Quando arrivano le vacanze Ares ed io usciamo quasi sempre. Se posso, tutti i giorni. Vi ho già detto che Ares è molto pigro ma con lo schema visivo lui si muove tranquillamente. Io preparo uno schema del percorso e lui sa dove deve andare, quando si gira, quanto ci vuole e quando finisce (a volte faccio qualche piccola deviazione, ma lui se ne accorge).
Le passeggiate di questo periodo sono veloci, a passo sostenuto, per smaltire un po di grasso, ma di solito sono semplici passeggiate, per conoscere meglio il quartiere, e soprattutto per chiacchierare perchè durante le camminate Ares è più propenso al “dialogo” (lo inserisco fra virgolette perchè non si tratta di colloqui di due ore, ma di qualche significativo botta e risposta).
Durante le passeggiate ripassiamo le regole stradali, quindi faccio prove ai semafori rossi per vedere se si ferma, osservo se guarda la strada prima di attraversare, valuto in generale il suo livello di concentrazione, essenziale per evitare incidenti. Inoltre gli segnalo il nome dei luoghi del quartieri: uffici, ministeri, pizzerie, gelaterie.
Gli indico luoghi dove siamo già stati, in modo che il quartiere, in una città caotica come Roma, diventi di suo totale controllo. Spesso inserisco degli imprevisti (che ad Ares non piacciono tanto), esempio, mi fermo a salutare una persona conosciuta (che magari avrei potuto evitare), e quindi lavoriamo anche sul saluto, oppure gli dico: “Ares fermiamoci qui un secondo che devo prendere un cosa, oppure, aspetta che devo telefonare”. Tutti passaggi fondamentali per aumentare la sua tolleranza, per abituarlo il più possibile alla realtà della vita che è piena di imprevisti, e che vanno assolutamente accettati e capiti, esattamente come facciamo noi.
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