In tanti mi avete scritto cercando di capire come far stare seduto il proprio allievo o figlio davanti al PC in questi giorni in cui milioni di ragazzi sono passati alla didattica a distanza.
Trovare il modo migliore per far sedere e concentrare il bambino può essere piuttosto arduo come compito per genitori, terapisti e insegnanti. Poiché i bambini autistici sono tutti diversi, non esiste un modo “migliore” per raggiungere questo obiettivo. La chiave è identificare quali input sensoriali possono distrarre o stimolare eccessivamente il bambino ed eliminarli, cercando poi di modificare un comportamento specifico.
Questi sono alcuni semplici suggerimenti per tentare, il più possibile, di raggiungere la concentrazione dei bambini o ragazzi:
- Zero distrazioni: deve essere compito della famiglia, in primo luogo e poi dell’insegnante, assicurare il massimo del silenzio, sia nel contesto in cui si trova il bambino, sia nel contesto in cui si trova il docente. Nello schermo non devono vedersi movimenti di persone che si muovono dietro il docente, porte che si aprono, persone che salutano. L’inquadratura del docente deve essere, il più possibile, priva di elementi privati. Lo stesso vale per il luogo dove avete situato la postazione della didattica in casa. Più elementi di distrazione avrà il bambino, meno riuscirà ad ascoltare e seguire l’insegnante. Se il bambino inizia a svolgere un compito e salta la connessione, sarebbe meglio evitare commenti quando si rientra (del tipo: scusami è saltata la linea). Meglio tornare online in silenzio e capire per qualche secondo cosa sta accadendo, se il compito è stato eseguito, ecc.
- Corretta posizione nel sedersi: la sedia che la famiglia sceglie per il bambino deve essere simile a quella della scuola. Niente divani o poltrone dove adagiarsi. Bisogna replicare, il più possibile, la situazione della classe. La posizione del bambino, quando è di fronte al PC, deve essere corretta. Anche questo elemento incide nella concentrazione.
- Più che mai, le richieste del docente devono essere chiare, dirette e di facile comprensione. Ricordate la storia triste che vi racconto sempre?: Una docente dice ad un allievo: “Allora giovanotto, vogliamo cominciare a fare i compiti questa mattina?” L’allievo risponde: “NO” E la storia finisce. Le richieste devono essere dolcemente imperative e precise: “Buongiorno Ares, come stai?” -“Bene”. -“okkkkk.” “Cominciamo a fare i compiti!” “Vuoi cominciare con italiano o matematica?”
- Non siate precipitosi nel pretendere una risposta SUBITO: ricordate che le persone autistiche richiedono più tempo per elaborare domande e risposte. Potreste essere tentati di immaginare che vostro allievo non vi stia dando retta, ma pensate anche al fatto che stia pensando a cosa dire. Dategli il tempo, non c’è fretta!
- Organizzare per tempo il lavoro da svolgere: anche qui, più che mai, non vale improvvisare, ameno che tu, docente, non sia davvero bravo a non perdere nemmeno un secondo nell’inventarti attività veloci senza distrarre il bambino. Il lavoro deve essere organizzato e le richieste da fare devono essere mirate. Scegliete attività che possano aiutare a tenere il bambino seduto come i dettati, colorare un disegno (per poi mostrarlo) o qualunque attività dobbiate fare, cercando di renderla molto più interessante e creativa.
Attezione: Ares a volte copia da solo gli esercizi. Non sempre glieli copio io. Dipende da vari fattori: la quantità e il tipo di compito, quanto è nervoso, eccitato, ecc. Valuto io, senza farmi problemi.
- La comunicazione con la famiglia diventa imprescindibile: se non esiste un’adeguata intesa con la famiglia è quasi impossibile impostare il lavoro. Alcuni disegni andranno stampati prima, altri esercizi hanno bisogno di essere copiati per tempo, PRIMA del collegamento video. Insomma, una telefonata o un messaggio fra docenti e famiglia è essenziale e lo si fa per il solo bene dell’alunno.
- Create un calendario visivo SEMPRE per organizzare la giornata. Ricordate che SAPERE bene cosa accade, durante queste giornate inconsuete, previene l’ansia nel bambino. Se si abitua a lavorare alla stessa ora sempre, e lo sa in anticipo, è più facile che sia ben disposto a farlo.
- Se l’alunno proprio non riesce ad abituarsi all’idea di rimanere seduto davanti al PC, sarebbe un’ottima idea preparare una storia sociale. La storia sociale va personalizzata per ogni bambino. Scrivete una specie di storiella illustrata (se necessario). Nel caso di Ares, che è già grande, uso soltanto parole semplici con una struttura pensata e delineata per raggiungere uno scopo. Ad esempio:
“La mattina alle nove devo sempre stare seduto davanti al computer per parlare con la maestra.
Devo fare tutti i compiti che l’insegnante mi chiede fino alla fine.
Quando finisco tutti i compiti mi posso alzare.”
La storia sociale non va letta al bambino (oppure letta da lui) quando è in procinto di sedersi davanti al PC, ma più volte durante la giornata. Se lo ritenete opportuno, se il bambino è piccolo oppure non verbale, sarebbe meglio inserire delle foto dello stesso bambino, seduto correttamente, oppure di un disegno di un bambino. L’importante è che si crei un libricino bello ed efficace.
- Pensate sempre ad un premio per il bambino quando si comporta bene e rimane seduto il tempo necessario. I premi dei comportamenti consoni sono sempre una guida di facile comprensione per il bambino nel percorso per insegnare atteggiamenti adeguati
- Se i compiti che deve realizzare sono diversi, sarebbe meglio fare delle pause. Proprio perchè non è semplice essere e rimaner concentrati tutto il periodo della lezione online, una pausa di dieci o 5 minuti, potrebbe giovare al bambino. A patto che si ritorni poi a sedere senza problemi
- Cercate di mantenere una routine unica durante la settimana. La sveglia e il momento di dormire devono avvenire alla stessa ora. Se il bambino va a dormire a mezza notte, dopo aver guardato per due ore il tablet, è facile che sia iperattivo, che non prenda sonno facilmente e che al giorno dopo non si svegli volentieri. Lo stesso vale per il risveglio: dovete dare tempo al bambino di fare colazione, di vestirsi correttamente, come se fosse a scuola, e di prepararsi psicologicamente al momento dell’incontro virtuale. Già 20 minuti prima cominciate a dire: “mi raccomando, fra poco dobbiamo vedere la maestra per fare i compiti”
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