Una parte consistente delle abilità che ha acquisito Ares in questi anni proviene dalle mansioni che svolge a casa quotidianamente: è Ares che accende l’albero di Natale, il gas per cucinare la pasta (quando non se la cucina lui), è lui che spazza (e quindi chi prende scopa e raccoglitore), è lui che mette in carica il suo tablet, chi ricarica la carta igienica quando finisce, ecc.
A casa mia c’è un cartellone con tutti i compiti di Ares e di Yara. Tutte queste piccole attività giornaliere gli consentono di imparare il nome degli oggetti di casa, della posizione di essi e anche della loro funzione.
Ovviamente quando mi rivolgo a lui per indicargli di accendere l’albero di Natale e ci sono ad esempio, due interruttori, uno verde e uno giallo, NON gli dico: “Ares accendi quella lucetta color albero”, ma gli dico: “accendi l’albero con quell’interruttore verde sotto la scala”. Se non sa di cosa parlo glielo indico e da lì in poi sarà sempre lui l’addetto all’accensione. Se non sa qual è il fuoco giusto fra i quattro della cucina, glielo indico e dalla prossima volta lo saprà e lo farà lui.
Diciamo che, nella misura in cui crescono, questi figli nostri devono muoversi, darsi da fare, collaborare alla faccende domestiche, senza che pensiamo che sono poveri e indifesi, ma, anzi, spesso sono forti e robusti. Ares è così alto che è lui a raggiungere le zone più alte delle mie dispense, ed è così forte che è grado di portare due casse d’acqua alla volta, mentre magari a me fa male la schiena dopo due secondi, per cui, ecco, facciamoli lavorare, facciamoli sentire parte del lavoro in famiglia.
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