Autismo. Usare o no gli psicofarmaci?

 

Condivido con voi, per gentile concessione dell’Associazione Luce ONLUS, nella persona di Elena Ernesti, una riflessione chiara e dettagliata del Prof. Giovanni del Poggetto, a proposito dell’uso degli psicofarmaci nell’Autismo.

Il documento dal titolo: Limiti e problemi del trattamento psicofarmacologico dell’Autismo. Presupposti della Psicoeducazione sulla base della Plasticità Cerebrale, è una Relazione presentata al Primo Congresso Nazionale di Spazio Asperger: Tutti i colori dello Spettro – Nuove prospettive di intervento per la nuova definizione diagnostica di Spettro Autistico – 13-14-15 giugno 2014 – Teatro S.Paolo di Roma.

Tengo particolarmente alla diffusione di questo studio perchè nell’arco dei miei anni di vita con l’autismo, più testimonianze di genitori mi hanno convinta dell’inutilità degli psicofarmaci per trattare i soggetti con disturbo dello spettro autistico, e come dice il Prof. del Poggetto nel suo studio: “nonostante i neurolettici non abbiano efficacia e quindi non siano appropriati per trattare in mono o  politerapia i disturbi dello spettro autistico, e nonostante sia consigliabile che la loro somministrazione avvenga per periodi prefissati sempre più brevi e in dosaggi sempre minori per rendere possibile l’iniziale realizzazione di un processo psicoeducativo, vengono, invece, comunemente usati singolarmente o in combinazione ad esclusivo scopo contenitivo, senza prefissare alcun limite temporale nè quantitativo al loro uso“.

E’ chiaro che, non essendo un medico, la mia resta soltanto una valutazione superficiale e soggettiva, quindi la parola agli esperti.

Vi auguro una buona lettura. E’ davvero molto interessante! Eccolo:

Limiti e problemi del trattamento psicofarmacologico dell’Autismo. Presupposti della Psicoeducazione sulla base della Plasticità Cerebrale

Il prof del Poggetto è, dal 2012, Presidente dell’Associazione Onlus LU.CE. – LUcca CEntro Studi e Interventi sui Disturbi del Comportamento.

E’ stato responsabile della diagnosi, terapia e riabilitazione del reparto Centrale Uomini dell’Osp. Psich. Prov. di Fregionaia, Lucca, seguendo i pazienti dimessi dall’OPP, Vincitore Concorso Nazionale per Primario Psichiatra O.P.P. di Lucca nel gennaio del 1974. Dal maggio ’78 al novembre ’78 è stato responsabile dell’apertura e della tenuta del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura  presso l’ospedale di Campo di Marte a mente della legge 180/78.

Da Gennaio dell’81 a dicembre dell’88 responsabile delle Attività Sanitarie Distrettuali e promotore dell’apertura del Centro Diurno di attività riabilitative di Viale Giusti (così detta Villa Giusti) nonché del Corso di Formazione al lavoro per giovani disabili psichici (30 allievi), triennale,  e del successivo Centro di formazione al lavoro, per trenta giovani disabili psichici, basato su 4 azioni lavorative:

– Agricoltura (nei campi dell’Ospedale Psichiatrico di Lucca)

– Falegnameria (presso l’allora CEIS di Ariano)

– Tessenda (presso la tessendo storica dell’Ospedale Psichiatrico)

-Edilizia (per ristrutturazioni edilizie presso privati)

In relazione alla carente attuazione della 180/78, oltre al mancato trasferimento sul territorio di almeno una parte delle risorse economiche spese fino al ’99, ha individuato altre due possibili cause che necessitano di urgente intervento:

1) far uscire la psichiatria  dalla attuale situazione di autoreferenzialità (resa possibile dalla mancata verifica dei risultati) e

2) la differenza tra un’organizzazione centrata sull’utente (come dovrebbe augurabilmente essere) rispetto a quella centrata sull’operatore, come dimostrato dai dati che vengono raccolti e trasmessi in regione a fine anno.

Ha progettato un Osservatorio Epidemiologico di USL allo scopo di monitorare l’azione dei Servizi di Salute Mentale mentre avviene, e renderne visibili i risultati, nel presupposto che un’organizzazione che tiene conto dei risultati della propria azione è necessariamente centrata sull’utente.

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