Queste sono attività ideali da realizzare in piccoli gruppi. Attenzione però, perchè in realtà, il tipo di attività che si sceglie non conta, ma conta soprattutto come si lavora. Che si tratti di dipingere una casetta oppure di comporre un puzzle con 3 bambini, sta poi alla bravura dell’adulto (docente o genitore) saper gestire e propiziare la collaborazione. Quando si lavora in gruppo, soprattutto con un bambino autistico, bisogna insegnargli a chiedere aiuto, a riconoscere l’altro, bisogna lavorare sull’intenzionalità comunicativa.
L’obiettivo del lavoro in gruppo è quello di accettare e tollerare l’altro, di aspettare il proprio turno, di rispettare le regole, di imparare a condividere. L’esito finale del lavoro collettivo dipenderà anche da come viene distribuito il materiale. E’ chiaro che se distribuisco un foglio e una matita a bambino ognuno disegnerà per conto proprio e l’interazione non avverrà mai.
Se invece a tavola c’è soltanto un gruppo di pennarelli e ogni bambino deve disegnare un paesaggio, prima o poi dovrà capitare che un bambino deva chiedere aiuto all’altro per finire il proprio dipinto. Ecco, in quel momento l’adulto ci deve essere per far sì che il bambino autistico stabilisca un contatto oculare, dica le parole giuste e venga ricompensato con la soddisfazione della richiesta. Se tutto questo non avviene, è inutile lavorare in gruppo. Fate altro!
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