Progetto di socializzazione con ragazzi normo tipici a scuola. Vi racconto la mia esperienza

 

 

 

Quando Ares ha cominciato la scuola media, la Dr.ssa Bassani, nostro supervisor A.B.A., consigliò, nella prima riunione a scuola, un progetto di socializzazione che coinvolgesse, sia Ares, che i compagni normo tipici della classe. All’inizio sembrava impossibile da realizzare, perchè andavano coinvolte più parti, ma dopo qualche giorno, abbiamo cominciato.

Il programma si svolgeva fuori dall’aula, e venivano chiamati non più di 3 ragazzi normo tipici, insieme ad Ares. Si usava una stanza della scuola disponibile ad accoglierli: sala informatica, un’aula vuota ecc. e, seduti in cerchio, si discuteva un tema.grupo

Nei primi incontri si faceva conoscenza. Ares aveva finalmente la possibilità di guardare e chiamare per nome i compagni che aveva di fronte, e viceversa: i compagni avevano la possibilità di conoscere meglio Ares.

I temi che si affrontavano erano di natura generale ad esempio, la rabbia: ognuno doveva spiegare cosa significava per lui questo sentimento, oppure la tristezza, l’allegria, ecc. Ares ovviamente usava meno parole degli altri, ma anche lui diceva la sua sul tema proposto.

All’indomani dell’incontro i ragazzi normo tipici lasciavano per scritto la propria esperienza dell’incontro.

Vi dico subito che l’esperienza è stata un vero e proprio successo di cui parlavano tutti a scuola. I ragazzi della classe facevano a gara per uscire ed incontrare Ares (anche perchè venivano esonerati da almeno un’ora di lezione). Inoltre, ed è l’elemento più che positivo, i ragazzi hanno scritto dei racconti bellissimi, commoventi, sia sui temi scelti, sia su Ares. Hanno avuto la possibilità di vederlo con altri occhi, di stargli vicino in maniera diversa e, contemporaneamente, hanno avuto l’occasione di affrontare argomenti che non sempre si trattano in classe.

Ovviamente per poter intraprendere un’iniziativa del genere serve l’assoluta disponibilità della scuola, delle insegnanti di ruolo, che acconsentono di lasciar liberi i ragazzi due volte al mese (a turno), il parere positivo dei genitori (che non si oppongono alla partecipazione dei loro figli al progetto di integrazione), insomma, la pazienza e la collaborazione di tutti, a cominciare dal Preside, che deve essere opportunamente informato (meglio fare una lettera formale spiegando l’iniziativa).

Credo sinceramente che progetti come questi dovrebbero realizzarsi in tutte le scuole dove ci sia un ragazzo autistico, in primis, per affrontare il bullismo. Nella misura in cui conosci meglio la disabilità, sei molto più propenso a proteggerla, a prendertene cura, ed è questo che è capitato con Ares e i compagni delle Medie: lo hanno conosciuto meglio e di conseguenza lo hanno accettato meglio.

Un consiglio: è meglio avviare questo progetto nel primo anno di Scuola Media. Nel secondo anno i ragazzi cominciano a cambiare carattere, crescono, si trasformano, e nella Terza Media invece hanno gli esami, quindi davvero rimane poco tempo.

Questo progetto di socializzazione ha una sua struttura propria che va personalizzata a seconda del ragazzo e quindi è bene chiedere ai vostri supervisor ABA, io vi ho lanciato soltanto l’idea, perchè lo ritengo un progetto davvero utile.

Ricordate sempre che nulla di tutto questo è possibile se prima non hai instaurato TU, un rapporto di collaborazione, armonia con gli altri genitori e con tutti gli insegnanti, se prima non hai comunicato a tutti in cosa consiste la diagnosi di tuo figlio, se non sei stato TU per primo ad avvicinarti a loro.

Vale la pena, credetemi. E’ un progetto stupendo!

 

3 commenti

Puoi lasciare un commento oppure scrivermi