I disturbi d’ansia nell’autismo. Come ridurla con la terapia comportamentale

 

I disturbi d’ansia colpiscono fino al 42% delle persone autistiche. Nei bambini circa il 3%, mentre il 15% è la percentuale per gli adulti.

L’ansia può innescare: battito cardiaco elevato, contrazione muscolare, sudorazione e dolore allo stomaco. L’ansia intensa, invece, può portare a comportamenti ripetitivi che sembrano non svolgere alcuna funzione, come triturare la carta o in alcuni casi strapparsi gli indumenti. Alcune persone potrebbero sentirsi letteralmente “congelate” sul posto.

L’ansia sociale – o la paura estrema di nuove persone, folle e situazioni sociali – è particolarmente comune tra le persone autistiche. Inoltre, molte persone autistiche hanno estrema difficoltà a controllare l’ansia, una volta che essa si innesca.

L’ansia può comparire in diversi momenti e in diverse attività, incluso alcune che erano precedentemente piacevoli. 

La diagnosi dei disturbi d’ansia nelle persone autistiche va fatta da un medico e può essere complicata da problemi di comunicazione e da deficit di riconoscimento delle emozioni. Inoltre, alcuni sintomi dei disturbi d’ansia sono molto simili ai sintomi dell’autismo (ad es. compulsioni e comportamenti ripetitivi). I ricercatori hanno suggerito che una corretta diagnosi dell’ansia nell’autismo dovrebbe implicare la prova di comportamenti non appartenenti agli standard dell’ASD che sono coerenti con le caratteristiche fisiologiche, comportamentali o affettive dei disturbi d’ansia (es. eccitazione del sistema nervoso simpatico, paure), e dovrebbe evidenziare il deterioramento del funzionamento a causa dei sintomi di ansia rispetto a quello dovuto ai sintomi dell’ASD (ad esempio, la mancanza di partecipazione classe a causa della timidezza piuttosto che a causa di deficit di comunicazione o coinvolgimento in stereotipie) 

Nella maggior parte dei casi i medici tendono a consigliare farmaci anti ansia, che a volte aiutano a diminuirla, ma esistono interventi, compresi programmi di terapia comportamentale cognitiva adattati per le persone autistiche che possono aiutare molto la riduzione dell’ansia

Spesso si prova ansia da separazione, ad esempio, quando le persone autistiche devono separarsi da genitori o assistenti per andare a scuola o ad altre attività fuori di casa. Molti bambini si preoccupano eccessivamente di alcune sfide come i compiti, gli amici, la folla per strada. Questi problemi, comunemente, colpiscono tutti i bambini, autistici e normo tipici. Tuttavia, l’ansia sociale – o la paura di nuove persone e situazioni – è particolarmente comune tra le persone autistiche.

Si sa che gli individui autistici hanno spesso difficoltà a comunicare verbalmente, ragion per cui soltanto i suddetti sintomi costituiscono l’unico indizio per capire che qualcosa sta accadendo. 

La terapia comportamentale cognitiva è un approccio psicologico ampiamente accettato per interrompere i cicli gravi di ansia. È efficacemente usato per aiutare le persone autistiche con almeno alcune abilità verbali. Il primo passo in questo processo insegna alle persone a identificare la radice delle loro paure. Ad esempio, una persona che soffre d’ansia da separazione può temere di essere permanentemente separato da sua madre quando deve uscire di casa. Dopo aver identificato la minaccia percepita, il terapeuta può aiutare l’individuo a sfidare logicamente le sue ansie con alcune prove.

Per raccogliere quelle prove, entra in gioco una seconda tecnica: la terapia di esposizione. Questo tipo di terapia consente alle persone di affrontare le proprie paure in modo progressivo. Per esempio, il terapeuta può chiedere al bambino, il quale teme di perdere sua madre, di fare un “piccolo primo passo”. Ad esempio che trascorra un minuto in una stanza senza sua madre. Dopo che sua madre riappare, vediamo che il bambino si sente al sicuro. Il terapeuta incoraggia quindi il bambino a trascorrere periodi di tempo sempre più lunghi, lontano da sua madre. Questo può fornirci le prove di cui abbiamo bisogno per mettere da parte le sue ansie e aiutarlo a sentirsi sempre più al sicuro.

Consigli per diminuire l’ansia

  • Aiuta la persona con autismo a riconoscere le emozioni

Se la persona (Matteo) ad esempio ha paura degli uccelli, si può usare un cartone o un personaggio preferito dal bambino (se è adulto anche una sua foto) per indicare l’immagine di una faccia “spaventata” quando vede l’uccello e a quel punto insegniamo al bambino a dire “Matteo è spaventato”. 

Riconoscere le emozioni può essere un primo passo importante nello sviluppo di strategie di coping (adattamento). Usare un personaggio per modellare l’ansia aiuta molti bambini a pensare con calma a ciò che li ha impauriti, mentre fa il collegamento tra la situazione e il sentirsi spaventati. 

  • Sviluppa una frase rilassante o “mantra”

Abbiamo scoperto che ripetere una breve frase rassicurante, o “mantra”, aiuta molte persone autistiche ad affrontare una situazione temuta. Ad esempio, la frase per Matteo che ha paura degli uccelli potrebbe essere: “Gli uccelli sono amici”. Per la paura del rumore dell’aereo, potrebbe essere: “Gli aerei sono fantastici”.

Alcune persone, minimamente verbali, riescono a ripetere una frase breve appena ascoltata. Altri ripeteranno più volte la stessa frase o frasi. Per i bambini non verbali il caregiver può ripetere la frase per lui. In effetti, abbiamo scoperto che con alcuni bambini, ascoltare la frase più volte è particolarmente utile.

Successivamente, si compiono questi passaggi:   

  • Rifai la simulazione con il nuovo mantra.

Una volta che il bambino ha identificato la risposta paurosa del suo personaggio giocattolo, puoi iniziare a modificare la narrazione della storia. Per esempio, al posto del cartone, potrebbe aspettare seduto e osservare l’uccello che vola via. Potrebbe ascoltare il verso dell’uccello e dire “Wow, che forte!” , quindi voi o il bambino (oppure entrambi) potete ripetere quel mantra rassicurante .

E’ particolarmente importante incoraggiare al bambino a partecipare allo scenario di gioco. Rendete il gioco divertente, perchè diventa più motivante e meno noioso.

E bene ripetere questa prima fase diverse volte prima di iniziare quella che si chiama la fase di “esposizione”, che si descrive in seguito.

  • Costruire esperienze in modo lento, sicuro e graduale

Questo è di gran lunga il passo più importante per alleviare i sintomi dell’ansia. È importante ricordare un risultato chiave della ricerca sull’ansia: le situazioni temute devono essere presentate molto gradualmente e con rassicurazione.

Per un bambino che ha paura di un tipo di animale, ad esempio, potremmo iniziare guardando un video online dell’animale. Potremmo mantenere il volume disattivato inizialmente per ridurre ulteriormente lo stress associatoAllo stesso tempo, stiamo ripetendo il mantra rassicurante e incoraggiando anche il bambino a farlo.

Nello scenario paura degli uccelli, potremmo utilizzare una varietà di video con diversi tipi di uccelli. Ciò aiuta a promuovere quella che chiamiamo “generalizzazione”. È la capacità di applicare l’apprendimento a situazioni diverse. In questo caso, vogliamo che il bambino osservi diversi tipi di uccelli che si avvicinano in modi diversi, con suoni diversi e in ambienti diversi.

Qui la parola graduale è la chiave da ricordare. Potremmo fare in modo che il bambino guardi un breve video senza audio per la prima settimana. Una parte importante di questa fase della terapia è quella di premiare il bambino con lode e / o un premio concreto ogni volta che lui o lei vede un video clip completo. Il premio potrebbe essere un’attività preferita oppure uno spuntino.

I passi futuri possono includere la visione di videoclip con il volume leggermente più alto, sempre usando il mantra rassicurante.

  • Uscire nel mondo reale

Quando si guarda un video clip non si produce più ansia, il passo successivo potrebbe essere guardare un uccello reale a distanza . Nei successivi tentativi, potremmo avvicinarci un po’. Il gran finale potrebbe essere andare allo zoo per vedere da vicino gli uccelli.

Con l’esempio appena spiegato ci siamo concentrati sugli uccelli, ma lo stesso approccio terapeutico può essere usato per diversi oggetti e situazioni temuti.

In ogni caso, questi passaggi devono essere selezionati attentamente in base alle esigenze del bambino. Il programma sottolinea che ogni bambino si deve sentire sempre a suo agio  e mai troppo spaventato .

È altrettanto importante che il bambino mostri la volontà di provare ogni fase successiva del processo.

  • Abitudine

L’obiettivo è che il bambino si “abitui”. Questa è la forma di apprendimento in cui una persona smette di reagire a una situazione dopo esposizioni ripetute. Nel caso di una situazione che induce ansia, la paura si riduce considerevolmente, almeno in certe circostanze favorevoli.

Speriamo che queste strategie si rivelino utili ai fini di contribuire alla riduzione dei problemi d’ansia nelle persone autistiche.

In QUESTO link potete consultare uno studio molto interessante realizzato su persone con Sindrome di Asperger e DGS NAS, con l’obiettivo di diminuire l’ansia tramite la terapia comportamentale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: autismspeaks
www.ncbi.nlm.nih.gov