Autismo. Il P.E.I: tutto quello che c’è da sapere sui nostri diritti

 

Sono tanti i genitori che mi scrivono ed altri che leggo, in giro per il Web, piuttosto delusi dalle istituzioni scolastiche, che spesso faticano o, ancora peggio, negano del tutto, il rilascio della copia del P.E.I. (Piano Educativo Personalizzato) per qualsivoglia necessità (anche dare un’occhiata, se la famiglia lo ritiene opportuno). E quindi dico subito e senza mezzi termini: E’ UN MIO, NOSTRO DIRITTO, IN QUANTO FIRMATARI DEL P.E.I., avere tutte le copie che desideriamo.

La pagina 19 delle Linee Guida del MIUR (Ministero della Pubblica Istruzione) dice quanto segue:

 «la documentazione relativa all’alunno con disabilità deve essere sempre disponibile per la famiglia e consegnata dall’istituzione scolastica quando richiesta».

“Quindi -segnala il Professore Flavio Fogarolo, esperto di Normativa scolastica- se la famiglia chiede copia del P.E.I. subito dopo la firma, va consegnata subito. I genitori “collaborano” alla redazione del PEI (L-. 104/92 art 12 c. 5) ed è paradossale che venga messo in discussione il diritto ad avere copia e addirittura di poter visionare un documento che la legge prevede vada redatto assieme, collaborando, e che quindi dovrebbe essere accessibile alla famiglia anche nella fase di elaborazione.
È evidente che in nessun caso la pubblica amministrazione può chiedere a un cittadino di firmare un documento senza dare la possibilità di visionarlo ed è buona prassi che venga data copia all’istante di ogni documento che si chiede di sottoscrivere.
Per avere copia del P.E.I. non c’è bisogno di seguire le procedure formali di accesso agli atti. 

In generale -aggiunge Fogarolo- l’accesso informale agli atti della pubblica amministrazione è previsto, e raccomandato quando non ci sono impedimenti particolari e quando le copie hanno semplice scopo informativo e non sono destinate ad essere portate poi in giudizio (DPR 352/92). Prevede una richiesta semplice, anche verbale, che viene immediatamente esaminata dall’amministrazione, senza altre formalità.

A volte, l’esigenza di proteggere informazioni e dati sensibili, come la Diagnosi Funzionale, tutta la documentazione medica del disabile, ecc. (senza dubbio molto importanti e personali) fa sorgere, però, delle situazioni abbastanza paradossali, a cui sinceramente non trovo alcun senso. Situazioni come la difficoltà ad accedere ad una semplice fotocopia del PEI, persino quando essa viene richiesta dal docente stesso.

Io, quindi, madre di Ares, nell’esercizio pieno della patria potestà, ho tutto il diritto a visionare e ad avere copie, quando voglio, di qualunque documentazione riguardante mio figlio. Soprattutto se sono cofirmataria in sede di GLO (Gruppo Lavoro Operativo) riunione alla quale, diciamo la verità, nella maggior parte dei casi, non viene mai nessuno, a seconda delle svariate testimonianze che mi arrivano, se non i docenti di sostegno, dove se compare il rappresentante della Asl, non sa nulla di quello che si discute perchè non conosce il disabile, e dove di rado si presenta il Dirigente Scolastico. Indi per cui, la domanda sorge spontanea: la scuola è esigente e rispetta la legge soltanto quando lo ritiene opportuno? Lo stesso rigore (infondato e assurdo) con cui agisce per rilasciare una copia del P.E.I. al genitore, dovrebbe averlo anche nell’esigere la partecipazione di TUTTI i componenti alla riunione del GLO. 

Le L. n. 104/92 e il DPR del 27/02/94 prevedono che alla Diagnosi Funzionale seguano un PDF (Profilo Dinamico Funzionale) e un PEI (Piano Educativo Individualizzato). Questi ultimi devono essere stilati dal Gruppo di Lavoro operativo per l’integrazione (GLO). Il GLO è formato dal dirigente scolastico, dal consiglio di classe, dagli operatori delle ASL che seguono il minore, con la partecipazione dell’insegnante operatore psico-pedagogico e anche dei genitori. In caso siano previsti, fanno parte del GLO anche l’operatore socio-sanitaro che segue il percorso riabilitativo dell’alunno, l’assistente per l’autonomia e la comunicazione o il collaboratore scolastico incaricato dell’assistenza igienica. I soggetti che compongono il gruppo, dunque, stilano tutta la documentazione relativa al percorso scolastico dell’alunno e la sottoscrivono. Eppure può capitare che ad essi venga inibita la possibilità di accedere ai documenti da essi stessi redatti.

Beh, lo trovo davvero assurdo ed invito qualunque genitori trovi difficoltà nell’avere una fotocopia del PEI, da loro firmato (se non lo avete firmato è ancora più grave) ad informarsi e a rivolgersi alle autorità scolastiche competenti perché si calpesterebbe, altrimenti, un loro diritto. 

Una volta che avete fra le mani il documento ricordate:

  1. Leggete il PEI. Sembra un consiglio ovvio e scontato, ma molti genitori in realtà si affidano di più a quello che hanno sentito durante la riunione per il PEI che non al documento stesso. Timothy Adams, un avvocato che si occupa di diritto all’istruzione di bambini con handicap, dice: “Leggete il PEI come una lettera d’amore e approfondite ogni frase”. Ricordate che un PEI è un documento giuridicamente vincolante.
     
  2. Fotocopiate il PEI e armatevi di un evidenziatore. Fate un elenco di tutto quello che vi sembra dubbio o ambiguo. Esempi: ricordare al Preside che alla riunione per il PEI ha detto che il bambino avrebbe avuto un aiuto 1:1, ma non è stato inserito tra i servizi che dovrà ricevere. Scrivere una lettera o una e-mail all’educatore responsabile del bambino per chiedere chiarimenti. Se avete registrato la riunione per il PEI potrete trascrivere la dichiarazione del Preside da includere nella vostra lettera. 
     
  3. Assicuratevi di sapere come si stanno misurando i progressi di vostro figlio. I dati vengono raccolti quotidianamente? Vengono presi appunti ad ogni lezione? Come e quando vi saranno fornite queste informazioni? I resoconti sui progressi del bambino sono fondamentali per i genitori per poter partecipare pienamente all’educazione dei propri figli. Per alcuni bambini, si potrebbe pensare ad un quaderno di comunicazione scuola-famiglia mandato quotidianamente a casa nello zaino del bambino o ad un registro di comunicazione da tenere in in classe, che i genitori possano leggere tutti i giorni.
     
  4. Programmate una riunione con l’insegnante di vostro figlio per rivedere il PEI del vostro bambino. Questo costituirà un ottimo momento per parlare con l’insegnante del particolare stile di apprendimento del bambino, per porre domande su compiti o per fornire informazioni su qualunque programma il bambino segua. In molti casi è utile sfruttare l’occasione per far incontrare incontrare il bambino con il docente nonché con altro personale con cui sarà in contatto. 
     
  5. Se il bambino ha comportamenti problematici, dovreste avere un programma comportamentale. Questo è il momento di incontrare anche il preside o il vicepreside per discutere di disciplina e delle regole (soprattutto se il bambino è in una scuola nuova). Sarà probabilmente molto più facile stabilire in anticipo come la scuola può supportare le esigenze comportamento di vostro figlio, piuttosto che aspettare che la scuola debba trovarsi davanti ad un problema.
  6.  Considerate il PEI di vostro figlio come un menu alla carta. Ciò significa, ad esempio, che è possibile accettare gli obiettivi, ma contemporaneamente rifiutare ogni riduzione o cessazione di altri servizi. Assicuratevi di inviare una lettera al responsabile diretto che elenchi specificamente quali servizi si accettano e quali no.
  7. Informatevi e aggiornatevi continuamente sui vostri diritti.
Se vi rendete conto che il PEI del vostro bambino è carente e deve essere adeguato e migliorato, è opportuno consultare un professionista esterno (come uno psicologo o un terapista comportamentale) e/o di convocare una riunione  per discutere le vostre esigenze. Un genitore può convocare una riunione per discutere del PEI in qualsiasi momento e la scuola deve fornire una data e un’ora conveniente per entrambi. Come sempre, assicuratevi di fare la vostra richiesta per iscritto. 
 
Questo impegno nel difendere i diritti di vostro figlio può inizialmente sembrare difficile e forse addirittura sconvolgente, ma ricordate che state compiendo un  passo determinante per  il futuro del vostro  bambino.

Per creare un ottimo P.E.I. vi consiglio questo libro, dove potete identificare i codici ICF e ICD-10 con modelli, strumenti operativi e griglie di osservazione. Si tratta di una guida operativa che illustra cosa è indispensabile conoscere per affrontare tutti i cambiamenti richiesti dal decreto legislativo n.66 del 13 aprile 2017. E’ un libro davvero ottimo.

Ho citato in questo articolo, con immenso piacere, il professor Fogarolo, in quanto persona disponibile nonché estremamente competente in materia di diritti dei nostri figli. Vi consiglio, sia il suo gruppo Facebook chiamato Normativa Inclusione, dove potete richiedere qualsiasi dubbio sui diritti e doveri relativi alla scuola, sia il suo libro Inclusione scolastica: domande e risposte. La normativa per genitori e insegnanti, scritto insieme al Professore Giancarlo Onger.