Autismo. 7 suggerimenti per insegnare a soffiarsi il naso

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Nostro figlio si è raffreddato: DELIRIO! 

Da una parte non sappiamo dove gli fa male (chiediamo ma spesso non otteniamo risposte), oppure succede come con Ares, che dice cose a caso: “mi fa male la testa”, “mi fa male la pancia”, “ho la febbre”. Mi risponde qualsiasi cosa pur di mandarmi via. Ma non sempre quello che mi dice è del tutto reale.

La situazione più difficile, e che ha sempre una durata più lunga, è il naso chiuso, perchè quasi nessun bambino autistico sa soffiarsi il naso e tutto ciò potrebbe generare infezioni alle vie respiratorie, a volte anche gravi.

Soffiarsi il naso è tutt’altro che semplice. Spesso il bambino conosce il meccanismo di soffiare con il naso, cioè, lo capisce, ma non ci mette la forza sufficiente. Inoltre tenete conto che per compiere l’azione di soffiare, ad esempio, una candelina, sono tante le abilità da fare allo stesso tempo: trattenere l’aria, inspirare con la bocca, arrotondare le labbra per riuscire a compiere il gesto del soffio e incanalare l’aria attraverso la bocca con la forza sufficiente per spegnere la candelina: TROPPE COSE INSIEME.

Ho fatto quindi una piccola ricerca qua e là, cercando anche nei siti di ragazzi Asperger, già grandicelli, che hanno raccontato la loro esperienza, e, leggendo un po’ ovunque, ho sintetizzato questi piccoli consigli, che a seconda del carattere del vostro bambino, potreste mettere in pratica con la speranza di vederlo prima o poi soffiarsi il naso.

  1. Innanzitutto cercate di spezzettare l’azione completa: più o meno con la tecnica del concatenamento retrogrado, e cioè, insegnate un passaggio alla volta: oggi dedico 3 minuti ad insegnare come trattenere l’aria gonfiando le guance, domani invece dedico altri 3 minuti ad insegnare a far uscire l’aria dal naso (e soltanto dal naso) piano piano, magari tenendogli la bocca tappata, prima da una narice, e poi dall’altra.
  2. Ho letto di una signora (Asperger), che ha imparato a soffiare il naso a 30 anni (sì, ho detto bene, 30 anni, quindi dovete avere pazienza) e ci è riuscita soffiando le candeline con il naso fino a spegnerle. Io ci ho provato con Ares ed è stata la svolta. Da quel momento in poi ha capito il meccanismo.
  3. Esiste chi ci ha provato con il Flauto Nasale, un flauto da suonare con il naso anziché con la bocca. Io non ci ho mai provato, ma, chissà… potrebbe funzionare. 
  4. Se il bambino ha più di 4 anni, rendetelo autonomo per quanto riguarda l’uso dei fazzoletti. Spesso il bambino odia l’intervento invasivo del genitore che gli tiene il fazzoletto davanti al naso. Lasciatelo fare a lui e non usate la carta fin quando non esce davvero qualcosa dal naso
  5. Alcuni genitori tendono a fare un giochino che consiste nel soffiare con il naso una pallina da ping pong leggerissima fino a farla entrare all’interno di una scatola (come fosse una porta da calcio). Il bambino, magari mentre voi gli tenete la bocca chiusa con la vostra mano, dovrà soffiare fin quando la pallina non entra e fa “goal”.
  6. Altri invece giocano a fare una gara a chi soffia il naso più forte, potrebbe funzionare: in questo caso il bambino imiterebbe voi, che fingendo di essere raffreddati, dimostrerete come si compie l’atto.
  7. Potreste anche spezzettare la carta velina o carta riso in tanti piccoli pezzetti, meglio se colorati, e posizionarli in un cartoncino, poi far vedere al bambino come soffiate sui pezzetti e come si muovono, poi li posizionate sotto il naso del bambino e gli chiedete di fare la stessa cosa. Lo stesso si può fare con un pezzetto di cotone, oppure con una piuma.

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Io per molto tempo, ho rimediato alle infezioni alle vie respiratorie con l’aerosol, che oramai Ares sa fare benissimo (sempre controllato a vista, altrimenti non lo tiene bene), e all’interno dell’apparecchio metto le medicine che mi prescrive il medico.  E’ chiaro che senza le cuffie non lo farebbe mai: ha proprio cominciato a farlo da solo da quando gli ho procurato le cuffie, senza di esse non voleva sentir parlare dell’aerosol.

Resta però il fatto che il naso deve essere sempre pulito, altrimenti ci si ammala con più facilità, quindi spero che i piccoli consigli che vi ho dato possano esservi utili.

E’ essenziale non perdere la pazienza, vi prego, è la cosa più importante. Non si tratta di imporre il nostro volere, bensì di insegnare un’azione difficile ai nostri figli autistici, di conseguenza ci vuole tanta, ma tanta pazienza.

 

 

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