Insegnare l’indipendenza è un processo di piccoli passi che inizia in tenera età. Quando hai un figlio autistico e lavori su qualsiasi abilità, devi pensare sempre al futuro. Devi chiederti come sarà e come si comporterà all’età di 10, 18 o 30 anni. Immaginare dove vuoi che questa persona stia quando diventa adulta dovrebbe essere una buona motivazione per insegnargli la maggior parte delle abilità di indipendenza: fornire un quadro per fissare gli obiettivi.
Uno degli strumenti per consolidare l’indipendenza è il supporto visivo. I supporti visivi possono essere utilizzati per suddividere i passaggi di qualsiasi attività. Ho sempre usato i calendari visivi per le routine come vestirsi, fare il bagno, lavarsi le mani e lavarsi i denti. Le ho anche usate per scandire le attività della giornata perchè Ares chiede sempre cosa si farà dopo, domani o la prossima settimana. Ecco, pensando al futuro, un’agenda visiva potrebbe essere utilizzata per programmare quando fare il bucato, i piatti e le altre faccende domestiche.
Anche le immagini possono essere utilizzate per la pianificazione. Gli orari ovviamente gli decidete voi in base alle altre attività della giornata. Se un bambino è ansioso di vedere il piano dell’intera giornata, scomporlo in sezioni più piccole come mattina, pomeriggio e sera, potrebbe essere d’aiuto. Quando pianifichi, pensa all’insegnamento della flessibilità e a come affrontare qualsiasi evento imprevisto. Io spesso inserisco la parola SORPRESA in un blocco temporale. La flessibilità e l’imprevedibilità dell’insegnamento sono importanti competenze per la vita perché sappiamo tutti che la giornata non va sempre come l’abbiamo pianificata e le cose possono cambiare in un solo secondo.
Insegnare a scegliere in tenera età.
Fare scelte e rifiutare le cose oppure dire di NO ad un evento, rifiutarsi di andare ad un luogo è un’importante abilità di vita. Insegna a tuo figlio a scegliere sin da piccolino: due scelte su un tavolo, per cominciare. “Vorresti una mela o una banana, per merenda?” Puoi anche iniziare con un’attività non preferita seguita dalla scelta di una preferita. Per esempio, prima facciamo matematica e poi… (lascia che il bambino scelga tra 2 o 3 attività che preferisce).
Ares, sin da piccolino, ha imparato a guadagnare le pause durante la terapia, oppure a ottenere un premio alla fine della settimana. Se ottiene un certo numero di “gettoni”, oppure di centesimi, può comprare qualcosa che precedentemente ha scelto. Con lui abbiamo sempre attuato la Token Economy.
Pensa a come costruire l’indipendenza NEL quartiere. Ares, ad esempio, fa sempre la spesa con me e una volta a settimana si allena a farla da solo. A volte usiamo anche la cassa self service. Appena ho qualche ora a disposizione, facciamo la lista della spesa e decidiamo insieme cosa comprare per poi cucinare ed è lui che va in giro per casa per capire se è finita la carta igienica, la passata di pomodoro, il Kinder, che adora, il latte per la colazione, ecc. Diciamo la verità: più lo si coinvolge e più lo si responsabilizza, e più probabile è che un giorno riesca a farlo da solo. Se non facciamo nulla, nulla accadrà.
Insegnare il concetto di tempo favorisce l’indipendenza. Sia che si utilizzi un Timer, una clessidra oppure l’orologio tradizionale, lasciamo che i bambini vedano che c’è un limite: un inizio e una fine. Ciò costituisce un modo ottimo per insegnare la pazienza e la transizione. Ares, ad esempio, vive guardando il timer, oppure l’orologio digitale del forno della cucina, oppure quello della Sala Musica. Lui sa che il Tablet lo può avere alle 16, che la pausa della terapia è alle 17 e 30, che si apparecchia alle 19, che ci cena alle 20 e così via. Era molto, ma molto piccolo, quando abbiamo iniziato a predisporre un tempo per tutto: lo tranquillizza, nel bene e nel male. Sia per avere il Tablet: alle 16, che per ridarmelo: alle 17.
Sapersi regolare e capire a che ora deve apparecchiare e a che ora deve farsi la doccia è essenziale nella vita di una persona con autismo, soprattutto se si vuole che abbia un minimo di autonomia.
Insegnare le abilità di vita indipendente
Le abilità di vita indipendente non sono altro che le abilità da imparare ai fini di vivere in maniera autonoma. Spesso, le abilità di vita indipendente sono suddivise in altri tipi di abilità che si sovrappongono:
- Abilità di vita (abilità quotidiane come la capacità di lavarsi, vestirsi, mangiare, ecc.)
- Abilità funzionali (capacità di operare bene in un ambiente tipico come un’aula, un bar, un autobus, ecc. senza bisogno di supporto speciale per fare scelte appropriate e intraprendere azioni appropriate: imparare a districarsi bene nel bar della scuola, sarebbe un’abilità funzionale
- Abilità ricreative (queste variano ovviamente, ma potrebbero includere andare al cinema, al bowling, andare in biblioteca e così via).
- Occupazione o abilità professionali (dal comportarsi e vestirsi in modo appropriato per arrivare al lavoro in orario a interagire con gli altri sul posto di lavoro e svolgere il proprio lavoro)
- Abilità sociali o interpersonali (questo potrebbe significare salutare le persone in modo appropriato, ma potrebbe anche includere molto altro come interagire con membro del gruppo)
- Le capacità tecnologiche (può usare un cellulare? Un computer? E’ in grado di cercare informazioni, pagare prodotti on line, ecc.?)
Ciascuno di questi gruppi di abilità, ovviamente, è composto da molti gruppi di abilità più piccoli. Andare al cinema, ad esempio, potrebbe implicare la capacità di scoprire da solo quando esce un film nelle sale, arrivare al cinema in tempo, pagare il biglietto, comprare i popcorn, guardare il film in modo appropriato, e poi tornare a casa. Potrebbe anche comportare il vestirsi correttamente prima di uscire di casa, assicurandosi che la porta sia chiusa a chiave, e così via.
La legge 112 sul dopodinoi
In teoria, quello che la legge 112 sul dopodinoi prevede, è che il disabile venga “allenato” a realizzare le attività più importanti e significative che preferisce, quando ancora i genitori siamo in vita. Di conseguenza la presa in carico del ragazzo o ragazza con autismo dovrebbe avvenire il prima possibile (senza limite di età), affinchè si riescano ad individuare, sulla base delle condizioni economiche e sociali della famiglia dove vive il disabile, i supporti futuri: un pulmino per andare a giocare a calcio, una persona che lo assisterà la domenica quando deve fare la spesa e così via.
Siamo però lontanissimi dall’attuazione della legge. Io sto ancora aspettando il progetto di vita di Ares, richiesto quasi 4 anni fa.
E’ essenziale cominciare subito e con ambizione (sulla base della realtà)
Visto che è davvero difficile che la 112 si applichi come si deve, per ora, tengo a sottolineare quanto sia IMPRESCINDIBILE cominciare ad insegnare le abilità di vita il prima possibile. Iniziare quindi con le basi – igiene, vestirsi, alimentazione, cura della persona- ma poi procedere a competenze molto più avanzate come pulire, fare la lavatrice, cucinare, conoscere i medicinali da assumere all’occorrenza, ecc.
Gli obiettivi e le priorità d’insegnamento vanno inseriti a seconda del livello cognitivo e dell’età. Alla fine della vostra valutazione riuscirete a capire, in maniera chiara, cosa è in grado di fare vostro figlio, cosa no, e su queste basi costruire un futuro con i supporti adeguati.
Come insegnare le abilità di vita
Insegnanti, terapeuti e genitori hanno sviluppato una serie di tecniche che, insieme o separatamente, possono essere molto efficaci nell’insegnare le abilità di vita a persone con bisogni speciali. E la buona notizia è che queste tecniche possono essere ugualmente efficaci per insegnare praticamente qualsiasi abilità a chiunque, a prescindere dalle loro abilità o sfide.
Fase uno: analisi delle attività. Chiamato anche Concatenamento, l’analisi delle attività è un processo tramite il quale si suddivide qualsiasi attività specifica nelle sue parti componenti. Ad esempio, lavarsi i denti comprende trovare uno spazzolino, il dentifricio, mettere il dentifricio nello spazzolino, lavare i denti inferiori, sciacquare, lavare i denti superiori, risciacquare di nuovo, pulire lo spazzolino e asciugarsi. Ecco, se non riuscite ad insegnare l’intera catena, potete insegnare un passaggio alla volta.
Fase due: creazione di una guida visiva. L’agenda oppure il calendario visivo serve a ricordare cosa bisogna fare e a sentirsi a proprio agio ogni volta che si cambia attività. La guida visiva può includere foto o immagini in ogni fase del processo.
Fase tre: aiutare e poi sfumare l’aiuto. All’inizio, una persona con autismo può aver bisogno di molto aiuto nel ricordare e completare correttamente ogni fase di un’attività. La sollecitazione può comportare un aiuto fisico, mano nella mano. Ma man mano che imparano, i genitori devono iniziare a “sbiadire” le istruzioni. In primo luogo, smetteranno di usare l’aiuto mano-a-mano e invece forniranno solo istruzioni verbali (“non dimenticare di sciacquare lo spazzolino”). Poi inizieranno a svanire anche le richieste verbali. Quando non sono più necessari gli aiuti di nessun genere, la persona avrà imparato l’attività.
Strumenti didattici aggiuntivi
A seconda di come impara tuo figlio/a, ci sono alcuni strumenti aggiuntivi che possono essere utili. Questi strumenti sono particolarmente utili per le competenze più avanzate che richiedono interazioni e aspettative più ampie. Questi includono:
Storie sociali. Le storie sociali sono un passo avanti rispetto alla guida visiva descritta sopra. Piuttosto che elencare semplicemente i passaggi, i genitori usano immagini e parole per descrivere “il comportamento atteso”. La maggior parte delle storie sociali sono personalizzate per l’individuo. Ad esempio: “Ogni mattina dopo la colazione, Ares si lava i denti: prima, Ares bussa alla porta del bagno, se non c’è nessuno Ares può entrare” e così via. I genitori possono leggere la storia sociale tutte le volte che è necessario fino a quando Ares non lo conosce a memoria e può completare tutti i passaggi senza chiedere conferma.
Concatenamento. L’ho spiegato anche sopra. Ogni attività implica una serie di passaggi che funzionano come i collegamenti in una catena. Ad esempio, non puoi lavarti i denti fino a quando non metti il dentifricio sullo spazzolino. Puoi scegliere di insegnare ogni passaggio in maniera indipendente fino a raggiungere la sequenza completa, cominciando dall’inizio, oppure dalla fine.
Dimostrazione con video . Molti bambini autistici sono studenti visivi e molti imparano meglio attraverso i video. I modelli video possono essere acquistati, scaricati da Internet o creati per un singolo bambino. Può anche essere utile fare un video di tuo figlio in modo che possa guardare e identificare gli errori che ha commesso.
Apps. I bambini più grandi, o i bambini con problemi più lievi, possono beneficiare di app mobili progettate per guidarli attraverso attività o esperienze specifiche. Potrebbero inoltre beneficiare delle app di calendario e di pianificazione di base che consentono loro di organizzare il proprio tempo.
Ci saranno sempre piccoli contrattempi nell’insegnare nuove competenze, ma l’indipendenza è un processo graduale. Costruisci le fondamenta quando il bambino è piccolo e continua a sviluppare quelle abilità man mano che cresce. Mio figlio mi sorprende ogni settimana con nuove dimostrazioni di indipendenza.
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