I primi passi da insegnare per instaurare una conversazione

 

Beh, questa è una delle abilità sociali più difficili.

Un approccio logico per insegnarla potrebbe essere quello di suddividere tutte le abilità sociali nelle loro componenti e quindi insegnare queste abilità di base in modo graduale. Tuttavia, l’aspetto può essere ingannevole e ciò che a prima vista sembra essere una “abilità di base” può rivelarsi incredibilmente complicata, rendendo difficile per un caregiver insegnare e per una persona dello spettro applicarla a nuove situazioni. Ad esempio, prendi l’abilità sociale di “salutare” gli altri. Come spiegano Myles e Simpson (2001) 6 :

“Il saluto … è un’abilità sociale che si pensa sia semplice, tuttavia un’ulteriore analisi dimostra quanto quest’abilità, che la maggior parte da per scontata, possa essere estremamente complessa: come un bambino saluta un amico in classe differisce dal tipo di saluto che verrebbe usato se i due si incontrassero al centro commerciale locale. Il saluto usato la prima volta che il bambino vede un amico si differenzia dal saluto scambiato quando si vedono 30 minuti dopo. Inoltre, le parole e le azioni per i saluti differiscono, a seconda di chi si saluta, ad esempio, se il bambino saluta un insegnante oppure un coetaneo …. i saluti sono complessi, come lo sono la maggior parte delle abilità sociali”.

Molte di queste abilità iniziano nell’infanzia. Un bambino autistico potrebbe aver bisogno di un addestramento di abilità sociali durante l’infanzia e nell’età adulta, strato dopo strato, con competenze di base che portano a competenze di livello superiore, che a loro volta si espandono nelle competenze più complesse richieste agli adulti che vivono e lavorano nella comunità. Chiaramente, le esigenze di formazione delle abilità sociali varieranno a diversi stadi di sviluppo. Un bambino autistico di 4 anni potrebbe aver bisogno di imparare regole sociali di base come la condivisione di giocattoli, per esempio. Tuttavia, anni dopo lui o lei potrebbe essere più interessato ad adattarsi con gli amici, ottenere un primo appuntamento, o lo sviluppo di una relazione sessuale.

Una cosa è certa. Le abilità sociali sono cruciali per il successo in classe, sul posto di lavoro e nella comunità. Sono anche essenziali per il successo interpersonale – per l’amicizia e il romanticismo. Ciò significa che sono importanti non solo in termini di risultati, ma anche in termini di salute mentale. In contrasto con lo stereotipo che le persone autistiche mancano del desiderio di connessione da persona a persona, molti bambini e adolescenti nello spettro desiderano l’accettazione sociale e l’interazione sociale con gli altri. Gli individui autistici, con un alto funzionamento, possono esprimere la solitudine fin dalla scuola elementare, con il loro senso di isolamento che si intensifica spesso durante l’adolescenza.

Ma torniamo all’argomento conversazioniLe conversazioni hanno regole non dette e, cominciando da piccolissimi ad allenare vostro figlio, si possono acquisire tantissime sotto abilità apparentemente scollegate, che poi invece si riveleranno essenziali ai fini di cominciare e mantenere una conversazione.


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Vediamone alcune:

  • stabilire il contatto visivo
  • abilità di gioco – ad esempio, fare a turno in un gioco o condividere un giocattolo
  • capacità di conversazione – per esempio, scegliendo di cosa parlare o quale linguaggio del corpo usare
  • capacità di problem solving – ad esempio, affrontare imprevisti o prendere decisioni in una situazione sociale.
  • chiedere e rispondere alle domande
  • comprendere le emozioni
  • aumento dei tempi di attenzione
  • miglioramento della comunicazione e dell’integrazione sensoriale
  • imparare ad usare il cellulare (che oramai è una vera e propria via di comunicazione con gli altri)
  • insegnare il saluto

Altri dettagli che riguardano la comunicazione possono contribuire ad iniziare e  mantenere una conversazione: dire “salute” quando qualcuno starnutisce, dire “wow” quando qualcuno esulta, dire “che bello” quando qualcuno mostra un vestito nuovo, imparare a chiedere scusa (nel caso accada qualcosa che non volevamo accadessi, come ad esempio dire una frase inesatta), saper chiedere “come ti chiami” e saper rispondere a questa domanda, così come ad altre: “quanti anni hai”, “che scuola frequenti”, conoscere cosa vuol dire “selfie” e saper scattarlo con il proprio cellulare.

Una volta che abbiamo lavorato su ognuno di questi fronti, possiamo cominciare a fare pratica con nostro figlio. Le pratiche di conversazione a casa sono fondamentali. 

QUI trovate una conversazione fra Ares e Yara.

Se un bambino autistico è completamente disinteressato all’interazione sociale, preferendo guardare oggetti inanimati piuttosto che persone, la terapia A.B.A., ad esempio, può aiutare quel bambino a imparare a trovare piacere o ricompensa nell’osservare un volto umano. Più l’interazione sociale diventa apprezzata, più lo sguardo, l’attenzione congiunta e altre abilità sociali fondamentali possono essere coltivate, incoraggiate e costruite, aprendo la strada a vari tipi di formazione per le abilità sociali.

 

Come cominciare ad insegnare la conversazione in maniera concreta:

Crea una lista di ciò che piace a tuo figlio e un giorno alla volta, crea dei dialoghi con lui. Esercitati a parlare di argomenti come quello che tuo figlio ha visto in TV o cosa ha fatto nel weekend. Più si allenerà a raccontare e più sarà semplice conversare con un coetaneo. 

Per i bambini più grandi potresti anche provare a creare situazioni che comportano un problema sociale – ad esempio, avere un pezzo di torta rimasto per due persone. Quindi potresti interpretare le possibili soluzioni, come se le persone condividessero la torta. Altri problemi sociali potrebbero includere non gradire ciò che è stato cucinato per cena e quindi iniziare a chiedere “cosa invece ti piacerebbe mangiare”, o di perdere il giocattolo di un fratello e quindi avviare un dialogo sui posti possibili dove si potrebbe trovare. Insomma dobbiamo armarci di fantasia.

Creare situazioni per poi commentarle. Ad esempio, puoi far vedere delle immagini o dei video a tuo figlio dove un ragazzo corre con dietro un cane che abbaia. E quindi mettere la pausa o semplicemente guardare l’immagine e chiedere: “cosa ne pensi” “come si sente questo ragazzo che corre?. Tu hai paura dei cani?, ecc.

Oppure: tramite una Storia sociale potresti spiegare il perchè è importante giocare con gli altri.

Script sociali. Questa strategia comporta l’insegnamento di “sceneggiature” per situazioni sociali comuni.

Nell’intervento di script sociali, il bambino impara una domanda o frase scritta come “Ti è piaciuto giocare a tennis oggi?” Inizialmente il bambino usa un supporto, come una carta promemoria con lo script disponibile per la lettura, e poi viene gradualmente svezzato da questo supporto fino a quando non è in grado di usare la domanda o la frase spontaneamente.

I suggerimenti visivi possono aiutare tuo figlio a imparare nuove abilità o a ricordare le abilità sociali che ha già imparato. A seconda delle esigenze di apprendimento, le istruzioni visive possono essere immagini, parole, liste di controllo o schede rapide.

Ad esempio, potresti usare parole o immagini come suggerimenti per diversi argomenti di conversazione, come l’immagine di un gatto per ricordare a tuo figlio di parlare con i suoi nonni del gatto.

Oppure puoi usare istruzioni con immagini per aiutare tuo figlio ad imparare a giocare un particolare gioco. 

E’ importantissimo generalizzare e quindi insegnare le abilità in contesti diversi perchè tuo figlio potrebbe essere molto bravo a condividere un gioco a casa ma a scuola potrebbe trovare delle difficoltà. A questo proposito si rende necessario parlare delle abilità che state insegnando con tutte le persone che girano attorno al bambino: caregiver, parenti, insegnanti ecc.

Un modo divertente per costruire capacità di conversazione (fare a turno, fare domande, costruire sui pensieri degli altri) è scrivere diversi argomenti o domande su pezzi di carta che si mettono in una ciotola. Gli argomenti potrebbero includere sport, scuola e famiglia. Ad esempio “Quale film hai visto al cinema?” “Dove sei andato ieri?” “Cosa ti piace del calcio”?

A turno raccogli un pezzo di carta da una ciotola e dici qualcosa sul suo argomento o domanda.

In un primo momento, tieni i turni brevi, tuo figlio ha bisogno di ascoltare solo per poco tempo prima di lodarlo o premiarlo. Mentre migliora l’ascolto e aspetta il suo turno, prova gradualmente ad allungare le tue risposte (o quelle di un altro partner).

L’ideale, per quanto riguarda l’allenamento alla conversazione, sarebbe provare con i coetanei: a scuola ad esempio, in piccoli gruppi. Oppure durante la terapia a casa, sempre con un amico venuto apposta per fare le prove. 

Altre persone trovano utile registrare il proprio figlio mentre sostiene una conversazione con altri e rivederla insieme. Ciò può aiutare te e tuo figlio a identificare ulteriori aree di miglioramento, come ad esempio come fare una domanda di chiarimento o terminare opportunamente una conversazione. Molti ragazzi si divertono tanto a vedersi in video. Ares è fra questi. Spesso uso questa tecnica sia per rivedere le conversazioni che per rivedere alcune crisi e parlarne.

Ovviamente, loda spesso gli sforzi di tuo figlio. Enfatizza la sua volontà di lavorare su queste abilità e ricorda di indicare le cose che fa bene, piuttosto che criticare quelle che fa male.

Uno dei problemi con cui i ragazzi autistici possono imbattersi è che quando vengono insegnate regole molto rigide, si limitano a rispettare tali regole. Quindi bisogna aiutarli a capire alcune sfumature nell’interazione. Ma di questo parleremo in un altro articolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: iancommunity

5 commenti

  1. Roberto

    Le persone NON sono “affette da autismo”. L’autismo NON è una malattia. Le persone sono autistiche o, alla peggio, sono persone con autismo (definizione che non piace agli autistici). Da una persona che parla di autismo, ci si aspetterebbe che il linguaggio utilizzato sia consono e rispettoso.

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