Come rimanere positivi nonostante le difficoltà

 

 

 

E’ un mio impegno personale costante quello di rimanere sempre positiva nonostante i problemi della vita. Problemi che ovviamente sono relativi, secondo il mio punto di vista.

In linea di massima io crollo (si fa per dire) soltanto quando ci sono problemi di salute. Se non si tratta di problemi di salute mi rimbocco le maniche e parto. Cosa vuol dire? Che non soffro? Che non ho giornate in cui spaccherei tutto? Che la mia vita è come quelle del Mulino Bianco? NO! Anzi, no, affatto!! E’ solo che non lascio mai che i problemi prendano il sopravvento su di me. Non trasformo mai le mie giornate in contenitori di sofferenze e di lamentele, ma agisco in diversi modi. Vediamo quali:

  1. Ho accettato la diagnosi di Ares. Ciò vuol dire che sono consapevole dei suoi limiti e delle sue possibilità. Vuol dire che non mi vergogno di andare con lui in giro, e che me ne frego degli sguardi degli altri, quindi lo porto ovunque anche se non sempre si comporta in maniera esemplare. Vuol dire che so già che non si sposerà, che avrà sempre bisogno di supervisione in futuro, per cui ho semplicemente preparato una lista minuziosa per quando morirò e ognuno sa cosa deve fare. D’altronde anche se non la preparassi morirei lo stesso, quindi meglio prepararla, no?
  2. Quando ho un problema, evito di dirlo agli altri. Che si tratti di salute, finanza od altro, l’unica persona alla quale dico i miei problemi, al di fuori delle persone che vivono con me, è mia madre. Considerando che mia madre è anziana ed è lontana, non dico tutto nemmeno a lei perchè si preoccupa ecc. Ma i miei problemi restano in casa. Ameno che non si tratti di una persona che veramente mi può aiutare, è inutile che vado in giro a condividere con gli altri problemi che a loro non competono. Servirebbe soltanto come pettegolezzo e non parliamo anche delle energie negative che potrebbero arrivare.
  3. Quando mi assalgono preoccupazioni (quindi sempre), scrivo (memorie, pensieri, eventi positivi accaduti in giornata: sguardi, incontri, risate, ricordi) e li inserisco in un Barattolo della Felicità, oppure telefono altre persone che non sento da un po’. Credetemi, spesso gli altri stanno peggio di noi.
  4. Scatto fotografie (ai paesaggi, agli altri o a me stessa) La fotografia è terapeutica: ogni interpretazione di uno scatto rappresenta un momento interiore, una visione personale, sia per come mettiamo a fuoco, oppure per come inquadriamo il soggetto. Provateci! La fotografia fa miracoli!
  5. Cerco sempre di trovare del tempo per divertirmi, io e il resto della famiglia. Guardate che divertirsi non vuol dire uscire tutte le sere a ballare. Divertirsi è anche fare una semplice passeggiata, andare ad un parco divertimenti oppure ad un parco naturale, un cinema, vedere un film insieme al resto della famiglia, una serie TV, un programma comico, e i pensieri negativi rimangono, certo, ma si attenuano.
  6. Faccio attività fisica: io ho un rituale: vado in palestra tutti i giorni alle prime ore dell’alba. Quindi alle sei sono in piedi e dedico un’ora o poco più all’esercizio fisico: mi fa partire con il piede giusto sempre. Potrei anche correre attorno a casa, oppure camminare qualche kilometro. Voi potete anche fare qualche mossa di Yoga oppure fare qualunque cosa vi faccia stare bene per partire bene la mattina. Credetemi, vi cambia la giornata. 
  7. Sono sempre grata alla vita. Anche quando le cose brutte accadono, e credetemi, accadono anche a me, di ogni genere, io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e mi sforzo per concentrarmi sulle cose belle che, vi assicuro, ci sono sempre: un traguardo di Ares, un buon voto a scuola di Yara, il pensiero di qualcosa che farò a breve. Un esercizio che consiglio sempre è quello simile al punto 3: scrivere le cose positive che accadono in giornata perchè scrivendole, si riesce a vederle meglio.
  8. Non invidio e non mi vado a cercare la negatività. Di quello che hanno gli altri a me non me ne frega nulla. Io sono innamorata di quello che ho e delle mie conquiste. Mi sta benissimo così. Inoltre, non vado in giro per il web (dicasi i Social) o nella vita, a cercarmi le persone che so già sono una fonte di stress e di continua lamentela. Io evito quelle persone che non vedono l’ora di darti brutte notizie, che non ti guardano mai negli occhi e che vivono in funzione di criticarmi. Ma per carità, meglio da sola.
  9. La disabilità di mio figlio non mi esclude di vivere, nè a me, nè a lui. Con tanti accorgimenti, ma io cerco di fare tutto quello che la vita mi concede di fare: viaggiare, andare a cena fuori, visitare una mostra, uscire a fare shopping, invitare gli amici a casa. Il lavoro che faccio con lui da quando è molto piccolo è proprio in funzione di vivere serenamente e di fare il più possibile, le cose che fanno gli altri. Quindi io spesso esco dalla zona di comfort di Ares e lo butto nella mischia per vedere cosa accade. Di solito va benissimo. E se non va bene la prima volta, ci riprovo.

Riassunto: insomma, avere un atteggiamento positivo, non vuol dire che ignoro i problemi della vita, altrimenti sarei una persona superficiale, ma significa guardare il bicchiere mezzo pieno. Concentrarsi sulle cose belle, sforzarmi di guardare solo quelle, soprattutto quando sembra che la sfiga sia la protagonista, oppure quando sembra che remi tutto contro di me, o che la negatività voglia imporsi. Io “cambio canale” quando mi assalgono pensieri negativi, come quando non ci piace una trasmissione in TV e restiamo lì a guardarla per riempirla di critiche, e nel farlo ci danniamo l’anima. NO! Cambiare canale è decisamente meglio.

 

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