La goffaggine sociale, le difficoltà nel linguaggio e l’isolamento sono soltanto alcuni fra i fattori che predispongono di più il bambino autistico a subire bullismo.
L’osservatorio (In)difesa (operativo dal 2014 insieme a Terre des Hommes, in collaborazione con ScuolaZoo) nell’anno 2021 ci riporta una fotografia della realtà raccontata direttamente dai ragazzi, attraverso le risposte di 6.000 adolescenti, dai 13 ai 23 anni, provenienti da tutta Italia.
Preoccupano i numeri di quella che sembra essere un’esperienza di sofferenza quotidiana per troppi giovani: il 68% di loro dichiara di aver assistito ad episodi di bullismo, o cyberbullismo, mentre ne è vittima il 61%.
Ragazzi e ragazze esprimono sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%) e in particolare il 44,57% delle ragazze segnala il forte disagio provato dal ricevere commenti non graditi di carattere sessuale online.
Dall’altro lato l’8,02% delle ragazze ammette di aver compiuto atti di bullismo, o cyberbullismo, percentuale che cresce fino al 14,76% tra i ragazzi.
Da quando ho la diagnosi di Autismo di Ares ho raddoppiato i miei controlli su di lui. Quando era molto piccolo, appena rientrava a casa lo ispezionavo dalla testa ai piedi, ero terrorizzata dall’idea che qualcuno gli facesse del male fuori casa. Non pensavo, ovviamente, che le paure sarebbero peggiorate con la crescita, perché più ci si avvicina all’adolescenza e più cresce la possibilità di subire bullismo.
Ad oggi e tramite la terapia A.B.A., ho cercato d’insegnare ad Ares a dire NON VOGLIO, BASTA, VAI VIA, e tutte le altre voci che indicano disappunto oppure dispiacere, nel tentativo, umile, di renderlo autonomo, per quanto possibile, quando si affronta il mondo reale e tutte le insidie che oggi questo mondo comporta.
L’essenza di tutto, secondo me, in questo argomento delicato, è l’osservazione perenne dei comportamenti del proprio figlio, controllare lo zaino della scuola, vedere se manca qualcosa, dove sta, chi l’ha presa, avere sempre il cellulare dei docenti per chiamarli davanti a qualunque sospetto si abbia, avere, insomma, gli occhi aperti, non sottovalutare mai nulla e non dare mai nulla per scontato. Conoscere, essere sempre curiosi, parlare, indagare, chiedere chi sono le persone che hanno a che fare con tuo figlio, come si chiamano, se hanno Facebook, cosa pubblicano, chi sono i compagni di classe di tuo figlio, come si comportano, partecipare sempre alle riunioni di scuola, insomma conoscere, per quanto possibile, gli altri genitori. SAPERE, NON ISOLARSI MAI!
E se nonostante ciò avete il sospetto che vostro figlio subisca bullismo oppure maltrattamenti da parte di un docente AGITE SUBITO, immediatamente e senza nessuna paura, perché se è bastardo chi maltratta un bambino, lo è ancora di più chi lo fa con un disabile.
Il bullismo e’ un comportamento intimidatorio intenzionale che causa angoscia, si tratta di una serie di azioni di sistematica prevaricazione e sopruso nei confronti di una persona considerata più debole o vulnerabile rispetto a chi lo perpetra. Le aggressioni possono essere verbali, fisiche, sociali o anche via web (cyberbullismo)
Quali sono i segni intimidatori?
Può essere molto più difficile accorgersi che un bambino autistico stia subendo bullismo perchè i cambiamenti nel comportamento possono essere sottili e difficilmente individuabili rispetto a chi è normo tipico. Il bambino autistico potrebbe anche non essere cosciente del fatto che sia oggetto di bullismo e dunque non mostrare nessun tipo di cambiamento palese nel suo comportamento.
Cambiamenti ai quali essere più attenti:
Fisici: contusioni, graffi, segni vari, piccoli tagli inspiegabili, abiti strappati, danneggiati, oppure la mancanza di oggetti di proprietà.
Emotivi: dolori non specifici al capo, oppure dolore addominale, maggiore rabbia, nervosismo, irritabilità, tristezza, pianto, sviluppo di tic nervosi, angoscia.
Comportamentali:
- vederlo più chiuso in se stesso, più del solito, accorgersi che non vuole frequentare certi posti, eventi, oppure che non vuole vedere alcune persone
- smettere di mangiare
- tentare il suicidio, o parlare di suicidio
- aumento delle fissazioni, oppure cambiamenti inspiegabili che riguardano l’interesse per programmi televisivi o videogiochi violenti, armi.
- aumento delle autostimolazioni sensoriali
- comparsa o aumento dell’autolesionismo: colpire la testa, mordersi o mordere
- cercare più stimoli sensoriali o al contrario ritirarsi da ogni stimolo sensoriale come il tatto.
- rifiuto di parlare di quello che non va
- disegni o testi violenti
- tornare a farsi la pipì al letto,
- problemi di sonno
- comportarsi male a scuola, peggio cioè del solito oppure che si rifiuti categoricamente di andare a scuola.
Cosa posso fare:
- Innanzitutto osservare attentamente i segni intimidatori
- Essere disponibile a parlare delle preoccupazioni del bambino
- Parlare di quello che è accaduto a scuola
- Insegnare al bambino come si comporta un buon amico e come si comporta una persona che vuole farti deliberatamente male
- Non incitare alla violenza con frasi del tipo: picchia anche tù (il bambino ha bisogno di imparare a gestire correttamente ogni situazione)
- Ricordare ed insegnare al bambino a dire BASTA e a chiamare un insegnante (è molto importante che il bambino sappia che può chiamare un insegnante, spesso i bambini autistici non si rendono conto quando hanno bisogno di farlo)
- Insegnare a casa i comportamenti adeguati perchè i bambini con autismo non riescono a capire le differenze fra lo scherzo ludico e lo scherzo abusivo
- Parlare con insegnanti, Preside della scuola riguardo le proprie preoccupazioni, avvertire la scuola su quanto sta accadendo, renderli consapevoli che si tratta di qualcosa di grave che va trattato in maniera appropriata. Il bambino ha bisogno di una educazione in un ambiente sicuro e libero, senza lesioni ed intimidazioni di nessun genere.
- Contattare le Forze dell’ordine laddove lo riteniate opportuno
Tutte le scuole devono avere un codice di comportamento e un piano avviato per combattere il bullismo. Più la scuola lavora sistematicamente per un’inclusione vera ed efficace, e meno casi di bullismo si tenderanno a presentare.
Cosa può fare la scuola:
- Appoggiare al bambino durante le ore di ricreazione e contare sul appoggio dell’insegnante di sostegno o assistente
- Assicurarsi che tutto il personale scolastico comprenda le difficoltà sociali che esperimentano i bambini con autismo
- Gli insegnanti non devono mai sottovalutare i bambini con autismo rispetto ai pari
- Avere un posto sicuro dove il bambino autistico possa rifugiarsi quando si sente minacciato o ansioso
- Assicurarsi che il bambino autistico abbia sempre qualcuno con cui parlare quando è arrabbiato o triste
- Assicurarsi che durante le ore di ricreazione il bambino partecipi alle attività con i docenti di sostegno. Se il bambino gira da solo senza nessun controllo è più facile che possa subire le angherie dei compagni bulli
Cosa fare di fronte al cyberbullismo
- E’ molto importante che il bambino riesca a dire a qualcuno che ha un problema
- Se il problema arriva da un altro bambino della scuola bisogna coinvolgere la scuola
- Non rispondere mai al bullo: quanto più lo si sollecita più probabilità esiste che il maltrattamento continui
- Controllare sempre le configurazioni privacy dei social che usa il ragazzo con autismo
- Avere sempre nomi utenti e password segrete affinchè altri no possano hackerare i profili
- Se i maltrattamenti sono gravi e implicano minacce personali, bisogna fare denuncia alla polizia. E’ molto importante registrare le minacce.
A gennaio 2020, la Camera dei deputati ha confermato la volontà di approvare una sorta di legge contro il bullismo e che andrebbe a completare il provvedimento di Legge 71/2017 sul cyberbullismo. Tuttavia, i ragionamenti in merito sono ancora in approvazione da parte del Senato.
In ogni caso, nel nostro Paese il bullismo viene punito sia in sede penale sia in sede civile. Può essere considerato un reato, ma può anche prevedere dei risarcimenti in caso, durante uno scontro fisico, vengano danneggiati degli oggetti o ferita la persona presa di mira.
Il bullismo si definisce un reato quando si traduce in: istigazione al suicidio, percosse, lesioni, rissa, diffamazione, violenze sessuali, minacce, stalking, interferenze nella vita privata, furti, estorsioni, danni di natura diversa, frode informatica, sostituzione di persona o furto d’identità.
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