Il saper attendere è una qualità fondamentale, non sempre infatti possiamo ottenere ciò che desideriamo e, ancora più raramente, possiamo ottenerlo subito. Questo può essere fonte di frustrazione, ma sarebbe opportuno riuscire a trasformare la frustrazione in motivazione a fare meglio ed arrivare all’obiettivo. Durante l’attesa è altrettanto frequente provare la sensazione di impazienza, il bisogno impellente di “fare qualcos’altro intanto che…”, ma il rischio è quello di dare inizio ad attività che distolgono l’attenzione dal compito, e che dunque allontanano di più il traguardo.
Se non si sa gestire l’attesa e il normale senso di frustrazione che può derivarne, si rischia di ritrovarsi invischiati in uno stato di agitazione inutile e che, anzi, agisce come ulteriore ostacolo al raggiungimento della soddisfazione, in una specie di circolo vizioso.
La capacità di pazientare, di attendere il proprio turno, di inibire altre attività e movimenti inizia a svilupparsi molto precocemente. Il suo sviluppo inizia già in epoca neonatale, ma non sarà pienamente matura fino all’età adulta essendo legata alla maturazione del cervello, in particolare dei lobi frontali. Seppure alcuni bimbi facciano più fatica di altri, le strategie e le attività proposte di seguito si mostrano utili per tutti i bambini.
Istituire un sistema di PREMI e GRATIFICAZIONI
Sono strumenti molto efficaci per aiutare il bambino a tollerare meglio la fatica che nasce dal dover aspettare. Devono essere pressoché immediati, almeno inizialmente, con l’obiettivo di spostarli più avanti nel tempo facendoli crescere di entità. Il fine è quello di favorire l’autoregolazione del comportamento, portando il bambino a percepire che può essere meglio una gallina domani (che nel tempo ci procurerà tante uova) piuttosto di un solo e unico uovo nell’immediato.
“Fare i turni per un giocattolo o un’attività”
Procedura:
Far sedere il pari ed il bambino sul pavimento in un’area gioco. Presentargli un giocattolo o un’attività. Far passare un breve periodo (es. 30 secondi) ed aiutare il bambino o il pari a passare il turno ad un altro (es. dire “Lorenzo(bambino), è il turno di Marco (pari)”). Dare aiuto fisico al bambino per dare il giocattolo al pari. Rinforzare la risposta. Diminuire l’aiuto durante la sessione e rinforzare sempre la risposta migliore. Fino a rinforzare solo la risposta corretta senza aiuto.
Prerequisiti suggeriti:
Il bambino fa gioco parallelo, segue l’istruzione dell’adulto.
Prompt suggeriti:
Guidare fisicamente il bambino per passare il giocattolo al pari. Un timer può essere usato per indicare ai bambini quando il loro turno è finito. Diminuire mano a mano l’uso del timer.
Istruzioni specifiche per il pari:
Dire al pari che il bambino con autismo sta imparando a dividere i giochi. Rinforzare socialmente il pari per dividere i giochi.
ISTRUZIONI RISPOSTE
“E’ il turno di (nome del pari)” Il bambino da il gioco al pari
1. Fare i turni con un numero limitato di oggetti
2. Fare i turni con una varietà di oggetti
3. Fare i turni quando il pari chiede il suo turno.
Aiuti suggeriti: Lasciare che i bambini scelgano le attività su cui fare i turni. Variare spesso gli oggetti. Se il bambino parla, aiutarlo a dire al pari “E’ il tuo turno” quando gli passa il gioco o l’attività. Insegnare al bambino a passare il gioco al pari quando il pari dice “E’ il mio turno” o chiede “Posso giocare adesso?”
Questi, qui sotto, sono dei video a cui tengo tanto, perché compare il primo miglior amico di Ares: Matteo.
Matteo, manco a dirlo, è un bambino di una sensibilità unica, nel video era molto piccolo, ora è un adolescente bellissimo.
Bambini come Matteo, sono perfetti per avviare giochi con ragazzi come i nostri perché sono bambini pazienti, tranquilli, disponibili e trasmettono serenità. Questo che vedrete è una seduta A.B.A., dove abbiamo invitato Matteo per fare diversi giochi a turno, nel primo video si gioca a Memory.
Guardate come la terapista interviene sempre DIETRO Ares, e quando deve fermare Ares affinchè aspetti il suo turno, lei trattiene le sue mani sempre da dietro, cercando di persuaderlo, ma senza essere troppo invadente.
Poi vedrete un video dove Ares e Matteo giocano, sempre a turno, con un puzzle del corpo umano, ed infine un altro video piccolino dove giocano a scambiarsi la macchinina.
Rispettare i turni è una delle competenze sociali più critiche e necessarie nella vita quotidiana di un bambino nello spettro autistico, ma non è una capacità innata, ha bisogno di essere insegnata, non solo a scuola, in classe, ma soprattutto in situazioni di vita reale. Saperlo fare implica la comprensione a l’assimilazione di molte abilità come ad esempio :
1 ) la comprensione del perché si condivide un’attività
2 ) la capacità di autoregolamentazione
3) le cose da fare mentre si aspetta
4) capire l’andamento di quanto sta accadendo attorno
Non è stato mai semplice, perché ogni percorso ha le sue difficoltà, ma alla fine, se insistiamo, tutto si può fare, con pazienza e dedizione.
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