Insegnare un’abilità può causare l’apprendimento di altre abilità

 

Ho insegnato ad Ares a chiedere “dove vai” quando qualcuno lo saluta uscendo di casa. In principio nessuno si era mai posto il problema di insegnarglielo perchè tutti credevano che a lui non interessasse sapere dove andavano le persone quando uscivano di casa. Ma il fatto è che nemmeno Ares sapeva che gli potesse interessare saperlo fin quando non gliel’ho insegnato. Ora chiede “dove vai” e sulla base del posto che gli si dice, fa delle richieste. Se gli dici: “vado al supermercato”, risponde “mi porti i biscotti per favore”?. Se gli dici: “vado a prendere un gelato” risponde: “posso venire?” Tutte frasi che piano piano ho inserito nel suo vocabolario come se fosse un copione.

Spesso ero in cucina e Ares cercava nella dispensa un tipo di pasta che voleva io gli cucinasse. Capii che al posto di frugare fra i formati di pasta lui poteva chiedermi: “che tipo di pasta fai?” E così iniziò una nuova fase nelle nostre giornate. Lui mi chiede ogni giorno cosa faccio per pranzo o cena. Io rispondo: pasta al tonno e lui mi chiede: che tipo di pasta fai? Io rispondo: le mezze maniche e a volte lui non dice nulla, ma a volte dice: puoi fare i ditaloni per favore? (un’altra frase che gli ho insegnato io). E’ chiaro che sono tutte abilità che ti si rivolgono contro perchè ora ho un ragazzo in giro per casa che mi tortura con domande e richieste continue, ma tutto ciò è fantastico e ha a che fare con l’autodeterminazione, con l’indipendenza, con la propria libertà. Ecco, non ponetevi limiti quando si tratta di insegnare abilità nuove perchè una tira l’altra e i nostri figli ci sorprendono sempre.