Allievi autistici: in classe o fuori? Consigli per insegnanti di sostegno

 

«Voi italiani avete incluso i bambini autistici nelle classi, al pari dei termosifoni». Questo è il parere di Theo Peeters, un neurolinguista belga, deceduto a marzo del 2018, studioso dell’autismo e che in poche righe riassume quello che penso anch’io sull’inclusione e l’integrazione scolastica dei bambini e ragazzi autistici nella nostra nazione.

Vi racconto un mio aneddoto personale: quando Ares frequentava la scuola primaria, la docente di sostegno è stata sostituita per un mese da un’altra docente, e dopo pochi giorni i bambini della classe cominciarono a dirmi che Ares veniva trattato male dalla maestra sostituta. Feci finita di niente all’inizio, pensando che esagerassero, ma in realtà chiamai la questura locale per informarmi su come procedere in casi di eventuali maltrattamenti. I bambini mi dicevano che l’insegnante diceva ad Ares: “finisci il compito altrimenti non ti porto in finestra”, oppure “guardami, (con tono autorevole), non mettere il piede sul tavolo altrimenti non andiamo a comprare le pizzette, come promesso”. Interpellai la docente la quale mi sembrò credibile quando mi spiegò: “signora, io non so a volte come gestirlo e provo a dirgli che la merenda se la deve guadagnare, ecc.”. Quello stesso giorno mi ritrovai con Ares a fare i compiti a casa e appena si è seduto mi chiese di fare la pipì. Io, che sapevo perfettamente che non doveva farla, ma che si trattava del solito escamotage per evitare il compito gli dissi: “no Ares, la pipì la fai dopo, ora facciamo il compito di italiano”.

Ed è lì che mi si accese la lampadina: se i bambini mi ascoltassero vietare il bagno ad Ares, cosa penserebbero? Sicuramente direbbero che sono una cattiva madre. Mi sono quindi resa conto che la nuova docente sostituta teneva Ares in classe per la prima volta e i bambini (anche loro per la prima volta) sentivano il modo consueto con cui ci rivolgiamo spesso ad un autistico: “guardami”, “non avrai questo se non farai quest’altro, ecc.” “finisci il compito altrimenti non andiamo in finestra”. Sicuramente la docente non aveva gli strumenti necessari per gestire Ares, ma di certo non lo maltrattava.

I compagni di Ares non erano stati abituati a vederlo in classe perchè la docente di sostegno (di ruolo) non ce lo portava mai, di conseguenza non avevano nemmeno dimestichezza con il linguaggio che di solito usiamo un po’ tutti (senza gli adeguati strumenti) per convincere un bambino autistico a fare le attività quotidiane. Indagai e confermai la mia tesi: Ares passava le giornate in una stanzetta caldissima nell’ultimo piano della scuola. Dopo questo episodio tristissimo, ovviamente, la docente di sostegno (previa mia consulta con la Preside) sparì dalla scuola nel giro di poco tempo.

Il mio racconto è quasi prassi nelle scuole italiane. Insegnanti di sostegno non sufficientemente preparati, che scelgono di tenere i bambini autistici, soprattutto quelli gravi, molte ore fuori dalle aule, e insegnanti curricolari che acconsentono pur di deresponsabilizzarsi.

Colpa del numero eccessivo di disabili in classe, colpa della preparazione inadeguata dei docenti, colpa della poca disponibilità delle scuole nel ricevere terapisti esterni… fatto sta che l’inclusione è quasi un miraggio negli istituti scolastici. E sono più frequenti le notizie sui maltrattamenti e sulle esclusioni delle gite, che le belle notizie d’integrazione e vera accoglienza.

Carlo Hanau, di cui ho parlato QUI, ha espresso la sua chiara opinione sul sistema scolastico italiano: “l’Italia dedica moltissime risorse all’inclusione scolastica e sociale, ma i risultati nel caso degli allievi autistici sono scarsi perché manca la necessaria formazione specialistica, la supervisione e l’aggiornamento. Si assiste al paradosso per cui il nostro Paese, che spende più risorse di tutti, ottiene risultati molto modesti.”hanau

Gli interventi di educazione speciale, fino ad ora validati, comportano un notevole costo di risorse umane, sia non retribuite (genitori, altri famigliari e compagni) sia retribuite, come gli educatori, che se non vengono offerti a spese del pubblico rischiano di mandare in rovina il bilancio famigliare. La formazione e la supervisione sono necessarie ed i relativi modesti costi possono essere considerati come convenienti investimenti, perché riducono la spesa pubblica presente ed ancor più quella futura. L’educazione intensiva, riducendo la gravità, consente grandi risparmi nelle spese altrimenti previste 3 milioni per ogni vita, sopra tutto nella fase del “dopo di noi”.”

Sono dell’ISTAT i dati più recenti sulle ore effettive in cui i nostri figli restano fuori dalla classe: alunni-con-disabilità

Quando anni fa ho pubblicato il mio articolo AUTISTICI E NORMO TIPICI NELLA STESSA SCUOLA: HA SENSO SENZA VERA INCLUSIONE?, tanti gridarono allo scandalo, qualcuno disse che ghettizzare i nostri figli non avrebbe senso. Ma quello che accade adesso invece? Quanto è lontano dalla ghettizzazione?. 

Sistemi come quelli dell’isola di Cuba, dove esistono scuole speciali per bambini autistici (che entrano a 3 anni ed escono a 18) potrebbero sembrare piuttosto bizzarri, ma in realtà il vanto del sistema scolastico italiano, che accoglie disabili nelle scuole dei normo tipici, ma li rende dei soprammobili, salvo rare eccezioni, dice molto di quanto ci sia ancora da lavorare per raggiungere la vera e totale integrazione.

Basterebbe accettare le line guide della terapia A.B.A. nelle scuole, che secondo Hanau è imprescindibile iniziare precocemente. Basterebbe formare i docenti adeguatamente. Io ad esempio, ho portato avanti con immenso successo un programma incredibile di socializzazione secondo la terapia A.B.A. quando Ares frequentava le Medie: con un risultato al di sopra delle aspettative. IMG-20170320-WA0018

Ho lavorato per anni per far sì che Ares restasse sempre di più da solo in classe: i programmi A.B..A lo prevedono. In fondo non ci vuole tanto e con poco si potrebbe guadagnare davvero molto. 

Il problema, attenzione, non è uscire dalla classe. Anche Ares usciva se ne aveva bisogno, anzi, spesso è imprescindibile prendere una pausa. Il problema è stare più tempo fuori che dentro o stare dentro soltanto per starci.

 

Questi qui sotto sono, ad esempio, alcuni fra i tanti suggerimenti per l’insegnanti mirati all’integrazione dei nostri figli, che spero possano aiutare tanti ragazzi.

CONSIGLI AGLI INSEGNATI PER L’INTEGRAZIONE A SCUOLA METODO ABA

ALCUNI SUGGERIMENTI PER L’INTEGRAZIONE A SCUOLA: COME OMBREGGIARE.

Il comportamento appropriato del sostegno a scuola:

1. Incoraggia il tuo allievo a prestare attenzione ad altri bambini. Per esempio. “guarda che cosa sta facendo Giuseppe. Vai ad aiutarlo, NOME del BAMBINO.”
2. Usa gli altri bambini come modelli di buon comportamento. Per esempio. ” NOME del BAMBINO, siediti come si siede Francesco.” “NOME del BAMBINO, alza la mano come Francesco se vuoi essere chiamato”
3. Incoraggia l’imitazione degli altri bambini per quanto possibile. Per esempio, se il bambino sta avendo difficoltà ad arrampicarsi sulla spalliera, “guarda come Ginevra sta usando le mani per salire”
3. Fai in modo che sia l’insegnante a correggere gli errori che generalmente vengono corretti agli altri bambini.
4. Promuovi l’interazione con gli altri bambini insegnando al bambino ad usare i loro nomi ed insegnandogli a fare i complimenti. Per esempio. “vai da Sofia e digli che ti piacciono i suoi colori.”
5. Insegna ad usare il nome dei bambini quando saluta, introducendo una frase su quello che ha fatto la sera prima (“ho visto un bel cartone”)
6. Fai in modo che chieda all’insegnante di andare in bagno o a bere, ecc… (regola pratica: se un’ altro bambino deve chiedere all’insegnante prima di fare qualcosa, deve chiedere anche lui)
7. Siate là se necessario, ma sfumate la vostra presenza il più possibile.
8. Incoraggiate un comportamento corretto durante le attività di gruppo dicendogli in anticipo che cosa farà se la cosa X accade. Per esempio la maestra sta mostrando gli strumenti musicali. Chiedigli, “che cosa devi fare quando ti dà uno strumento musicale?.” Risposta: “lo terrò e mi sederò tranquillamente.”  “Bene, l’insegnante ti dirà quando giocare.”
9. Rinforza la conversazione spontanea usata nel gioco e lavora sull’estenderla.
10. Elogia altri bambini per il loro lavoro come fate con il vostro studente.
11. Usa richiami/prompts come l’indicazione o direzione dello sguardo o aiuti fisici piuttosto che dirigerlo verbalmente. Cerca sempre di usare la maniera meno intrusiva per farlo partecipare nelle varie attivitá o per completare i lavori assegnati.
12. Cerca di avere un approccio positivo per riorientare/ridirezionare il comportamento (cioè invece di dire “no,” invece di “non colpire,” digli “devi toccare delicatamente.” per esempio anziché “non spingere con le mani” fagli dire “Mario, ti sposti per piacere”).
13, Per incoraggiare l’interazione, lavorate con il vostro studente ed altri bambini, per esempio al momento del pranzo o durante semplici attivitá di gioco (puzzle).
14. Se si presenta una situazione opportuna, consiglia al compagno di correggerlo (ad esempio, “Maria, dí a NOME del BAMBINO di affrettarsi.”)
15, Usa la frase se/allora, per promuovere la conformità: se fai (meno attività desiderabile), allora puoi fare (attività altamente desiderabile).
16, Limita al minimo le conversazioni fra te ed il bambino. Il bambino deve interagire con i compagni e l’insegnante, non il sostegno.
17. Usa gli sguardi o gesti per indicare all’insegnante che vorresti che suggerisse al bambino il passaggio ad un’altra attività o altrimenti intervieni.
18. Quando il bambino realizza con successo qualcosa, rinforzalo. Il giorno seguente cerca nuove cose da fare ed obiettivi da raggiungere. Non decelerare il ritmo e non diminuire la pressione sul bambino quando raggiunge nuovi obiettivi, imparare una nuova cosa deve servire da stimolo per impararne delle altre.
20. Il rinforzo è fondamentale — rinforzo variato e differenziato per mantenere il bambino motivato a dare il meglio di sè.

Cosa Non fare:

1. Non permettergli di giocare con le stesse cose nello stesso ordine ogni giorno. Incoraggia i cambiamenti.
3. Non permettere che lui usi il comportamento inadeguato per ottenere l’attenzione da te.
4. Non permettere che il bambino usi un gioco estremamente facile per lui troppo a lungo. Non imparerà mai come giocare con altri giochi se li evita.
5. Non provare ad evitare determinate situazioni perché le ritieni troppo difficili per il bambino. Continua a lavorarci per periodi brevi, per migliorare la sua capacità di far fronte a queste situazioni.
6. Non stargli sempre intorno se non é necessario. Dagli sempre l’opportunità di essere indipendente se possibile.

Fase Uno:
1. Usate il prompt fisico se necessario per fare in modo che partecipi a tutte le attività della scuola. * lavorate sulla collaborazione e conformitá del comportamento in tutte le semplici attivitá di gruppo (andare in bagno, mettere a posto, mettersi in fila)
* Sfumate la vostra presenza gradualmente.
2. Promuovi/incoraggia il gioco parallelo. * Fai in modo che il bambino abbia qualcosa che tutti gli altri desiderano in modo che il vostro bambino si trasformi automaticamente nel centro dell’attenzione. * Aiuta il bambino a giocare correttamente con i giocattoli e nel mezzo del gruppo di bambini. * Lavora ad espandere la durata di queste situazioni parallele del gioco.
3. Insisti sul fatto che mangi correttamente. * Spingi il bambino
ad usare correttamente forchetta e cucchiaio se possibile. * Incoraggia il bambino ad usare il suo tovagliolo in maniera indipendente.
4. Riduci gli episodi di comportamento inadeguato. * Elaborando una procedura precisa per ogni comportamento, ma lavorando solo su uno per volta.
Usa procedure positive/pro-attive: * Usa il modellamento/imitazione e rinforza il progresso verso il comportamento adatto. (es: sedersi in cerchio è spesso difficile. Inizialmente, richiedi al bambino di sedersi giustamente, senza protestare , per un tempo corto. -1 min. Rinforzate se raggiunge questo obiettivo e lasciatelo andare. Il giorno seguente, richiedi che si sieda piú a lungo – 2 minuti – e rinforza se questo obiettivo è compiuto. Se il tempo stabilito non viene raggiunto, rimani con quella durata di tempo fino a che non é raggiunto l’obiettivo.
Se le proteste/il pianto/gli attacchi d’ira interrompono la classe, puoi rimuovere il bambino dalla classe (se assolutamente necessario) ed andare all’esterno a lavorare – non puo’ non fare nulla – per riacquistare il controllo sull’istruzione, ma senza alcun tipo di rinforzo tangibile o verbale.)

La fase due
1 Continuate a sfumare come spiegato nella fase 1
2 Promuovi l’uso del linguaggio. * Il saluto ai compagni ed insegnante.
* Insegna alcune domande a memoria (giochi con me?) per iniziare un gioco.
* suggerisci la risposta corretta da dare agli insegnanti ed ai bambini.
3.Comportamenti necessari per inserirsi a scuola. * seguire le istruzioni di gruppo
* La partecipazione ai progetti di arte, stazioni
del gioco, giochi strutturati (un due tre stella, le statuine) * Partecipazione a mettere a posto.
*Chiedere di andare in bagno.
4. Promuovi il gioco interattivo. * Dovrete anche voi fare amicizia con gli altri bambini. * Gli altri bambini, di conseguenza, desidereranno essere intorno a voi e quindi al
bambino. * Quando i bambini chiedono la partecipazione del tutor ad un’attività, il tutor dovrebbe immediatamente chiedere ai bambini di chiedere al vostro bambino di giocare. (la
partecipazione del tutor dipende dal fatto che i bambini chiedano al bambino) * il tutor dovrebbe spingere continuamente il nostro bambino a partecipare, assistere e parlare correttamente con i compagni.
Fase tre
1. funzionamento più indipendente in classe. * Sfuma i prompt piú instrusivi usati nella fase precedente. * Incoraggia il nostro bambino a guardare gli altri bambini per
sapere che cosa fare dopo. (non dire al bambino cosa fare) *
Insegna al bambino a sollevare la sua mano per partecipare alla
discussione di classe (i giorni della settimana, i colori) * Accertati che il
nostro bambino canti tutte le canzoni, ad esempio dica la preghiera quotidiana con il resto dei bambini.
2. Aumenta la frequenza delle interazioni indipendenti durante il gioco. * ES: domande e risposte con gli altri bambini. * Richiedi che cerchi l’attenzione prima di parlare di qualcosa. * Richiedi che trovi un compagno prima che giochi con qualunque cosa (cioè il
bambino deve iniziare costantemente il gioco). * incoraggia il bambino a condividere i giochi (passandoli ai compagni, chiedendoli)

Fase quattro
1. Richiedere indipendenza nell’aula. * Lavora con
l’insegnante! Aiuta l’insegnante ad aiutare il nostro bambino. Mostra all’insegnante come mantenere le abilità acquisite e come lavorare sugli attuali punti problematici. Intervenite solo se assolutamente necessario.
2. Come sfumare: * Il tutor dovrebbe lavorare con gli insegnanti. * In questa fase il tutor diventa uno degli aiuti dell’insegnate e non dovrebbe collegarsi al nostro bambino in alcun senso. Il
tutor dovrebbe spingere gli altri bambini così come il nostro bambino a partecipare, assistere e giocare correttamente.
Quando questo tutor ritiene che tutto vada bene a scuola, le ore di accompagnamento dovrebbero diminuire fino a che il bambino non sará completamente indipendente. * Il Lead tutor maggiore dovrebbe continuare a fare delle visite di osservazioni regolare per accertarsi che tutto prosegui bene.

Il ruolo dell’assistente di sostegno/ombra in un programma di A.B.A.

1) In primo luogo, dovete essere sicuri che la scuola sia al momento l’ambiente adatto per il vostro bambino. Nella stessa maniera in cui un bambino di otto anni non sarebbe in grado di partecipare ad una lezione universitaria si trigonometria, un bambino con linguaggio e comunicazione di un bambino di un anno e mezzo non dovrebbe stare in una classe di seconda elementare. Significherebbe fare in modo che il bambino non solo non abbia successo, ma che riceva un’educazione non adeguata.

2) l’insegnante non è abbastanza. Una volta che il vostro bambino è
pronto ad imparare con altri bambini a scuola, tuttavia, é probabile che richieda un livello di attenzione e supporto che un’insegnante di ruolo non potrebbe offrire . Può perdere frequentemente l’attenzione, non
rispondere alle domande, non seguire con altri bambini, o non
capire attendibilmente le istruzioni. Questi sono
problemi che tutti i bambini, in un certo grado, mostrano, ma che sono
efficacemente risolti dall’insegnante di classe. I bambini con problemi generalmente richiedono un tale livello di prompting e ridirezionamento che non ci si puo’ aspettare dall’insegnante di ruolo.

3) L’ ombra – aiutare l’insegnante ed aiutare il vostro bambino. L’ombra é lí per aiutare il bambino e per aiutare l’insegnante ad insegnare al vostro bambino. Dovrebbe essere visto come estensione dell’insegnante di classe, che prest attenzione supplementare a coloro che ne hanno bisogno di più (che, la maggior parte del tempo, sarà il bambino). Richiamerà/aiuterá il bambino per fare in modo che segua l’insegnante e gli altri bambini, lo rinforza quando necessario, fará cenno all’insegnante se il vostro bambino ha bisogno di un aiuto o un’istruzione supplementare ed interviene per impedire i comportamenti non appropriati. L’ombra é un altro paio di mani e di occhi e di orecchie che contribuisce a mantenere l’ordine e progredire in una classe che ha più bambini che hanno bisogno di istruzioni molto chiare. È là per accertarsi che il vostro bambino sia incluso nelle attività sociali. Il suo ultimo obiettivo è di non avere piú un lavoro da svolgere; intervenendo soltanto tanto quanto é necessario, aiuterà l’insegnante di classe ad integrare il vostro bambino ed ad imparare efficacemente accanto ai suoi compagni.

Una buona ombra

a) Una buona ombra può contribuire positivamente all’intera esperienza scolastica della classe, sia sociale che academica. b) Una buona ombra non attirerà attenzione “particolare” sul vostro bambino, ma è un assistente amichevole per tutti i compagni. c) Una buona ombra fará in modo di creare un’atmosfera di divertimento per tutta la classe affinché gli altri trovino motivante socializzare con il bambino d) Una buona ombra fará in modo di facilitare il rapporto tra il bambino i compagni e l’insegnante invece di diventare una seconda insegnante. e) Una buona ombra resterà in contatto costantemente con voi (il genitore), tenendovi giornalmente informati tutto manterranno note quotidiane scritte del progresso del bambino. f) Una buona ombra lavorerà per avere meno lavoro– promuovendo il lavoro indipendente e le abilità sociali costantemente.

Un’ ombra non efficace

Un ombra non efficace indurrà il vostro bambino a diventare dipendente, ad ignorare l’insegnante di ruolo e ad ingaggiare comportamenti per ottenere l’aiuto supplementare. c) Un obra non efficace si dispiacerá per il bambino e non lo spingerà a fare il lavoro migliore che sia possibile. d) Un ombra non efficace escluderá i genitori Il ombra povero li escluderà (il genitore) dal processo educativo, si riterrà insultata e si metterá sulla difensiva quando le vengono chieste informazioni specifiche. e) Un ombra non efficace Il obra povero non lavorerà con l’ambiente della classe o in equipe con l’insegnante ed installerà “le norme specifiche” e a fare eccezioni che indurranno il vostro bambino ad essere visto e trattato diversamente.

Consigli su come accertare una disposizione efficace dell’ombra per un’efficace integrazione scolastica:
a) fate attentamente il colloquio; b) Controllate le referenze c) Create un’occasione per osservare la persona interagire con il bambino in classe e fuori dalla classe d) Se possibile, visitate spesso la classe di persona per osservare; e) Non siate mai impauriti di addestrare una persona voi stessi; f) Non esitate ad offrire spiegazioni o linee guida e richiedere che la persona venga rimossa dall’incarico se questa non svolge il lavoro desiderato.

Ulteriori consigli

a) Accertatevi che la persona che sosterrá il bambino a scuola sia addestrata secondo i principi ABA. Questa non é una pretesa che va oltre il ruolo del ‘sostegno’ in quanto é ció che é necessario per soddisfare le esigenze educative del vostro bambino. Naturalmente, é consigliabile che uno dei vostri tutors diventi l’insegnante di sostegno.

b) Accertatevi che ci sia la possibilitá di osservare il lavoro in classe (voi o un tutor o il vostro consulente) regolarmente e che il ‘sostegno’ lavori in equipe con il team di casa e che partecipi ai meeting e workshop.

c) Se non siete soddisfatti che l’ambiente educativo del vostro bambino stia soddisfacendo le sue esigenze educative, “non accontentatevi”.

Guida di riferimento Dell’Ombra

I Vostri Obiettivi Nell’Ombreggiamento…

1. Tolleranza della classe e di altri bambini – NO all’isolamento
2. Transizioni da un’attivitá all’altra senza comportamenti non appropriati
3. Partecipazione alle attivitá non verbali
4. Seguire le istruzioni di classe
5. Incrementare l’indipendenza
6. Seguire l’istruzione 1-1 dall’insegnante
7. partecipazione verbale attiva
8. socializzare senza prompt (con un altro individuo; un gruppo; invita un altro individuo a giocare; invita un gruppo a giocare)
9. Acquisire le informazioni a scuola
10. Imparare osservando
11. Ricordare gli eventi alla conclusione del giorno della scuola

Queste sono le fasi di partecipazione dell’ombra

1. L’ombra puo’ essere totale per lungo tempo
2. Sfumate minuto per minuto
3. Lavorate con l’insegnante per trasferirle il controllo sull’istruzione
4. selezionate attivitá per cui la vostra presenza puo’ non essere necessaria
5. Monitorate l’attenzione, la partecipazione, l’acquisizione, la generalizzazione e la socializzazione
6. misurate l’acquisizione degli obiettivi giornalmente
7. sfumate la presenza per parte del giorno quando possibile (mensa)
8. fate in modo di diventare parte della classe

Strategie per l’ integrazione in classe:

1. Il genitore porterá il bambino a scuola per consegnarlo all’insegnante e non all’ombra.

2. Il bambino siederá vicino all’insegnante in un luogo facilmente accessibile dall’ombra che non disperda o disturbi la classe.

3. La base di origine dell’ombra dovrebbe essere a distanza dal bambino.
L’ombra non deve parcheggiarsi vicino. L’ombra dovrá intervneire velocemente e poi tornare alla base. L’ombra non deve far pensare al bambino che é il
suo “compagno speciale” e che può contare su di lei per interpretarlo e
dirigerlo. Piuttosto, il bambino dovrebbe ritenersi sempre responsabile del
proprio comportamento e di tutte le conseguenze.

4. Praticate attivitá e routine a casa (canzoni, libri)

5. L’insegnante deve essere considerata dal bambino come la persona di riferimento maggiore. L’ombra è là per facilitare ed osservare. L’eccezione è
quando i programmi di insegnamento strutturati sono specifici e l’insegnante magari é occupata con altri bambini.

6. Non ripetete mai le istruzioni dell’insegnante. Motivo: Perchè
preoccuparsi di ascoltare l’insegnante se l’ ombra ripete in qualunque caso? Inoltre, nel non ripetere le cose, non attirate l’attenzione supplementare su voi o su lui.

7. Tempo libero: Se non sta scegliendo un’attività ed ha bisogno
di un richiamo/prompt, chiedete occasionalmente il compagno di richiamarlo.

8. Incoraggiatelo a commentare su quello che ha fatto in situazioni di gioco con i compagni (“guarda, ho fatto un cane con il pongo”)

9. Evitate istruzioni verbali specifiche, pittutosto chiedetegli di imitare o seguire gli altri bambini.

10. Se non sta prestando attenzione all’attivitá, a volte dovreste attendere deliberatamente
per intervenire in modo da concedere all’insegnante la possibilitá di richiamarlo. State sempre attenti a quando sta cominciando a muoversi verso lui
ed immediatamente recedete. Potete sviluppare un segnale affinchè
l’insegnante sappia quando il bambino ha bisogno di essere ri-direzionato. ATTENZIONE: Non rendete questo difficile per l’insegnante, ma consigliatele di farlo quando può. Se l’ombra interviene sempre e comunque, non si arriverá mai al punto in cui
l’insegnante si trasforma nella persona che controlla il suo
comportamento.

11 Se non segue, non intervenite subito. Ci sono tre soluzioni possibili che sono migliori dell’intervento immediato dell’ombra:
1)se ne accorge da solo; 2) un compagno lo richiama o gli mostra che cosa fare; 3) l’insegnante interviene.

12 Insegnate agli altri bambini a non prestare attenzione ad i comportamenti non appropriati con funzione di attenzione.

13 Controllate il comportamento inadeguato del compagno. Non supponete che tutto è sua responsabilità – monitorate le sue reazioni ed azioni al comportamento inadeguato dei compagno.

14 DEVE rispondere ad ogni istruzione data dall’insegnante e da TUTTI i segnali dati dagli altri bambini (come “ciao”, o rispondere ad un’osservazione fatta direttamente a lui, ecc.)

15 Le aspettative per lui dovrebbero essere le stesse che per gli altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: alcuni spunti :www.genitoricontroautismo.org

 

 

 

2 commenti

  1. lupo solitario (@1962Luposolo)

    Bravi gli esperti a scrivere tanti articoli, a volte mi ricordano certi generali italiani che durante la prima guerra mondiale impartivano ordini dal proprio ufficio senza mai aver messo piede in trincea . Cari esperti, venite a scuola, entrate nelle classi dove è presente un autistico grave e mostrate praticamente come si opera . Parlare e criticare è facile , operare un pò meno .

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