E’ una domanda che mi viene posta spesso: “sono mesi che abbiamo iniziato questo o altro intervento terapeutico e ancora non riesco a capire se il bambino sta migliorando o meno”. Ecco, se te lo chiedi vuol dire che probabilmente qualcosa non sta funzionando.
Se il tuo istinto ti porta a dubitare dell’intervento quasi sicuramente c’è qualcosa che non va.
Ci sono alcuni punti generali che di solito spiego alle persone durante le nostre chiacchierate e che mi piacerebbe condividere con voi. Spero sia utile per chi ne avesse bisogno.
Per prima cosa: se ti stai chiedendo se stai ricevendo servizi di alta qualità o se l’intervento sta “funzionando”, allora sfortunatamente dovrei dire… probabilmente no.
Le persone che accedono a ottimi servizi di logopedia, alla terapia occupazionale, all’A.B.A., DENVER o a qualsiasi intervento terapeutico generalmente non si chiedono se lo stanno facendo. Le domande sono solitamente un segno che il tuo “istinto genitoriale” sta rilevando un problema. Quando si approfondisce ulteriormente, di solito vengono rivelati uno o più problemi. Quindi il consiglio n. 1 è se sei attualmente scettico o dubbioso sui servizi forniti, non ignorarlo, non minimizzarlo. Investiga ulteriormente.
Il suggerimento n. 2 è: l’atteggiamento del terapista conta. Molti genitori dicono “Beh, lui/lei è un esperto nel suo campo, quindi ci sta che sia un un po’ arrogante… scortese… non risponde mai alle telefonate… mi maltratta”. No. Punto. Non va bene che un professionista ti tratti come spazzatura, solo perché è altamente competente e super richiesto. Esigere qualifiche più decenza umana di base non è una richiesta troppo grande.
Suggerimento n. 3: in qualità di genitore o tutore, dovresti aspettarti di essere coinvolto nel processo di intervento di tuo figlio. Qualsiasi scuola o terapista che ti tratta come un piatto di fagiolini indesiderati al buffet non agisce pensando ai tuoi migliori interessi. Aspettati quindi che gli obiettivi del trattamento ti vengano spiegati in dettaglio, che ti coinvolgano a pieno nell’intervento, nel gergo. Non è irragionevole aspettarsi che le tue domande ricevano una risposta e che la tua opinione venga presa in considerazione. Stiamo parlando di tuo FIGLIO. Ovviamente dovresti aspettarti di essere trattato con rispetto e come un membro del team.
Suggerimento n. 4: dovresti conoscere gli obblighi etici della persona che hai assunto. Se stai ricevendo servizi A.B.A., sai cosa è considerato un comportamento non etico per un BCBA? O un RBT? NO? Allora come fai a sapere se la squadra si sta comportando in modo non etico? Ho parlato con famiglie di bambini che mostrano comportamenti altamente violenti o pericolosi e per i quali non esiste nemmeno un piano comportamentale in atto. Ciò non dovrebbe accadere ed è un trattamento non etico. Se non sai cosa dovresti ottenere, è un po’ difficile chiedertelo.
Ultimo consiglio: cerca i progressi. Questa è probabilmente la lamentela n. 1 che le persone fanno quando parlo con loro. Un bambino riceve il trattamento X per un periodo di tempo tot e nulla è cambiato. Niente è migliorato. Il linguaggio è ancora un’enorme area di deficit, non vengono dimostrate nuove abilità, il comportamento a casa è ancora orribile e impegnativo, non possono ancora andare a mangiare fuori come famiglia, il bambino non è ancora abituato ad andare in bagno, ecc. Ovviamente non posso definire la quantità di progressi o il periodo per raggiungerli perchè varia da individuo a individuo. Ma dovresti aspettarti di VEDERE che l’intervento funziona. Se tuo figlio faceva i capricci per 5 ore al giorno quando ha iniziato la terapia, adesso noti che vada meglio? Se tuo figlio mangiava solo 4 cibi quando sono iniziati i servizi, adesso ne mangia di più? L’intervento ha aiutato qualcuna delle aree che hanno la massima priorità per te come genitore? NO? E allora perché continuare??
Indipendentemente dall’intervento, dal trattamento o dalla terapia specifici, questi suggerimenti di base dovrebbero aiutare a rispondere a molte di quelle domande sull’istinto da genitore che iniziano a sussurrarti che qualcosa non va, anche se non riesci a individuare nello specifico cosa c’è che non va.
Ascolta quell’istinto, approfondisci, fai più domande e chiedi aiuto al supervisore o a chi ritieni più opportuno quando ne hai bisogno!