AUTISMO. Insegnando ad Ares a fare domande

 

Non ci crederete ma ho aspettato più di dieci anni per sentire Ares fare una domanda. Poi, finalmente, un giorno, in macchina, si è sentita una voce dal sedile posteriore che diceva: “Chi è?”. Era Ares, che, sentendo una canzone di suo gradimento, chiedeva chi la cantasse perchè ci teneva troppo.

Ecco, ci teneva troppo, questa è l’essenza del perchè Ares ha imparato a fare domande, perchè era fortemente motivato da qualcosa. E la motivazione, come ben sapete, nei nostri ragazzi è la chiave per fare un miliardo di cose, non solo con i nostri, conta anche per i ragazzi normo tipici.

Ad Ares piace la musica, da sempre è cresciuto fra strumenti e sonorità. Riesce ad individuare un cantante ascoltando una o due note del brano. Ecco perchè ho usato questa sua forte motivazione per “indirizzarlo” verso la domanda. Ogni qualvolta si sentiva una canzone in macchina che lui non conosceva, io gli chiedevo: Ares chi è? E lui diceva: “non lo so” (che è una risposta insegnatagli con l’ABA quando era molto piccolo). Così, quando era lui a non sapere, io gli dicevo sempre: devi dire “chi è”?. E ovviamente ad ogni abilità che gli insegno seguono sempre una o due prove, così da capire se lui abbia compreso.

Piano piano, con il tempo, ho sfumato il mio prompt, cioè, il mio aiuto. E quando mi diceva, ad esempio, un elenco completo di canzoni per cercare di chiedermi se la canzone che stava sentendo era una di quelle che lui menzionava, io, senza troppe parole, sostituivo tutto ciò con  la frase: chi è? Così di fargli capire che al posto di quell’elenco poteva perfettamente fare una domanda.

In questo gioco che vi faccio vedere qui, (Ares e Yara erano piccoli) la sorella gli canta delle canzoni che lui conosce, e poi all’improvviso gli canta una canzone che Ares non conosce. Quando la sorella gli chiede chi è che canta, lui risponde: chi canta?. Considerate che questi video li faccio apposta, quindi sono poco spontanei, ma rendono bene l’idea. Oramai, vi posso assicurare, Ares ci riempie di domande: 

Un’altra domanda che Ares ha imparato a dire è “Dove andiamo“?

E questo è sempre dovuto alla sua grande curiosità di sapere cosa si fa durante la giornata, soprattutto nei giorni di vacanza, in cui non c’è la routine: scuola, passeggiata, terapia, ecc.

Di conseguenza, e anche perchè sapete che gli autistici sono continuamente preoccupati dall’incertezza di cosa si fa, ragion per cui per loro l’agenda visiva è essenziale, Ares tutti i giorni quando si svegliava faceva un elenco infinito di luoghi: “andiamo al centro estivo, andiamo al pantheon, andiamo a Ikea, andiamo alla piscina, andiamo al mare, andiamo al negozio”. Il tutto nel tentativo disperato di sapere dove si andava. Piano piano e con grande costanza gli ho insegnato a sostituire tutte quelle risposte, con una domanda sola: “Dove andiamo?”. E lui all’improvviso, un giorno stava per cominciare a dire l’elenco, ma poi si è bloccato e ha detto: mamma, dove andiamo???? ed io ovviamente dissi: bravissimo Ares, che hai chiesto dove andiamo. Oggi andiamo al centro.

In questo video di pochi secondi Yara (alla quale era venuto un attacco di risate) annuncia ad Ares che andiamo a fare una passeggiata e lui fa la domanda: dove andiamo?. Si tratta di un video che ho fatto apposta, ma almeno avete un’idea di cosa intendo:

Ad oggi, Ares chiede tutto: cosa c’è per cena? cosa c’è per pranzo? quale tipo di pasta fai? Dove andiamo? Chi canta? Come si chiama questa canzone? Dove andiamo? ecc. ecc. ecc.

Provateci con costanza, che prima o poi, la domanda arriva!

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