Insegnare il valore della condivisione

 

Il valore della condivisione va insegnato sempre, nonostante l’autismo. Spesso tendiamo a nasconderci dietro il velo della disabilità dei nostri figli per consentire loro vizi e comportamenti inadeguati, che li danneggiano, come a qualsiasi altro individuo: “dai, lascialo stare, ha già tanti problemi, poverino”.

Invece no! Ares, per un po’ di tempo, tendeva ad essere molto possessivo con le cose da mangiare. Nascondeva le sue pizzette affinchè nessuno gliele prendesse, e siccome davvero nessuno gliele prendeva, dava per scontato che nessuno mai gli avrebbe chiesto qualcuna.

Ovviamente quando me ne accorgo di dettagli simili impazzisco e, un po’ perchè mi piace scherzare e un po’ perchè non esiste che Ares non riesca a disfarsi di un pezzetto di pizza, ho deciso di metterlo più volte alla prova.

In passato mi sono occupata della condivisione del gioco, l’articolo lo trovate QUI, ma in linea di massima il lavoro da fare è sempre lo stesso, sia che si tratti di cibo, di giochi o di altro. Alcuni ragazzi o bambini sono molto generosi, altri più o meno generosi, ma alcuni vanno letteralmente in tilt quando togli loro qualcosa di prediletto, molti si rifiutano categoricamente e addirittura, sovente, si finisce con vere e proprie crisi.

Ad ogni modo le strategie di intervento, se si tratta di un gioco da condividere, sono sicuramente diverse rispetto a quelle da attuare nella condivisione del cibo. Laddove la condivisione del gioco crea comunicazione e interazione sociale, la quale può finire per divertire la persona autistica, la maggioranza dei nostri figli invece non trova nessuna utilità nel condividere il proprio cibo. Riescono soltanto a vedere privazione e basta!

Dobbiamo anche combattere con uno dei problemi più grandi delle persone autistiche: non sanno mettersi nei panni degli altri. Di conseguenza se davvero Yara, la sorella di Ares, aveva voglia di una pizzetta, mi risultava difficile far capire ad Ares che anche la sorella aveva fame in quel momento e che quindi aveva diritto almeno ad una pizzetta. Costringerlo, di certo, non aveva senso, mentre invece convincerlo, spesso mi dava risultati non duraturi.

All’inizio, un po’ di Natali fa, Ares concedeva un pezzetto di pizza così minuscolo che si riusciva ad afferrare a mala pena. Oggi, devo dire, che dopo due anni circa di lavoro, riesce a regalare una pizzetta intera (di 5 che di solito prende a merenda), roba che se lo dicevo 3 anni fa nessuno mi avrebbe creduto: Ares era in grado di rincorrerti per tutta la casa pur di toglierti una pizzetta a lui sottratta.

Come ho fatto?: più o meno le stesse regole che valgono per i bambini normo tipici:

  1. Mai alzare la voce: è inutile!
  2. Ho sempre dato l’esempio, mostrando di continuo, in maniera E V I D E N T E che regalo volentieri del cibo ad altre persone, enfatizzando l’azione in modo che non possa sfuggire ad Ares. Dopodiché lo mettevo alla prova per capire se aveva afferrato il concetto: “Ares, dai una pizzetta a tua sorella per favore”.
  3. Ho fatto vedere ad Ares diversi video di persone che condividono del cibo (video fatti da me con amici di Yara ed altri parenti)
  4. Può essere d’aiuto creare una storia sociale dove si spiega con parole semplici il comportamento che si vuole ottenere.
  5. Diventa essenziale, come per ogni lavoro che si intraprende sul comportamento, informare tutte le persone che si occupano della persona autistica: parenti, docenti, amici, assistenti. La generalizzazione della capacità acquisita è fondamentale.
  6. Il premio e la lode non possono mai mancare se si ottiene una condivisione di qualsiasi genere. 

Finora con Ares ho ottenuto tanto: e cioè riesco a dirgli: “Ares dai una pizzetta a tua avery-300x225sorella” e senza fiatare dice di sì e gliela porge. Mi manca ancora che Ares lo faccia SPONTANEAMENTE. Un’impresa, ma ci sto già lavorando. Ho cominciato a dire a Yara che quando vede Ares mangiare la pizzetta, si avvicini o lo guardi con occhi strabuzzati hahahaha. Anche se finora non ho ottenuto nessun risultato. Ma continuerò a lavorarci.

Guardate, in un minuto, la differenza notevole fra il passato ed oggi!

 

5 commenti

      1. il mio tributo alla bellezza

        Grazie a te! E? importante diffondere conoscenza ed esperienza diretta in merito a questi argomenti. Se ne parla troppo poco e invece occorrerebbe che quante più persone possibile prendano coscienza di che cosa significa. UN abbraccio.