Condivido con voi questo duro e potente racconto di una giornalista di Sierra Leone a proposito dell’autismo in Africa.
“Sono venuta a conoscenza del termine autismo quando sono emigrata nel Regno Unito, prima non sapevo proprio nulla della condizione. Mi sono resa conto e ho capito bene di che condizione si trattava dopo che mio nipote è stato diagnosticato alla tenera età di tre anni. Attraverso l’osservazione di mio nipote mi sono resa conto che le caratteristiche che mostrava non erano limitate a lui soltanto, o solo ai bambini autistici nel Regno Unito. Infatti, avevo visto bambini che mostravano caratteristiche simili a casa mia, in Sierra Leone. Purtroppo nessuno sapeva cosa c’era di sbagliato in loro. Non avevano alcuna diagnosi formale e la cura per loro era limitata a quella dei genitori a casa.
Ricordo alcune persone autistiche nella caserma della polizia in cui sono cresciuta, adulti e bambini. Tuttavia, la mia testa continuava a pensare ad un ragazzo in particolare che tutti abbiamo schernito a causa dell’ignoranza. Era l’unico figlio di una coppia nel mio quartiere. Ora che so cos’è l’autismo, posso dire che era autistico. Forse era in realtà all’estremità dello spettro.
Aboy, suo nome, ha mostrato caratteristiche fisiche, mentali, sociali e comportamentali inusuali che facevano pensare a dei capricci, mostrava aggressività verso gli altri oppure verso se stesso, era testardo, preferiva giocare da solo e con soliti rituali e si spaventava con i forti rumori. Amava la musica e spesso i ragazzi in giro lo chiamavano per ballare per loro, e alla fine lo picchiavano e lo mandavano via come un pezzo di spazzatura. Non poteva parlare affatto. Se fosse nato in Occidente, gli sarebbe stato insegnato il linguaggio dei segni. Camminava sempre per le strade e gli angoli. Suo padre era in gran parte assente. Sua madre non capiva la sua condizione e non era in grado di affrontarla. Di conseguenza, Aboy era principalmente in balia dei ragazzi più grandi che lo picchiavano come e quando volevano.
In Sierra Leone, le persone che mostrano segni di autismo sono indicate come “stupide”, e “haflahun“, tutte parole che indicano problemi mentali. Anche le donne che mostrano questi segni sono molto vulnerabili. Sono quelle che gli uomini “normali” sfruttano. A causa della loro incapacità di comprendere perfettamente il loro ambiente e di parlare correttamente o di socializzare con gli altri, diventano preda per gli uomini che le violentano come e quando credono. La maggior parte di queste donne diventa uno zimbello per il pubblico e uno strumento per scherzare e ridere. Non capiscono le espressioni facciali, le battute o il sarcasmo e la maggior parte delle volte le persone si sentono frustrate da queste disabilità.
Secondo l’organizzazione di advocacy con base negli Stati Uniti, Autism Speaks, l’autismo è una “disabilità complessa dello sviluppo che appare tipicamente durante i primi tre anni di vita e influenza la capacità di una persona di comunicare e interagire con gli altri”. Tuttavia, in molti paesi africani come la Sierra Leone, bambini e adulti che mostrano segni di autismo sono considerati posseduti. In molte chiese sono organizzate assemblee e incontri di risveglio per scacciare i demoni della stregoneria nelle persone autistiche. I musulmani fanno molti sacrifici tra cui l’uccisione di animali; si tengono preghiere comuni mentre si leggono versetti del Corano per rimuovere il pensiero “malvagio” nei bambini che presentano segni di autismo. Gli animisti, invece, spendono tantissimi soldi per chiromanti, medici o erboristi che usano erbe per prescrivere medicinali che si ritiene possano mandar via il diavolo.
Mentre la caccia alle streghe potrebbe essere finita in Occidente, in Africa è ancora una pratica popolare. Molti africani ricorrono ancora ad essa per mancanza di analisi scientifiche e comprensione dei problemi. Quindi, le anomalie nelle persone che mostrano segni di autismo hanno perpetuato la credenza nelle superstizioni. Non esiste nessuna organizzazione legale e politica di protezione dei minori per salvaguardare i diritti dei bambini vulnerabili come Aboy ed altri adulti.
In alcuni casi, anche i bambini che mostrano segni di disturbi fisici come allergie, asma, epilessia, disturbi digestivi, infezioni virali persistenti, disturbi dell’alimentazione, disfunzione dell’integrazione sensoriale, disturbi del sonno, ecc. si trovano doppiamente penalizzati da una società che non li difende in nessun modo.
Tuttavia, queste caratteristiche, considerate clinicamente sintomi di autismo, sono tradizionalmente considerate non comuni in molte comunità rurali di tutta l’Africa. L’analfabetismo svolge un ruolo importante nella stigmatizzazione delle persone autistiche in Africa. Generalmente, la stregoneria fornisce la spiegazione a questi problemi straordinari. Genitori analfabeti, poliziotti e, a volte, vicini di casa accettano prontamente qualsiasi spiegazione senza alcun dubbio. Tali convinzioni andranno a delineare il futuro degli africani autistici e svantaggiati, i quali resteranno intrappolati nel fango per sempre.
Tali convinzioni non sono limitate solo all’Africa. E molti genitori africani con bambini autistici vivono in isolamento a causa del pregiudizio e dell’ostracismo che affrontano nelle loro comunità. Alcuni genitori muoiono negando che i loro figli siano autistici. Le credenze che predicano che, accettare condizioni “negative” come l’autismo porterà altre cose negative, ha indotto molti africani a rifiutare la condizione, così presto, l’autismo “scomparirà”.
Oggi in Africa la credenza nella stregoneria è predominante tra le classi rurali svantaggiate, e sostiene che le streghe portano distruzione, spreco, disagio, malattia e morte alle loro famiglie. Altri sintomi comprendono pianto e urla nella notte, e allucinazioni che derivano da una febbre molto alta e peggioramento delle condizioni di salute – sintomi che possono essere trovati tra le persone in regioni povere con sistemi sanitari poveri.
A volte i bambini autistici in Africa ricevono un trattamento violento da parte dei genitori, della guardia e anche della loro comunità. Con la debolezza delle forze dell’ordine, alcuni di loro muoiono prematuramente e irragionevolmente senza che nessuno si assuma la responsabilità della loro morte.
Tale era il caso di Aboy. In diverse occasioni, alcuni veicoli avevano provato a investirlo per le strade. Un pomeriggio la comunità ha ricevuto la triste notizia: Aboy era stato annegato accanto al King Jimmy Market del fiume Rokel, a Freetown. Era a migliaia di kilometri di distanza da casa sua. Nessuno sapeva come ci fosse arrivato lì. Alcune persone hanno concluso che fosse successo perchè era un “diavolo” ed era tornato da dove proveniva, racconto nato dalla convinzione che i diavoli vivano nei fiumi e nei mari. Aboy è annegato due giorni prima che il suo corpo fosse trovato.
Ora che ho imparato che cos’è l’autismo, mi sento triste per i molti bambini e adulti che crescono come Nana, Alimatu e molti altri che abbiamo definito “stupidi”. I quali abbiamo deriso, schernito e disatteso, perché da bambina non avevo idea di quali fossero le loro condizioni. Mi rattrista di più rendermi conto che mentre scrivo questo, altri sono ancora scherniti, derisi, maltrattati e muoiono a causa della mancanza di educazione nelle comunità.
In assenza di educazione, i pregiudizi regnano sovrani. Bisogna educare gli africani sulla necessità di accettare l’autismo come un disturbo reale senza che credano che si tratta della fine del mondo per le persone colpite. Con il supporto di famiglie e comunità, le persone autistiche possono crescere e diventare indipendenti e dare un contributo significativo alla società. Tutto ciò di cui hanno bisogno è amore, cura e comprensione delle nostre differenze.”
Molti bambini autistici in tutta l’Africa rimangono nascosti anche per un’altra ragione: pochi clinici hanno le competenze o l’esperienza per identificare la condizione. In tutta l’ Etiopia , con i suoi quasi 100 milioni di abitanti, ci sono circa 60 psichiatri e solo uno specializzato in psichiatria infantile. Solo due cliniche pubbliche forniscono servizi di salute mentale ed entrambi si trovano ad Addis Abeba, dove vive un esiguo 15% della popolazione. Nel 2015, c’erano circa 50 bambini e adolescenti psichiatri per oltre un miliardo di abitanti in tutta l’Africa.
Centinaia di bambini in Africa vengono rinchiusi o legati. Molti genitori ricorrono a queste misure estreme perché non hanno altra scelta. Altri nascondono i loro figli, temendo lo stigma, che è diffuso in molte parti dell’Africa e che trasforma qualsiasi disabilità nel segno di una maledizione.
Di Mariama Kandeh
Mariama Seray Kandeh. Scrittrice di racconti, blogger e giornalista. Nata a Freetown, in Sierra Leone. Ha lavorato come giornalista per il Concord Times Newspaper a Freetown, dove è stata News Editor fino al 2008 quando è emigrata nel Regno Unito. Attivista per i diritti delle donne e nel corso degli anni ha usato il suo lavoro di giornalista e scrittore per trasmettere i suoi messaggi. Ha scritto decine di articoli e post sul suo blog che possono essere trovati su diversi motori di ricerca online. I suoi articoli sono stati pubblicati anche da City Press e da Mail and Guardian of South Africa. Ha auto-pubblicato due brevi storie su Smashwords ‘Sidi’s cause’ e ‘Quando il Sole si rifiuta di splendere’. Facebook come Kandeh Mariama Seray e su twitter come @SayayKay
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