenari. Ciò può essere particolarmente utile quando i genitori lavorano su temi come il rispetto di sé e degli altri e spiegano ai ragazzi che gli altri potrebbero pensare diversamente da loro e provare sentimenti differenti.

A questo proposito vi consiglio QUESTO libro dove troverete il modo giusto per scrivere le storie sociali e proporle a vostro figlio.

Consiglio anche, quando si è in pubblico con i ragazzi, di avere sempre a portata di mano i loro giochi preferiti, un tablet, un Nintendo, o quel che sia, per distrarlo laddove dovessero emergere comportamenti di stimolazione delle zone genitali. E’ bene anche prediligere un tipo di abbigliamento più “morbido” per stare a casa (anche per evitare che possa farsi male ai genitali nel caso si masturbi), ed un abbigliamento più “complicato” per le uscite, come può essere un jeans, che ha dei bottoni, oppure una zip, cintura ecc, vestiario che di certo tenderebbe a scoraggiare qualsiasi tipo di atteggiamento inappropriato possa presentarsi.

“Ricordiamoci sempre- dice la Dtt.ssa Rosaria Ferrara – esperta del  sito responsabile civile, di sottolineare la legittimità della sessualità e del suo soddisfacimento nei soggetti autistici in quanto è perfettamente naturale.

Purtroppo in Italia non esistono linee guida ufficiali sull’educazione sessuale e training sessuale per gli adulti disabili e la masturbazione in pubblico, quando non considerata un reato punibile con il carcere, viene catalogato come “illecito amministrativo” (vedi sentenza n. 36867 del 2016, Corte di Cassazione) perseguibile con multe da 5000 a 30000 euro.”