Ti sei mai sentito così esausto da desiderare di poterti riavviare come un computer? Tutti ci stanchiamo, ma di solito facciamo una pausa, ci ricarichiamo e poi ripartiamo. A volte, però, un computer surriscaldato si spegne senza preavviso. Qualcosa di simile accade alle persone autistiche quando vengono sopraffatte: un arresto, un blocco totale
Questi blocchi (così li chiamerò in questo articolo riferendomi ai shutdown) sono correlati ai crolli. In entrambe le situazioni, il cervello di una persona autistica si stressa in maniera particolare al punto di non poter controllare la sua reazione. In caso di tracollo, può piangere, urlare, colpire e calciare.
I blocchi non sono così esplosivi come i crolli, ma sono comunque difficili da vivere per un bambino e altrettanto difficili da capire per i genitori. Vediamo cos’è esattamente un arresto e come puoi aiutare tuo figlio a gestirlo.
Che aspetto ha un blocco autistico?
Proprio come un computer oberato di lavoro, una persona autistica potrebbe spegnersi per proteggere i suoi circuiti, alcune persone si chiudono per gestire una situazione che è diventata troppo pesante. Quando tuo figlio ha un blocco, non ti sta ignorando e non si sta comportando male: il suo sistema sta entrando in modalità di sopravvivenza a causa di uno stress travolgente.
Segnali di blocco
- Estrema stanchezza: il bambino può essere molto letargico, cercare di sdraiarsi o addirittura addormentarsi in qualsiasi posto si trovi
- Ritirarsi da qualche altra parte: può provare a lasciare la zona per andare in un posto più tranquillo, più buio, meno affollato, ecc.
- Incapacità di muoversi: in alternativa, il suo corpo potrebbe rimanere completamente immobile.
- Mancata risposta: il bambino potrebbe non rispondere quando gli altri cercano di comunicare con lui/lei
- Irritabilità: potrebbe essere di umore peggiore del normale se risponde
- Perdita di abilità: il bambino può iniziare a dimenticare semplici compiti o comportamenti in cui normalmente è bravo. Ad esempio, le capacità verbali di qualcuno possono regredire durante un arresto
Diamo un’occhiata a un esempio di come appare un blocco in un bambino autistico. Shutdowns and Stress in Autism di Ingrid M. Loos Miller e Hendricus G. Loos è un caso di studio di una bambina autistica di sei anni. I ricercatori sono stati in grado di osservare i suoi blocchi nell’ambiente della scuola e della casa.
Questa ragazza ha sperimentato blocchi quando gli è stato chiesto di svolgere un compito accademico difficile. Si distraeva e cercava di evitarlo, quindi ritentava l’attività quando i ricercatori le offrivano un giocattolo, ma anche se voleva finire il compito, “sembrava disorientata… e non poteva continuare”.
I ricercatori continuavano a insistere affinchè lavorassi, ma la bambina si accasciava sulla sedia, smetteva di parlare e alla fine si addormentava per un minimo di 10 minuti o fino a due ore.
Ogni persona autistica è unica, quindi il blocco di tuo figlio potrebbe avere un aspetto diverso. Ma è importante notare che questa bambina non stava cercando di evitare qualcosa, come potrebbe pensare qualcuno, perchè un blocco è una reazione involontaria.
Cosa causa un blocco?
Il sovraccarico sensoriale è un motivo comune per un crollo o un blocco. I bambini autistici tendono a percepire luci, suoni, odori e sensazioni in modo diverso rispetto ai bambini neuro tipici. Molti sono ipersensibili, il che significa che sperimentano i loro sensi in modo più intenso, a volte fino al punto del dolore fisico.
Se fossi circondato da luci accecanti o rumori penetranti, saresti sopraffatto, giusto? Per alcuni bambini autistici, una mensa scolastica rumorosa o un negozio affollato possono causare altrettanta ansia. Troppi input sensoriali possono provocare un blocco.
I bambini autistici tendono anche ad essere molto attaccati alla routine. Eventi imprevisti o improvvisi cambiamenti di programma possono causare molto stress, portando a un blocco totale.
Le persone autistiche possono tendere a chiudersi in situazioni sociali. Non hanno dimestichezza con le regole non dette della conversazione con la stessa naturalezza delle persone neuro tipiche, quindi il loro cervello deve lavorare molto duramente. La bambina di sei anni, nel caso di studio, si chiudeva solo quando veniva messa sotto pressione da altri, mai quando giocava da sola.
La radice di un blocco non sarà sempre ovvia. A volte, anche una cosa di minor entità potrebbe mandarti in tilt. Hai mai avuto brutte giornate in cui la più piccola cosa è bastata per spingerti oltre il limite? Ecco come possono essere i crolli e i blocchi, e possono essere peggiorati da qualcosa chiamato burnout autistico.
Burnout autistico vs blocco autistico
Il burnout è correlato sia ai blocchi che ai crolli, ma è diverso. Un tracollo o un blocco è una reazione immediata agli stimoli, mentre il burnout è più uno stato continuo.
Uno studio del 2020 dell’Academic Autism Spectrum Partnership in Research and Education (AASPIRE) ha analizzato il modo in cui gli adulti autistici descrivono il burnout. Le principali caratteristiche del burnout sono “esaurimento cronico, perdita di abilità e ridotta tolleranza agli stimoli”. Un partecipante ha detto: “Ho avuto persone che mi hanno detto molte volte nel corso degli anni ‘Ma perchè sei così stanco?’ … La brutale verità è che per una persona autistica semplicemente ESISTERE nel mondo è uno sfinimento…”
Una persona in un burnout potrebbe essere incapace di eseguire alcune abilità che prima faceva senza problemi ed essere più incline al sovraccarico sensoriale. Sembra un blocco, ma i burnout durano molto più a lungo, per settimane, mesi o anni.
I blocchi e i crolli sono anche più comuni durante il burnout perché la persona ha una ridotta capacità di gestire la propria ansia.
Cosa fare se tuo figlio ha un blocco
La cosa migliore che puoi fare per tuo figlio è armarti di pazienza e sostegno. I blocchi sono snervanti per te, ma anche per la persona che li sta vivendo. Fai quello che puoi per essere una fonte di conforto invece di un ulteriore stress. Non farti prendere dal panico, non fare troppe domande e non esagerare cercando di confortarlo.
Fai attenzione a ciò che fa scattare i blocchi di tuo figlio ed evitalo il più possibile. Se è qualcosa che non può essere evitato del tutto, come l’interazione sociale, prova a trovare un modo per renderlo meno stressante. Ad esempio, se la causa sono le visite ad altri amici, i compleanni o momenti di socialità simili, puoi ridurre il tempo e passare gradualmente a visite più lunghe. Offri a tuo figlio l’opportunità di fare una pausa e alternare l’attività scatenante con una divertente.
Alcuni bambini mostrano un segno specifico prima di spegnersi, quindi fai attenzione anche a quello. La ragazza nel caso di studio, ad esempio, si stropicciava gli occhi quando era sopraffatta.
Se vedi un blocco in arrivo o se è iniziato, togli (se puoi) tuo figlio dall’ambiente. Vai in una stanza tranquilla, all’aperto, in macchina, ovunque sia più calmo e silenzioso.
Quello che farai dopo dipende da cosa vuole tuo figlio o tua figlia. Alcuni bambini vogliono tenersi per mano, altri vogliono un abbraccio, altri vogliono stare al telefono e magari chattare mentre si riprendono dal sovraccarico. Per altri, qualsiasi input sensoriale extra è troppo e preferirebbero avere spazio per stare da soli mentre elaborano.
A volte, gli interessi speciali possono essere utili. Un peluche preferito, un giocattolo, un libro o altri oggetti personali potrebbero confortare tuo figlio e reindirizzare i suoi pensieri.
Se ha una comunicazione funzionale, parla più tardi, quando è meno emotivo. Chiedigli come puoi dargli supporto durante questi momenti. Tuo figlio o tua figlia probabilmente non sarà in grado di articolare ciò che vuole da te nel bel mezzo di una chiusura, ma la sua opinione è importante, quindi assicurati di parlarne quando sarà pronto.
Conclusione
I blocchi o shutdown autistici sono un’esperienza estenuante. Lo stress continuo può portare non solo a interruzioni, ma anche a un esaurimento completo con possibile depressione.
È possibile gestire questi incidenti. La bambina di sei anni nel caso di studio ha mostrato molti miglioramenti dopo due mesi di scuola domestica “a basso stress”. È stata in grado di svolgere i compiti per periodi più lunghi e “i shutdown sono stati praticamente eliminati”.
Ogni persona autistica è unica, quindi ognuna risponderà meglio a diversi metodi per elaborare l’ansia. Parla con il medico, il terapista e gli insegnanti di tuo figlio o tua figlia sulla gestione di questi blocchi.
Come genitore, è importante mantenere la calma quando si verifica un blocco e accettare che tuo figlio abbia bisogno di un piccolo supporto extra per gestire ciò che la vita gli offre. Mostrare comprensione quando compaiono i shutdown fa davvero la differenza
Devi accedere per postare un commento.