Uno dei miei articoli più visti qui nel Blog è quello che riguarda l’insegnamento dell’uso corretto del bagno. Lo trovate QUI. Ogni volta che posto quell’articolo, riscontro svariati commenti a proposito di ragazzi, adolescenti o adulti, che ancora portano il pannolone.
Mi preme, dunque, scrivere questo articolo sull’encopresi, con l’obiettivo di far capire che anche nei casi più difficili di bambini che non vogliono defecare o fare la pipì nella tazza, anche per loro, la soluzione esiste. Insisto quindi, sul fatto che non bisogna disperare, non bisogna arrabbiarsi, non bisogna stressare il bambino, ma bisogna insistere con gli strumenti adatti, affinchè l’abilità si acquisisca e rimanga.
Ma andiamo al sodo:
L’encopresi non è altro che l’emissione involontaria (o volontaria) di feci in luoghi inappropriati, quindi si parla di encopresi quando abbiamo davanti bambini che non hanno raggiunto il controllo sfinterico dopo circa i 4 anni.
Esistono 4 tipi di encopresi:
Encopresi Primaria quando il bambino non ha mai raggiunto il controllo intestinale.
Encopresi Secondaria quando il disturbo si manifesta dopo che per un certo periodo è stato raggiunto il normale controllo sfinterico.
Encopresi Involontaria “paradossa”, da overflow (la più comune, accompagnata a stipsi cronica).
Encopresi Volontaria non accompagnata da stipsi; in questo caso spesso è associata alla presenza di disturbo oppositivo-provocatorio o della condotta. È uno dei comportamenti più irritanti esibiti dai bambini in conflitto con i genitori.
Le cause dell’encopresi sono multifattoriali e riguardano aspetti organici, aspetti educativi, fattori ambientali e psicologici.
- Una causa organica fra le più diffuse può essere la stitichezza, ragadi o altre lesioni a livello anale. In questi casi si innesta spesso un circolo vizioso: il bambino, a causa della stitichezza sente dolore durante la defecazione, per cui cerca di trattenere al massimo le feci; ciò aumenta la consistenza di queste e, quindi, si accentua il dolore durante la defecazione. Il dolore provato, a sua volta, aumenta la repulsa del bambino verso questa funzione fisiologica.
- deficit cognitivi o disturbi dell’apprendimento
- fattori psicologici: rapporti familiari conflittuali, stile genitoriale iperprotettivo, aspettative e/o richieste eccessive da parte dei genitori, ansia
Come si può ben comprendere, quasi sempre i genitori tollerano molto male questo tipo di disturbo ed assumono atteggiamenti repressivi e colpevolizzanti che accentuano le difficoltà del rapporto con il figlio e di conseguenza anche la sintomatologia.
Cosa fare:
Si tratta di un problema che può essere risolto, lo ripeto. che può essere risolto, soprattutto se preso in tempo. La modalità di intervento più efficace è quella cognitivo-comportamentale che coinvolge direttamente il bambino, i genitori e gli insegnanti (quando è possibile).
Programma comportamentale
Il programma comportamentale tipico è composto da orari strutturati per stare sul water, durante i quali i bambini rimangono seduti per 5-10 minuti dopo ciascun pasto ogniqualvolta avvertano la necessità di evacuare.
Risultano spesso utili piccoli premi. Ad esempio, dare ai bambini adesivi da applicare su un tabellone a ogni permanenza sul water (anche in assenza di evacuazione) si può accrescere il loro desiderio di aderire al programma. Spesso si utilizza un programma progressivo, durante il quale i bambini ricevono piccoli premi (ad esempio, gli adesivi) per essere rimasti seduti sul water e premi più importanti se seguono in maniera coerente il programma.
Può essere necessario dover cambiare i premi nel corso del tempo per preservare l’interesse dei bambini.
Se il programma comportamentale avviato dal caregiver non ha successo, il bambino può essere indirizzato a un terapista comportamentale o a uno psicologo infantile esperto nel trattamento di bambini che soffrono di incontinenza fecale. Questi specialisti raccomandano fortemente a chi si prende cura del bambino, frustrato dall’incontinenza e dall’evacuazione involontaria, di evitare la punizione o di mostrare delusione per la mancanza di progressi o per eventuali regressioni a vecchi comportamenti dopo aver ottenuto progressi.
Esistono diversi psicologi a cui rivolgersi, nel caso in cui abbiate bisogno di consulenza. Ve ne elenco due:
fonti: tagesonlus
msdmanuals
cslogos
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