Non si può essere totalmente sicuri del fatto che i nostri ragazzi scelgano quello che realmente vogliono. Di solito i bambini autistici scelgono la prima o l’ultima delle opzioni se dai loro molte possibilità o scelgono la prima o la seconda opzione se dai loro due possibilità, senza consapevolezza della scelta che stanno facendo.
Con Ares ho scoperto che spesso molte persone gli hanno dato delle scelte mettendo in primo piano quello che credevano volesse. In quel caso la scelta di Ares non è affatto attendibile. Scegliere, dice Temple Grandin, è causa di stress per gli autistici. A volte, addirittura, decidono di non scegliere niente per quanto ciò causi loro ansia.
La capacità di scelta implica, prima di tutto, un atto del pensiero a cui segue un’azione, che compiamo o non compiamo (in questo caso qualcuno la esercita per noi) fin da quando siamo piccoli senza neppure accorgerci.
I bambini si svegliano la mattina e la mamma sceglie i loro vestiti. Vanno a scuola e l’insegnante dice loro quale esercizio completare e da dove cominciare. Poi di nuovo a casa, dove papà decide la cena. La loro giornata si scandisce di scelte fatte sempre da altri. Ti sembra divertente? Ovvio che non è divertente.
Quando si crea un piano di apprendimento, insegnare l’abilità di scegliere è uno dei tasselli più importanti. Trovo che molti comportamenti problematici siano mantenuti o rafforzati dall’individuo che ha una mancanza di controllo sul proprio ambiente o la mancanza di un sistema di comunicazione per far conoscere agli altri ciò che vogliono o di cui hanno bisogno. Spero che tutti i miei lettori lo sappiano, ma solo perché un bambino non parla non significa che non abbia nulla da dire o che non desideri nulla .
Perché insegnare a scegliere ?
Fare una scelta significa prendere una decisione. Quello che stai veramente facendo è insegnare all’individuo a valutare (quale voglio), a decidere (Hmm, voglio quello) e ad accettare (se scelgo il rosso significa che non posso avere il blu).
Fare delle scelte migliora la comunicazione, la qualità della vita e l’indipendenza. Fornire opportunità di scelta ha dimostrato risultati positivi nella gestione del comportamento problematico. Le scelte che indicano le preferenze personali possono anche funzionare come potenti rinforzi. Istruttori e genitori possono utilizzare varie opzioni di scelta per incoraggiare le prestazioni individuali. Ad esempio, se uno studente ha la possibilità di scegliere i premi preferiti, è più probabile che si verifichi un comportamento desiderato.

Al di là dell’insegnamento del processo decisionale, consentire la scelta durante le sessioni di lavoro oppure nella vita quotidiana coinvolge il bambino in quello che sta succedendo. Ora hai creato una squadra che lavora insieme per completare qualcosa a cui entrambi siete interessati. È nella natura umana l’idea che se aiuto a decidere o in qualche modo a investire in qualcosa, mi preoccuperò di più del risultato. Infine, insegnare a un individuo a fare una scelta è un’abilità comunicativa. Se una bambina di 3 anni non verbale può condurmi nel suo armadietto dei giocattoli e indicare un orsacchiotto, ora sta comunicando anche se non può dire “Voglio vedere quell’orsacchiotto”.
Come si possono insegnare le abilità di scelta?
Esistono molti modi per creare un programma di scelta. La cosa più importante è concentrarsi su questi criteri chiave:
1) Valutare le esigenze della persona prima di insegnare a scegliere. Potrebbe essere necessario insegnare le abilità preliminari se non comprende l’associazione tra una scelta e la conseguenza della scelta.
2) Inizia con scelte tangibili e visive rispetto a scelte astratte. Prendi, ad esempio, un treno e una palla e dì al bambino: “Scegli uno”. Inizia con solo 2 opzioni per renderlo più semplice. Quindi, usa elementi visivi per mostrare le scelte all’individuo usando parole scritte, l’oggetto o le immagini dell’opzione.
3) Se il bambino non sceglie nulla, fallo te. Deve capire che può scegliere, oppure qualcuno sceglie per lui
4) Se il bambino cerca di raggiungere entrambi gli oggetti, non permetterglielo. Allontana gli oggetti e spiega che deve sceglierne uno. Quindi riprova. Meglio se gli oggetti sono molto separati, ad esempio agli estremi di un tavolo e non uno accanto all’altro. La scelta deve essere chiara oppure l’intento di scegliere deve essere chiaro.
5) Una volta che il bambino ha fatto una scelta, il gioco è fatto. Non permettergli di continuare a rimbalzare tra due scelte e non consentirgli di dire: “Ma io volevo quella”. Una volta effettuata una scelta, rimuovi l’altra scelta. Questo è molto importante soprattutto quando si insegna inizialmente l’abilità.
6) Accetta la forma di comunicazione di cui l’individuo è capace. Il bambino quindi potrebbe scegliere attraverso i gesti, la lingua dei segni, l’indicazione, ecc. Assicurati di rinforzare la scelta appropriata in modo che l’abilità aumenti in futuro.
7) Rendi possibili le opzioni (non dare un’opzione che non può essere concessa, come giocare all’aperto se c’è un temporale o mangiare cioccolata se non ne hai più).

È importante programmare e prevenire alcuni imprevisti o problemi che possono presentarsi durante l’insegnamento delle scelte:
- Quando dovrebbero aumentare le opzioni di scelta?
- Quando la scelta dovrebbe spostarsi da oggetti tangibili a concetti più astratti?
- Il bambino capisce che scegliere qualcosa significa dire “sì” a quella cosa e “no” alle altre cose?
- Che cosa succede se il bambino desidera scegliere entrambi gli elementi o fare più di una scelta?
- Cosa succede se l’individuo fa una scelta, ma intendeva scegliere qualcos’altro (non capiva cosa stesse scegliendo)?
- Quando non è appropriato offrire delle scelte?
Tutte queste problematiche vanno considerate PRIMA di cominciare ad insegnare l’abilità di scegliere.
La mia esperienza con Ares:
Ares sceglie da quando è piccolissimo, penso già prima della diagnosi. Dopo la diagnosi ho raddoppiato le richieste di scelte.
- Vuoi la maglietta rossa o quella con Topolino?
- Preferisci pasta o carne per pranzo?
- Compiti: vuoi cominciare con Matematica o Italiano?
- A chi vuoi dare la mano, a me o a tua sorella?
- Con quale pennarello vuoi lavorare, fra questi?
- Questo fine settimana preferisci andare alla casa in campagna oppure a vedere il raduno di trattori?
- Vuoi giocare con la palla oppure con la torre?
- Ti va il gelato di cioccolato o quello al caramello?
Anche con Ares ho lavorato tanto per insegnargli cos’è una scelta perchè spesso sceglieva l’ultima parola che proponevo, anche se cambiavo l’ordine. La pratica, la continua richiesta di scegliere e la mia coerenza ogni qualvolta sceglieva, hanno fatto la differenza e sancito definitivamente la sua totale capacità di sapere cos’è SCEGLIERE. Ora sa perfettamente che se mi dice che vuole andare al Pantheon, piuttosto che al Colosseo, si va al Pantheon e non viceversa.
Far capire che la scelta ha una conseguenza precisa penso sia alla base dell’insegnamento di questa abilità.
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