Life Animated: Owen “salvato” da Disney o dai soldi per le costosissime terapie?

 

Ho visto il film! A dire il vero quando mi sono letta le prime righe sulla trama avevo già deciso di non vederlo perchè odio esageratamente che mi si nutra di false speranze presentandomi l’ennesimo film alla Rain Man sull’Autismo.

Ma poi, quando è cominciato… come si fa… l’ho visto tutto!!

E penso questo: esiste un particolare importante del film che viene messo quasi completamente in secondo piano, e sono le terapie comportamentali che esegue Owen (che non è stato affatto “salvato” dall’autismo per mano dei cartoni Disney, bensì dei soldi spesi per fargli fare ogni singola terapia privata). Non so se ad un tratto avete visto la sua Psicologa personale dedita ai comportamenti sociali (quanto la vorrei io), ma già a stento riesco a pagarmi l’A.B.A., figuriamoci se decido di assumere una psicologa per ogni problema comportamentale di Ares.

Non credo sia giusto suggerire che il cinema “salva” dall’autismo, non è affatto giusto incitare all’emulazione potenzialmente dannosa che potrebbero intraprendere tanti genitori disperati, nel tentativo di “sbloccare ” i propri ragazzi autistici. 

La vera salvezza dei ragazzi con autismo sarebbe l’interesse dello stato alla loro inclusione nelle scuole, nel lavoro dopo che finiscono la scuola dell’obbligo (momento in cui vengono abbandonati a se stessi nel vero senso della parola). La vera salvezza degli autistici sarebbe un piano serio per accudire in maniera consona i ragazzi dopo la morte dei genitori (noi, che siamo perennemente stressati al solo pensiero di poter morire da un momento all’altro e di lasciarli soli alla mercè di qualsiasi maltrattamento, trascuratezza o ignominia).

La vera salvezza dei ragazzi con autismo sarebbe rendere la terapia A.B.A. gratuita per tutti e non costringere i genitori ad indebitarsi per pagare sedute costosissime, che palesemente migliorano i propri figli, ma che sono insostenibili dal punto di vista economico.

Mi sento certamente di salvare alcuni aspetti del film: la macchina da presa discreta di Ross Williams che riesce a costruire una storia molto intima, sussurrata, anche quando deve affrontare argomenti delicati come il sesso, il merito lo do senz’altro agli spunti che ti concede il film, giacchè senz’altro ti fa capire che un ragazzo autistico potrebbe potenzialmente andare a vivere “da solo” (sempre pagando una struttura dove appena Owen non riesce ad aprire la cassetta della posta salta fuori un’assistente che lo aiuta) salvo la determinazione dei genitori, che al di là della loro evidente situazione economica (non ne faccio una colpa ma sicuramente potevano permetterselo), dimostrano caparbietà e dinamismo. Del film salvo il fatto che se ne sia parlato, che il regista abbia avuto la sensibilità e il coraggio di mettere in luce l’autismo in tutte le sue sfaccettature: è sempre gradito che se ne parli, affinchè tutti sappiano qualcosa in più.

Insomma, Life Animated resta semplicemente un ottimo veicolo per la sensibilizzazione, ma niente di più!