Una volta, in uno dei miei numerosi viaggi all’estero, ero con Ares all’aeroporto e incontrai una scolaresca guidata da una professoressa svedese molto simpatica. Parlava inglese e ci siamo messe a chiacchierare sull’autismo, su Ares, su quello che lei pensava ecc.
Quando arrivò il mio turno di imbarcare ci siamo alzati e, mentre eravamo in fila, Ares urtò il piede della signora svedese e, come se niente fosse, tornò indietro per urtare di nuovo il piede della signora una seconda volta. Non feci in tempo a fermarlo per cui il gesto, che in principio meritava delle scuse, fu ripetuto da Ares mentre Yara mi guardava con una faccia di stupore incredibile e la signora invece mi faceva il cenno di stare tranquilla: lei capiva perchè avevamo appena finito di parlare proprio dell’autismo e di Ares. Dalla serie: se le persone sanno, se le persone conoscono allora comprendono e capiscono.
Le rigiditA di Ares
Quando Ares era piccolino, le mie giornate erano scandite dal suo umore. Se lui si svegliava tranquillo io ero serena. Se lui si svegliava nervoso io già sapevo che la giornata era finita.
Spesso dovevamo scappare dai negozi dove passavano una canzone che Ares odiava sentire (per motivi suoi), o altre volte dovevo ritornare indietro al bar dove ero appena stata perchè Ares doveva ripetere lo sfiorare di un vetro della porta. Non c’era verso, bisognava tornare indietro.
Ora non è più così. Come ho fatto? In realtà non ho mai lavorato per togliere queste specifiche rigidità, ma lavorando su altro, queste rigidità sono sparite. Se mi chiedete un elenco concreto di quali siano i punti generali su cui lavorare per avere una vita più serena, io direi che sono questi 3:
-intervento per ridurre l’ansia (quindi lavoro sulla prevedibilità, calendari visivi, storie sociali, non do mai nulla per scontato)
-lavoro continuo sul linguaggio (nella misura in cui Ares è riuscito a esprimersi meglio la nostra vita è cambiata, lui sa dire no, si, dove, quando, perchè no e perchè si)
–autonomie: nella misura in cui Ares è diventato sempre più autonomo ha meno bisogno dell’intervento degli altri per vivere, di conseguenza è più sereno e indipendente nella quotidianità
Ovviamente i comportamenti ripetitivi di Ares non sono spariti del tutto, ma non ci faccio più caso, non incidono più nella sua vita sociale, li lascio perchè lo calmano, perchè li trova piacevoli talvolta, perchè lo aiutano ad affrontare sensazioni o emozioni travolgenti. E poi… beh, e poi ho aperto questo Blog per informare, per far conoscere l’autismo anche a chi non è autistico, in modo che sia poi la società ad adattarsi all’autismo, a capirlo e ad accettarlo, anche con le sue apparenti stranezze.
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