Molti genitori desiderano un bambino che chieda abbracci, coccole, che li inviti a far finta di andare al ristorante oppure di parlare al telefono: “mamma dai, vieni a giocare con me“. In effetti molti genitori non solo attendono, ma si affidano al loro figlio per realizzare qualsiasi tipo di gioco di finzione.
I bambini autistici, nonostante pensino e abbiano una grande immaginazione, difficilmente prenderanno l’iniziativa. Infatti sono spesso più felici giocando da soli, ripetendo continuamente le loro attività preferite, più e più volte, senza coinvolgere nessuno: mamma, papà o chiunque sia.
Inoltre, i bambini autistici raramente imitano gli altri. Di conseguenza non fanno tante cose che i genitori si aspettano. Mettersi a imitare una madre che cucina, ad esempio, potrebbe non capitare mai. Il concetto di giocare a “vestirsi come la mamma” ad esempio, a imitare un supereroe o far finta di essere forti come Hulk, non entra quasi mai nella loro mente. E non aspireranno mai a diventare principi o principesse Disney.
Ciò confonde molto i genitori, soprattutto quelli alle prime armi, di fronte ad una diagnosi di autismo, perchè si aspettano un certo tipo di comportamento che non arriverà mai e quindi non riescono a modificare facilmente le loro aspettative.
Ecco quindi che genitori e nonni decidono che non capiranno mai il loro bambino. Non intendono essere offensivi o negligenti, ma hanno deciso che è impossibile costruire una relazione e di conseguenza mollano tutto.
Alcune frasi che dicono i genitori quando decidono di abbandonare il rapporto con loro figlio.
Sfortunatamente per le persone autistiche, non essere coinvolte è davvero molto facile. Tutto quello che devi fare è pronunciare una di queste frasi. Il risultato?: Non costruirai mai una relazione con tuo figlio!.
Sono frasi che ti aiuteranno a capire che non conosci affatto tuo figlio:
- “Lascerò che venga lui da me. ” (Non verrà mai da te perché i bambini autistici non vengono da te se non hanno una buona ragione per farlo).
- “Lui sta bene in silenzio e per conto suo”: (Sicuro? O sta bene a te che lui stia in silenzio e per conto suo? Soprattutto se siamo stressati e stanchi è molto facile lasciar stare un bambino autistico. E ce ne accorgiamo di lui soltanto se ha una crisi o se crea problemi. Invece bisogna coinvolgerli sempre. Se non sai osare, lui rimarrà per sempre esattamente com’è).
- “Non voglio forzarlo.” (Se non sfidi o sproni tuo figlio a impegnarsi con te o a fare qualcosa al di fuori della sua zona di comfort, lui non lo farà mai. Ciò non significa che devi spingerlo fino alla frustrazione, ma ci devi provare.)
- “Si arrabbierà.” (Sì, se tu stravolgi tuo figlio lui si arrabbierà, ma se ti impegni con lui dove già si sente a suo agio e gli offri sfide gentili, usando i metodi giusti, non si arrabbierà, anzi, potrebbe eccitarsi ed essere felice)
- “Semplicemente non è capace di fare quel tipo di gioco.” (È vero che i bambini autistici scelgono raramente, da soli, di imitare o fingere di essere qualcun altro, ma questo non significa che non siano capaci di creatività – o che non possano imitare. Serve del tempo, sì, ma si può fare con tanta pazienza.
- “Non mi sento molto a mio agio con le persone disabili”. (Questo è spesso un disagio molto reale: molti adulti si sentono davvero scoraggiati da qualsiasi tipo di differenza psicologica o di sviluppo. È anche uno dei motivi principali per cui genitori, nonni e zii hanno poca o nessuna relazione con un membro della famiglia nello spettro dell’autismo, la cosa migliore da fare è semplicemente … superarlo.)
- “Non gli piaccio, quindi terrò le distanze.” (Mantenere la distanza è un modo fantastico per garantire che non ti venga mai vicino – fisicamente o emotivamente.)
- “Non sono in grado di seguirlo, lasciamo stare”: (Sicuramente non sei esperto quanto un neuropsichiatra dell’età evolutiva, ma sei il genitore: nessuno lo conosce meglio di te. Puoi fare tanto se ti impegni. Se non ci provi, non conoscerai mai tuo figlio.
Il mio consiglio è: avvicinati sempre a tuo figlio, tasta il terreno, provaci e riprovaci. Prima con un gesto, poi con un gioco, senza assillarlo, ma con determinazione. Sbaglia e impara dai propri errori. Leggi, informati sul metodo migliore per approcciarlo. Ascolta altri genitori nella tua stessa situazione. Ma non ignorarlo, MAI!
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