E se non mandassi più mio figlio a scuola?

 

In molti pensano che non sia possibile, in realtà in Italia esiste l’obbligo dell’istruzione ma non l’obbligo di educare esclusivamente a scuola.

Per motivi diversi (chi per ragioni di salute, chi per questioni logistiche, chi ancora per sfiducia nel sistema scolastico) sono sempre di più le famiglie che scelgono l’educazione parentale.

Sono favorevole all’insegnamento a casa? No, nella maniera più assoluta! Noi genitori con figli autistici li teniamo comunque a casa (fra docenti di sostegno assenti, difficoltà nelle convocazioni e nelle graduatorie, orari ridotti, pulmini che mancano, insegnanti che non sanno cosa fare con i nostri figli, e chi più ne ha più ne metta). Quindi a tutto ciò non posso aggiungere il fatto di tenerlo a casa PER SCELTA propria.

Tuttavia a qualcuno di voi potrebbe interessare sapere che si può insegnare a casa. Come? 

Chi decide di seguire questa strada deve avere i requisiti adatti per farlo e, ovviamente, il Ministero dell’Istruzione deve accertarsi che i bambini siano effettivamente seguiti. Chi vuole ottenere un qualsiasi attestato, sia di terza media che di Stato o di termine dell’obbligo scolastico, deve sostenere un esame. Lo stesso dicasi per chi, come spesso accade, desidera rientrare nel regime scolastico e per potervi accedere è tenuto a un esame di idoneità.

Italia-che-cambia-300x225Le famiglie che decidono di assumersi la responsabilità di educare direttamente i propri figli devono accettare la vigilanza, sia da parte della scuola presso cui l’alunno avrebbe dovuto essere istruito, sia da parte del Sindaco dell’amministrazione comunale di residenza. È necessario comunicare l’intenzione di istruire a domicilio nel mese di Gennaio, al momento dell’iscrizione, al direttore didattico di competenza.

Il dirigente scolastico dovrà quindi far pervenire al Comune la comunicazione di scelta di istruzione parentale.

I genitori che scelgono il cosiddetto “homeschooling” o educazione parentale in Italia sono circa un migliaiocon un incremento del 65% negli ultimi anni.

In altri paesi il fenomeno è decisamente più diffuso: negli Stati Uniti sono circa 2 milioni, 70 mila in Inghilterra, 60 mila in Canada, 3 mila in Francia e 2 mila in Spagna (dati relativi al 2012).

Chi pratica homeschooling in Italia è sottoposto solo alla legislazione statale (non è pertanto soggetto a disposizioni regionali o provinciali) e uno studente può tranquillamente coprire tutto il proprio percorso scolastico (fino all’università) senza mai mettere piede in aula.educazione-parentale

La legge non vieta l’homeschooling, bensì rende obbligatoria e gratuita l’istruzione inferioreimpartita per almeno otto anni, cioè nella fascia compresa tra i 6 e i 16 anni, per puntare all’acquisizione delle competenze di base, non specificando che debba essere impartita dalla scuola.

Una della più affermate promotrici della homeschooling si chiama Erika Di Martino, madre di 5 figli, la quale ha creato un frequentatissimo blog.

Cosa dice la  legge?

All’articolo 33, la Costituzione sottolinea che “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento…Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione…”. 

Il successivo articolo 34 parla dell’istruzione obbligatoria: “L’istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni, è obbligatoria e gratuita.” Poiché il capoverso precedente afferma che la scuola è “aperta a tutti” si è generalizzato, parlando sempre di “obbligo scolastico”.

L’ordinanza ministeriale n. 330 del 27.5.97, all’art. 4 (“Scuola familiare e privata autorizzata. Esami di idoneità e licenza), sottolinea che: “Per scuola familiare si intende l’attività di istruzione elementare svolta direttamente dai genitori o da persona a ciò delegata dai genitori stessi. Gli alunni che assolvono all’obbligo con tale modalità sono ammessi a sostenere gli esami di idoneità o gli esami di licenza in una scuola elementare di Stato, nel circolo di competenza territoriale rispetto alla residenza della famiglia…

Per quanto mi riguarda penso che se vogliamo garantire un minimo di inclusione e autonomia per i nostri ragazzi, quello scolastico, pur tra mille difficoltà, rimane l’unico sentiero percorribile.IMG-20160608-WA001

 

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